Impossibile fare la pace con gli antisemiti

La negazione della Shoà non solo è falsa e immorale, ma fomenta l'antisemitismo e la delegittimazione d’Israele

Di Edy Cohen

Edy Cohen, autore di questo articolo

Nei paesi occidentali e in Israele la negazione della Shoà è un comportamento considerato intollerabile, in alcuni paesi un vero e proprio reato passibile di condanna a pene detentive. Nei paesi arabi è tutto diverso. In questi paesi, non solo la Shoà non viene insegnata nelle scuole, ma la sua esistenza viene negata spesso e volentieri nell’evidente intento di colpire Israele e il popolo ebraico.

Circa tre settimane fa, il 14 ottobre, giornalisti e ricercatori giordani hanno partecipato a una conferenza nel loro paese intitolata “Olocausto: la più grande menzogna nella storia moderna”. Un video pubblicato da MEMRI (Middle East Media Research Institute) mostra alcune delle affermazioni razziste fatte dai conferenzieri. Tra le varie dichiarazioni, è stato sostenuto che il numero di vittime perite nei campi di concentramento e sterminio sarebbe compreso tra 600.000 e 800.000, e che solo la metà di questi erano ebrei. In altre parole, sarebbero al massimo 400.000 gli ebrei assassinati nella Shoà. Rievocando un altro classico cliché antisemita, un relatore ha parlato dell’'”influenza distruttiva” esercitata dagli ebrei nella società tedesca.

Nelle conclusioni è stato sostenuto che non sarebbe mai stata trovata nessuna prova a sostegno dell’esistenza della Shoà come corpi, ceneri, camere a gas e simili, senza alcuna considerazione della profusione di tali prove documentate e facilmente accessibili a tutti. Verso la fine della conferenza, per rappresentare gli ebrei come bugiardi uno degli oratori ha citato il ministro nazista della propaganda: “Goebbels diceva: menti e menti ancora fino a quando il popolo ti crederà. E gli ebrei dicono: menti e menti ancora finché tu stesso ci crederai”.

Clicca sulla foto per vedere il video (con sottotitoli in inglese)

Questa vergognosa conferenza (che non è un’eccezione nel mondo arabo) non si sarebbe potuta svolgere senza l’approvazione delle autorità giordane, i cui rappresentanti spesso negano pubblicamente ed esplicitamente la Shoà. Siamo di fronte a una pura e semplice falsificazione della storia e della scienza e allo sfacciato rifiuto di fatti e ricerche accademiche decennali. Un evento come questo non solo promuove la negazione della Shoà nel mondo arabo, ma fomenta anche l’antisemitismo, già di per sé in aumento nel mondo arabo e nel resto del mondo. Di più. E’ del tutto evidente che lo scopo principale della conferenza, tesa a minimizzare sia l’importanza che la portata della Shoà, era quello di demonizzare gli ebrei e delegittimare Israele.

Dovendo dare priorità ad altre questioni vitali, finora Israele si è mostrato esitante e non è sostanzialmente riuscito a smascherare in tutta la sua portata il crescente fenomeno della negazione della Shoà nel mondo arabo, e a contrastarlo. Circa tre anni fa ho tradotto il libro del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), basato sulla sua tesi di dottorato essenzialmente imperniata sulla minimizzazione e negazione della Shoà. Con mio rammarico nessun ente, comprese università e istituti di ricerca, ha accettato di pubblicare il libro, probabilmente nel timore di danneggiare il processo di pace o le prospettive di rilanciarlo. È giunto il momento di smetterla di ignorare il fenomeno del negazionismo arabo e impegnarsi in una battaglia contro coloro che lo abbracciano. In ogni caso, dialogo e riavvicinamento non potrebbero mai partire da posizioni fondate sull’antisemitismo e sulla negazione della Shoà.

(Da: Israel HaYom, 7.11.19)