In mostra al pubblico la Venere di Beit Shean

Una Venere pudica del secondo secolo, unica per lo strato di colore originale che vi si può ancora ammirare.

image_637Messa in mostra al pubblico martedì al Museo d’Israele una rara statua di marmo di Venere, la dea romana dell’amore, scoperta un decennio fa negli scavi dell’antica città di Beit She’an.
Secondo i curatori, la statua è unica per via dello strato di colore originale che vi si può ancora vedere. Il museo confida che la “Venere di Beit She’an” diventi una delle statue più famose del genere.
La Venere, che data al secondo secolo e.v., fu trovata durante gli scavi delle terme esterne a Beit She’an dai prof. Gideon Foerster e Yoram Tzafir dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Gerusalemme. È del tipo conosciuto come Venere pudica, o Venere modesta, per il modo in cui le braccia sono incrociate in un tentativo di nascondere il seno e la zona pubica. Eros compare al suo fianco, con le sembianze di un bambino grassottello che cavalca un delfino.
Gli archeologi ritengono che la statua, che pesa mezza tonnellata ed è alta 160 cm., sia stata scolpita in un grande laboratorio ad Afrodisia, in Asia Minore (oggi Turchia). Purtroppo mancano la testa, le mani e i piedi.
I tecnici del Museo d’Israele e i laboratori dell’Autorità Israeliana per le Antichità hanno lavorato per anni per ripulire e restaurare la statua che, quando fu trovata, era rotta in vari punti e coperta di un duro sedimento.
La pittura rossa, blu e gialla che originariamente ricopriva la statua si può ancora vedere in vari punti. Dudi Mevorach, capo curatore dei reperti romani, ellenistici e bizantini del Museo, ha spiegato che i pigmenti sono i meglio conservati di qualunque statua di epoca romana esistente al mondo.
Foerster ha detto che la statua è rimasta in piedi per quattrocento anni, compresi i 150 quando Beit She’an era sotto dominazione cristiana.
La città, nota come Nisa-Scythopolis durante il periodo romano, aveva due terme, oltre a templi, strade lastricate e numerosi edifici pubblici.
Al tempo del suo massimo splendore, durante il quarto secolo e.v., gli abitanti erano circa quarantamila. Beit She’an fu distrutta da un terremoto il 18 gennaio dell’anno 749 e.v.
Due anni dopo il rinvenimento della statua, Foerster trovò una delle gambe nelle vicinanze ed è convinto che si possano ancora trovare altri pezzi.
La statua è attualmente esposta nel quadro della mostra “Bellezza nella Santità”, la prima di una serie di mostre che celebrano il quarantesimo anniversario del Museo d’Israele a Gerusalemme.

(Da: Ha’aretz, 30.03.05)

Nella foto in alto: La Venere di Beit She’an