Il Quartetto sostiene negoziati di pace diretti

Tzipi Livni: “Riconosciamo la necessità di uno stato palestinese, purché non sia uno stato terrorista”

image_2308Sebbene le possibilità che i colloqui di pace israelo-palestinesi sfocino in un accordo entro la fine dell’anno, come auspicato dalla Conferenza di Annapolis di un anno fa, si sono dimostrate molto esili, i rappresentanti di entrambe le parti sono convenuti domenica a Sharm el-Sheik (in Egitto) per informare il Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu) sui progressi fatti nelle trattative.
Il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni è stata la prima a incontrare i rappresentanti del Quartetto. Subito dopo è stata la volta del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e del capo dei negoziatori palestinesi Ahmed Qurei (Abu Ala).
Dopo gli incontri, i rappresentanti del Quartetto hanno diffuso un breve comunicato in cui si dice che il Quartetto continuerà a sostenere il processo di pace israelo-palestinese. Le parti, si legge nel comunicato, riprenderanno i colloqui diretti senza interferenze internazionali, secondo linee guida che esse stesse individueranno. I membri del Quartetto sottolineano che il loro appoggio alla leadership palestinese dipende dalla volontà di questa di accettare i tre pre-requisiti posti dal Quartetto sin dall’inizio, e cioè: riconoscimento di Israele, ripudio del terrorismo e conferma degli accordi precedentemente firmati. L’attuazione dell’accordo tra le parti, aggiunge il Quartetto, potrà iniziare soltanto dopo che saranno state distrutte tutte le strutture del terrorismo, in conformità alle linee guida indicate dal presidente americano George W. Bush nella Road Map.
Presenti per il Quartetto all’incontro di Sharm el-Sheik il segretario di stato Usa Condoleezza Rice, il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, il capo della politica estera della UE Javier Solana e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. Presenti anche il ministro degli esteri egiziano e quello francese.
Fonti del ministero degli esteri israeliano si sono dette soddisfatte della dichiarazione di Sharm el-Sheik, spiegando che il Quartetto sostanzialmente condivide la posizione israeliana.
“Gli interessi a lungo termine di Israele – ha detto la Livni – si possono consolidare solo mantenendo il dialogo con i nostri vicini. Le due parti in causa capiscono più di ogni altra l’urgenza di arrivare a un accordo. Esse sanno meglio di chiunque altro cosa possono e cosa non possono accettare, e quale debba essere il calendario. Noi – ha aggiunto il ministro degli esteri israeliano – riconosciamo la necessità di uno stato palestinese, purché non sia uno stato terrorista. Abbiamo fatto progressi nei negoziati, che sono condotti in modo serio e intenso. Noi condividiamo l’idea di offrire alla leadership palestinese, quella che riconosce Israele e si adopera contro il terrorismo, l’aiuto politico e finanziario di cui ha bisogno, e chiediamo il sostegno della comunità internazionale nel prevenire l’estremismo e il terrorismo”.
Prima di partire alla volta dell’Egitto, Tzipi Livni ha dichiarato a YnetNews che la cosiddetta “iniziativa di pace araba” non può essere un’alternativa ai colloqui diretti con l’Autorità Palestinese e la Siria, aggiungendo comunque di non sentirsi scoraggiata dai progressi fatti a un anno dal summit di Annapolis. “Abbiamo visto alcuni progressi nei colloqui con i palestinesi, ma ci sono ancora molte questioni sul tappeto – ha detto la presidente di Kadima – Il processo continuerà e preferisco continuare a negoziare finché arriveremo a un accordo che corrisponda agli interessi di sicurezza di Israele”. Questo processo, ha aggiunto, è preferibile rispetto a “un processo affrettato che sortirebbe in un pezzo di carta senza valore reale”.
Un concetto analogo ha espresso Condoleezza Rice venerdì scorso durante la sua visita a Ramallah: “Sapevamo – ha detto la Rice ai giornalisti – che, nel caso l’accordo non si fosse raggiunto entro la fine dell’anno, qualcuno avrebbe detto che il processo e i negoziati di Annapolis sono falliti. In realtà, è vero il contrario. Non siamo ancora arrivati al traguardo, ma sono certa che se palestinesi e israeliani continueranno sulla strada tracciata ad Annapolis, arriveranno al traguardo, ed anche relativamente presto”.

(Da: YnetNews, 9.11.08)