Indice di sviluppo umano: Israele 18esimo su 188 paesi

La classifica Onu valuta non solo il Pil, ma anche parametri come aspettativa di vita, livelli di istruzione, parità di genere, grado di soddisfazione

Ottobre 2012, a Neve Zedek (Tel Aviv)

Ottobre 2012 a Neve Zedek, Tel Aviv (da: humansoftelaviv.tumblr.com/archive – clicca per ingrandire)

Nonostante tutto, Israele non è poi così male come posto in cui vivere. Questo, perlomeno, è quanto risulta dalla lettura della più recente classifica dell’Indice di Sviluppo Umano, pubblicata questa settimana dalle Nazioni Unite, che da 25 anni assegna ai vari paesi un punteggio calcolato sulla base di diversi parametri come reddito, aspettativa di vita e livelli di istruzione.

Stando all’Indice Onu di sviluppo umano, Israele si colloca in 18esima posizione su 188 paesi classificati, entrando a pieno titolo nella categoria dei 49 paesi a “sviluppo umano molto elevato”. In base a questo indice, che classifica i paesi su quattro diversi livelli, Israele si aggiudica 0,894 punti: ben al di sopra della media dei paesi dell’Unione Europea (0,867), e anche al di sopra dell’indice medio dei paesi OCSE (0,882).

In testa alla lista mondiale la Norvegia, seguita da Australia, Svizzera, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda. Gli Stati Uniti risultano all’ottavo posto; Regno Unito e Svezia al 14esimo; il Giappone 20esimo. La Francia è alle spalle di Israele in 22esima posizione, così come la Spagna (26esima) e l’Italia (27esima).

Molti dei paesi classificati dopo Israele hanno un Prodotto interno lordo pro capite superiore a quello israeliano. Ad esempio, il Pil pro capite israeliano di 30.600 dollari è inferiore a quello del Belgio (41.200 dollari). Ma bisogna ricordare che l’Indice di sviluppo umano combina diversi parametri, e il Pil pro capite costituisce solo una parte dell’equazione.

Chiudono la lista i paesi col più basso indice di sviluppo umano: Eritrea, Repubblica Centrafricana e Niger.

 

Aprile 2014 a Tel Aviv (da: humansoftelaviv.tumblr.com/archive) – clicca per ingrandire

Aprile 2014 a Tel Aviv (da: humansoftelaviv.tumblr.com/archive – clicca per ingrandire)

Israele supera di molto tutti i suoi vicini mediorientali. Tra i paesi arabi, il Qatar è il primo classificato, in 32esima posizione. L’Arabia Saudita si classifica 36esima, il Libano 67esimo, la Giordania 80esima. L’Egitto compare in posizione 108, mentre la Siria devastata dalla guerra civile risulta 134esima. L’Iran è 69esimo.

Nel corso degli ultimi 25 anni l’indice di sviluppo umano d’Israele è considerevolmente migliorato: in base al punteggio che si era aggiudicato nel 1990, oggi risulterebbe solo in 57esima posizione.

Israele perde 9 posizioni, scendendo al 27esimo posto, se i parametri misurati su tutta la popolazione vengono corretti in base al tasso di disuguaglianza. Per avere un termine di confronto, con la stessa correzione gli Stati Uniti perdono 20 posizioni, passando dall’ottavo al 28esimo posto.

Israele mantiene invece il 18esimo posto per quanto riguarda la parità di genere. Circa questo parametro specifico, vi sono dati interessanti. Israele presenta il secondo tasso più basso al mondo di mortalità materna, con 2 morti ogni 100.000 nascite. Leader mondiale è la Bielorussia, con una morte ogni 100.000 nascite. Negli Stati Uniti il dato è di 28 morti materne ogni 100.000 nascite.

Israele, inoltre, registra il più alto tasso di fertilità di tutti i paesi della categoria a ”sviluppo umano molto elevato”, con 2,9 nascite per donna. Nei paesi sviluppati il tasso di fertilità di sostituzione è considerato 2,1 figli per donna. Secondo l’indice delle Nazioni Unite, nessuno dei 28 paesi dell’Unione Europea, né gli Stati Uniti con 2 figli per donna, raggiungono il tasso minimo di sostituzione. Tra i vicini di Israele, il tasso di natalità in Arabia Saudita è di 2,7, in Libano 1,5, in Giordania 3,3, in Egitto 2,8, in Siria 3,0.

Per quanto riguarda gli omicidi, definiti nel rapporto Onu come il numero di morti illegali intenzionalmente inflitte da una persona a un’altra, nel periodo 2008-2012 Israele ha registrato 1,8 omicidi ogni 100.000 persone. Il dato è notevolmente inferiore a quello degli Stati Uniti (4,7 per 100.000), ma superiore a quello della maggior parte dei paesi dell’Unione Europea. Nel Regno Unito e in Francia il tasso è di 1 per 100.000, in Italia 0,9, in Russia 9,2, mentre in Venezuela balza a 53,7 e in Honduras addirittura a 90,4.

Con 9,8 suicidi maschili ogni 100.000 persone, il tasso dei suicidi in Israele risulta relativamente basso tra i paesi sviluppati, rispetto ai 19,4 degli Stati Uniti, ai 16,1 dell’Australia, ai 41,7 dell’Islanda. Tra i 49 paesi ad alto indice di sviluppo umano, il tasso di suicidi israeliano risulta il nono più basso per gli uomini e l’ottavo più basso per le donne, con 2,2 suicidi ogni 100.000.

Infine, per quanto riguarda il grado di soddisfazione dichiarato (su una scala da 0 a 10), solo gli appagati abitanti di Svizzera, Danimarca e Islanda risultano più soddisfatti della propria vita dei solitamente lamentosi israeliani. Dopo il voto 7,5 di quei paesi, arriva Israele con il voto 7,4, a pari merito con Norvegia e Finlandia. Gli Stati Uniti si meritano un 7,2, il Canada un 7,3, il Regno Unito un 6,8, la Francia un 6,5.

(Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, 16.12.15)