Il vero nemico dei palestinesi

Filmati palestinesi denunciano la dittatura islamista di Hamas nella striscia di Gaza

Con un articolo di V. Magiar

image_2377Un video con filmati palestinesi (e commento in inglese) denuncia la dittatura islamista di Hamas nella striscia di Gaza. In esso si possono vedere:
– miliziani Hamas che attaccano con armi da fuoco una festa di matrimonio palestinese perché vi sono uomini (rigorosamente separati dalle donne) che commettono la colpa di cantare;
– miliziani Hamas che “arrestano” miliziani di Fatah e li conducono alla fucilazione (esistono anche le immagini delle decimazioni, qui omesse);
– seguaci di Hamas che danzano di gioia nelle strade per festeggiare gli attentati dell’11 settembre;
– video trasmessi dalla tv di Hamas per indottrinare al “martirio” bambini “balilla” palestinesi;
Immagini di fronte alle quali il commentatore arabo si domanda: “Perché i musulmani non vanno nelle strade a gridare: morte a Hamas”?

REAL FACE OF HAMAS, THE MURDERER OF PALESTINIANS

Il filmato è stato segnalato anche da Victor Majar in questo suo articolo:

HAMAS NON È IL POPOLO PALESTINESE
Chi ha dormito almeno una volta in un campo profughi palestinese sa che è una menzogna confondere il popolo palestinese con Hamas. Il colonialismo non ha solo il volto cinico e razzista dell’ europeo predatore, ma può avere anche quello ipocrita, e comunque razzista, dell’ europeo benevolo, dallo sguardo pietoso e indulgente verso altri popoli considerati incapaci di prendere in mano il proprio destino. Così, i colonialisti dal volto umano non vogliono vedere la più evidente delle verità: una parte del popolo palestinese ha scelto di risolvere la propria condizione di oppressione usando gli strumenti della politica e del compromesso, un’ altra parte, minoritaria, ha scelto la via della guerra totale, della nuova «soluzione finale» per gli ebrei in Medio Oriente e nel resto del mondo. Rimango sempre allibito quando sento dire che la condizione di occupazione (o in generale quella di oppressione o sofferenza) debba inevitabilmente sfociare in scelte radicali: non è vero. È possibile invece esprimere altre posizioni e individuare altre vie: questo è il dibattito che ha attraversato la società palestinese in questi decenni e che trova nella nell’ ANP e in Mahmoud Abbas la sua più avanzata rappresentazione. Del resto (smascheriamo un’ altra manipolazione) la posizione rappresentata da Hamas non si può definire radicale, ma fanatica, razzista e totalitaria. È ormai insopportabile sentir recitare il solito mantra che la pace fra israeliani e palestinesi non è stata raggiunta per responsabilità di «entrambe le parti»: dal 2000 la pace è in ostaggio della multinazionale dell’ integralismo islamico e nessuno in questi anni ha realmente aiutato Al-Fatah a contrastare Hamas, anzi… Nel mondo musulmano importanti finanziatori hanno ingrassato Hamas a dismisura, in Europa politici e «attivisti», mascherati da campioni della realpolitik, hanno fatto di tutto per farci digerire il mostro integralista. Questa, secondo me, la massima responsabilità dei manipolatori della parola più sacra ad ebrei e musulmani: pace. Quando Hamas si è impossessata di Gaza decimando per le strade i militanti di Al-Fatah, i loro dirigenti e i loro parenti, bambini inclusi, (www.youtube.com/watch?v=7_OGhj43GAE) nessun presunto «amico del popolo palestinese» ha fiatato, nessuno ha formato delegazioni di pacifisti o di parlamentari per fermare i golpisti e il loro eccidio fraterno. Così come non li abbiamo visti andare da Hamas a chiedere di smettere il lancio dei missili (… e a dire il vero non li abbiamo visti nemmeno protestare per altre tragedie in altre parti del mondo). No. Il colonialista dal volto umano ha sempre la stessa risposta pronta: «poveretti bisogna capirli… hanno tanto sofferto» e quindi è loro concesso tutto. In realtà è a Hamas che concedono tutto, al popolo palestinese rimane solo una sanguinaria dittatura. Siamo ormai al paradosso: in Europa le strade si gonfiano di urla che confondono la tragedia palestinese con il disegno di Hamas, che vuole la tragedia, mentre nel mondo arabo si attende con ansia la caduta di Hamas, la cui sconfitta militare e politica potrà aprire nuovi scenari. Immagino già la risposta, il solito mantra: la soluzione è politica! Certo, ma la soluzione politica ci sarà solo a condizione della sconfitta del ricatto militare. Chi crede nella violenza ha un suo codice culturale e psicologico: Hamas ha interpretato la pazienza di Israele come segno di debolezza. Dopo 8 anni di missili Israele non solo ha risposto, ma ha spiegato a Hamas, Hizb-Allah e Iran, che è ancora uno Stato solido e forte, che la loro violenza non paga. Invece di raccogliersi ad Assisi per fare proclami sul destino del mondo, vadano i pacifisti a Sderot e a Gaza: spieghino loro a Hamas che la soluzione è solo politica. Spieghino che deve rinunciare alla violenza contro Israele, Al-Fatah e i palestinesi. Spieghino ai cittadini del sud di Israele che possono fare affidamento anche sull’ opinione pubblica europea, e non solo su Tzahal. Chi ha dormito almeno una volta in un campo profughi palestinese sa che è una menzogna confondere Hamas con il popolo palestinese: i bambini di Gaza non meritano né le bombe israeliane né il destino regalato loro dai carcerieri integralisti.
(Da: Corriere della Sera, 31.01.09)