Il prezzo della tranquillità

Il “pizzo” pagato dall’Italia ai terroristi fece scuola, e non è più un caso isolato

Da un articolo di Ronen Bergman

image_2223Le conferme di stampa del fatto che il governo italiano permise a suo tempo a gruppi terroristici palestinesi di muoversi liberamente in Italia in cambio del loro impegno a non colpire bersagli su suolo italiano non stupisce più di tanto gli alti ufficiali dell’intelligence israeliana che hanno combattuto il terrorismo palestinese negli anni ’70 e ’80.
Sebbene non sia ancora chiaro se qualcuno in Israele fosse informato dell’esistenza di un tale accordo, resta il fatto che questo genere di scambi che vedono un governo pagare un prezzo per garantirsi la tranquillità nel breve periodo, vuoi trasferendo denari ai terroristi vuoi garantendo loro immunità operativa, è un modus operandi ben noto, che ha visto protagonisti parecchi paesi.
Ad esempio, nel marzo 1988 la CIA fornì all’intelligence francese foto segnaletiche del capo terrorista Hezbollah Imad Mugniyeh insieme a precise informazioni sui documenti falsi con cui si spostava. Ciò permise alle autorità d’immigrazione francesi di identificarlo a un controllo di frontiera. Tuttavia, temendo che l’arresto di Mugniyeh potesse portare all’assassinio di ostaggi francesi allora nelle mani del suo gruppo in Libano, i francesi fecero marcia indietro, con grande frustrazione dell’amministrazione di George Bush padre. In un altro caso, i francesi pagarono milioni di dollari a Hezbollah affinché il gruppo rilasciasse due ostaggi.
L’anno scorso la Germania ha scarcerato due agenti segreti iraniani che stavano scontando l’ergastolo per aver assassinato quattro membri dell’opposizione iraniana in esilio, nonostante vi fosse l’impegno a utilizzare il rilascio dei due agenti per ottenere informazioni sull’aviatore israeliano Ron Arad, caduto nelle mani di terroristi sciiti libanesi nel 1986. Berlino, a quanto risulta, li ha invece barattati in cambio della liberazione di ostaggi in Iraq.
Un altro esempio è quello della Spagna che ha permesso a terroristi palestinesi di attraversare impunemente il suo territorio nonostante diversi avvertimenti israeliani. Anche la Turchia fu informata in tempo reale che importanti attivisti di Hamas stavano passando sul suo territorio, ma evitò di fermarli nonostante le proteste di Israele.
Intanto la Giordania ha rimesso in libertà il capo della cellula terroristica che fece saltare in aria l’ambasciata israeliana a Buenos Aires nel 1992, per non dire dell’Arabia Saudita che per anni si è comprata un po’ di tranquillità, rispetto alla jihad globale, versando fiumi di denaro ai fondi destinati all’indottrinamento islamista in tutto il mondo.

(Da: Ha’aretz, 18.08.08)

Nella foto in alto: Ronen Bergman, autore di questo articolo