Incoraggiare il lavoro, non la povertà

La comunità ultra-ortodossa ha alti tassi di povertà, mentre la percentuale di uomini ultra-ortodossi che non lavorano per scelta resta troppo alta

Editoriale di Ha’aretz

Il ministro israeliano delle finanze Avigdor Lieberman

Si può discutere sui dettagli, ma la sostanza è fuori discussione: Israele deve incoraggiare i suoi cittadini ultra-ortodossi a trovare lavoro usando tutti gli strumenti a sua disposizione.

La recente decisione del ministro delle finanze Avigdor Lieberman (leader del partito laico nazionalista Yisrael Beiteinu ndr) di smettere di sovvenzionare l’asilo nido alle famiglie in cui un genitore non lavora per scelta ha lo scopo di aumentare i tassi di occupazione tra i maschi adulti ultra-ortodossi.

Il ritmo dell’integrazione degli uomini ultra-ortodossi nel mercato del lavoro era aumentato dopo che nel 2003 l’allora ministro delle finanze Benjamin Netanyahu aveva avviato il programma “Dallo stipendio al lavoro” (un programma volto a porre fine alla dipendenza dal welfare esigendo che le persone facessero domanda per posti di lavoro o formazione ndr). Ma negli ultimi anni la tendenza si è invertita. E non è accaduto per caso. I partiti ultra-ortodossi sono stati partner determinanti nei successivi governi che Netanyahu ha guidato come primo ministro, e per evitare problemi all’interno della sua coalizione Netanyahu ha semplicemente tolto il piede dall’acceleratore. Il risultato era prevedibile.

La comunità ultra-ortodossa soffre di alti tassi di povertà, mentre la percentuale di uomini ultra-ortodossi che lavorano è molto bassa. Per ogni maschio adulto che lavora ce n’è un altro che non lo fa per scelta (dedicandosi a tempo pieno agli studi religiosi ndr). In questa situazione, e dato che le donne ultra-ortodosse hanno un alto tasso di partecipazione alla forza lavoro ma guadagnano poco, diventa semplicemente impossibile sostenere una famiglia che ha in media sette figli (contro una media di tre figli nel resto della società israeliana non ultra-ortodossa).

Ebrei ultra-ortodossi dedito agli studi religiosi a tempo pieno

Israele può e deve garantire servizi sociali di alto livello a tutti i suoi cittadini. Ma non può farlo a meno che ogni segmento della società non partecipi al mercato del lavoro a un tasso elevato. Si tratta di una questione di bilancio, ma anche di una questione di principio.

L’aspettativa di vita è in aumento. Il tasso della crescita naturale d’Israele in generale, e della comunità ultra-ortodossa in particolare, è più alto che in qualsiasi altra parte del mondo occidentale. E visti gli sviluppi tecnologici, alti tassi di occupazione sono una condizione necessaria per raggiungere il benessere economico e la solidarietà sociale.

Come prevedibile, i politici ultra-ortodossi (oggi all’opposizione ndr) hanno vivacemente attaccato  la decisione di Lieberman, e ad essi si è aggiunta la voce del leader di Meretz (sinistra sionista), il ministro della sanità Nitzan Horowitz. Ma nonostante tutte le difficoltà che la cessazione dei sussidi per l’asilo nido può causare, questi politici farebbero meglio a concentrarsi sull’aspetto positivo dell’iniziativa, e fare pressione sul governo perché fornisca strumenti per l’integrazione della loro comunità nel mercato del lavoro, anziché esigere il ritorno a un meccanismo che perpetua la povertà.

(Da: Ha’aretz, 9.7.21)