Il terrorista ispirato dalle parole di Abu Mazen

Intanto l’Autorità Palestinese continua a premiare in denaro i responsabili delle peggiori stragi terroristiche

Mahmoud AbbasMuhannad Halabi, il terrorista palestinese che la sera di sabato scorso ha accoltellato a morte due persone a Gerusalemme, aveva postato sulla sua pagina Facebook le motivazioni del duplice assassinio. Le parole di Halabi riflettono in modo inquietante quelle della propaganda di odio e violenza diffuse dagli stessi dirigenti dell’Autorità Palestinese che accusano Israele di “promuovere l’escalation”. Ecco cosa ha scritto il terrorista palestinese Muhannad Halabi:

“Stando a quello che vedo, la terza intifada è iniziata. Ciò che sta accadendo alla Moschea di Al-Aqsa è ciò che sta accadendo ai nostri luoghi santi, e la via del nostro Profeta [Maometto], e ciò che sta accadendo alle donne di Al-Aqsa e alle nostre madri e sorelle. Io non credo che il popolo soccomberà all’umiliazione. Il popolo si solleverà (letteralmente “farà intifada”), è sarà davvero intifada”. (Dalla pagina Facebook di Muhannad Halabi, 2.10.15).

L’esortazione ai palestinesi ad agire con la violenza per “proteggere” e “difendere” i luoghi santi musulmani è stata lanciata personalmente dallo stesso presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), che in un suo recente discorso aveva benedetto “ogni goccia di sangue versato per Gerusalemme”, presentando come un imperativo religioso la violenza a “difesa” dei luoghi sacri profanati dai “piedi sozzi” degli ebrei. Queste le parole di Abu Mazen:

“Noi vi benediciamo, benediciamo i murabitin [i responsabili del ribat, il conflitto religioso a difesa di ogni pezzo di terra rivendicato come islamico], benediciamo ogni goccia di sangue versata per Gerusalemme, che è sangue pulito e puro se versato per Allah, ad Allah piacendo. Ogni martire (shahid) andrà in paradiso, e ogni ferito sarà ricompensato per volontà di Allah. La moschea di Al-Aqsa è nostra, la Chiesa del Santo Sepolcro è nostra, e non hanno alcun diritto di profanarle con i loro piedi sozzi. Noi non permetteremo loro di farlo e faremo tutto quanto in nostro potere per proteggere Gerusalemme”. (Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 16.9.15)

Anche il terrorista di sabato scorso ha fatto riferimento alle attiviste palestinesi (“le donne di Al-Aqsa”) incaricate di insultare e molestare gli ebrei che si recano sul Monte del Tempio di Gerusalemme. Il terrorista Halabi non ha fatto che riecheggiare le parole dei tanti dirigenti dell’Autorità Palestinese che hanno elogiato quel comportamento, tra i quali Ahmed Al-Ruweidi, consigliere di Abu Mazen per gli affari di Gerusalemme, che ha detto:

“Sono orgoglioso dei combattenti del ribat e delle donne combattenti del ribat, nostre sorelle, che adoperando il sangue, gli arresti, gli attacchi e le percosse sono riusciti a espellere [gli ebrei] con i loro corpi, con la loro ferma posizione e con il loro ribat. Davvero, a loro va tutto il mio rispetto e apprezzamento”. (TV dell’Autorità Palestinese, 26.7.15).

Il terrorista ha inoltre motivato il suo pluriomicidio come una reazione alla cosiddetta “umiliazione” palestinese. Allo stesso modo, anche il consigliere di Abu Mazen Al-Ruweidi aveva fatto riferimento a coloro che combattono Israele come a coloro che riabilitano l’onore islamico:

“Permettetemi di dire che essi non solo proteggono la moschea di Al-Aqsa. Proteggono l’onore stesso della nazione islamica, perché è di Gerusalemme che stiamo parlando”.

(Da: PMW Bulletin, 4.10.15)

 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della pubblica sicurezza Gilad Erdan visitano in ospedale Adele Banita, il cui marito Aharon, 22 anni, è stato pugnalato a morte in un vicolo della Città Vecchia di Gerusalemme lo scorso sabato dal terrorista palestinese Muhannad Halabi. Ucciso anche un secondo israeliano, Nehemia Lavi, di 41 anni.

Nuovi documenti resi pubblici martedì dimostrano che nel corso degli ultimi anni l’Autorità Palestinese ha versato retribuzioni per centinaia di migliaia di shekel a palestinesi detenuti nelle carceri israeliane per sanguinosi reati di terrorismo.

Secondo i documenti rivelati da Israel Radio, la maggior parte di coloro che ricevono soldi dall’Autorità Palestinese sono membri di Hamas e figurano tra gli organizzatori di alcuni dei più sanguinosi attacchi terroristici nella storia israeliana, in particolare delle stragi della seconda intifada. Uno dei documenti mostra che Abdullah Barghouti, un costruttore di bombe per conto di Hamas condannato a 67 ergastoli, ha finora ricevuto più di 250mila shekel (quasi 66mila dollari). Ibrahim Hamad, che è stato capo dell’ala militare di Hamas in Cisgiordania e sta scontando 54 ergastoli, risulta aver già ricevuto 200mila shekel (quasi 53mila dollari). Sia Bargouti che Hamad sono implicati nell’organizzazione di alcuni dei peggiori attentati suicidi della seconda intifada, come la strage alla caffetteria dell’Università di Gerusalemme del 31 luglio 2002, quella al ristorante Sbarro di Gerusalemme del 9 agosto 2001 e quella allo Sheffield Club di Rishon Lezion del 7 maggio 2002. Dai documenti risulta che anche Muhammad Araman, rappresentante dei detenuti di Hamas, condannato a 36 ergastoli, fino al 2012 ha ricevuto 250mila shekel. I membri della cellula terroristica di Silwan, anch’essi implicati in numerosi attacchi terroristici, hanno ricevuto dall’Autorità Palestinese tra i 250 e i 300mila shekel ciascuno.

I documenti acquisiti da Israel Radio specificano anche gli “stipendi” a sei cifre versati negli anni a membri delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese condannati a pene detentive perché risultati fra gli organizzatori di attentati durante la seconda intifada.

Vale la pena ricordare che gran parte del budget dell’Autorità Palestinese è coperto da aiuti internazionali.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, 6.10.15)