Deterrenza e intervento delle forze israeliane scongiurarono la scorsa estate un devastante attentato terroristico

Ma è di nuovo operativo Mohammed Deif, il capo terrorista di Hamas scampato ai bombardamenti israeliani

Case del kibbutz Kerem Shalom prospicenti il confine con la striscia di Gaza

Case del kibbutz Kerem Shalom prospicienti il confine con la striscia di Gaza (clicca per ingrandire)

Durante la prima settimana dell’operazione anti-terrorismo “Margine protettivo” della scorsa estate, prima che le Forze di Difesa israeliane si concentrassero sulla distruzione dei tunnel terroristici, le Brigate Izzedine al-Qassam, ala militare di Hamas, avevano progettato un massiccio attacco contro il kibbutz Kerem Shalom, vicino al confine con la striscia di Gaza. Lo hanno confermato mercoledì fonti della difesa israeliana citate da radio Galei Tzahal, aggiungendo una serie di particolari.

Secondo il reportage, il piano di Hamas prevedeva che decine di terroristi di Hamas pesantemente armati utilizzassero un tunnel scavato fin sotto il territorio israeliano sbucando alle porte del kibbutz adiacente il confine, per dare l’assalto al centro abitato con l’obiettivo di uccidere e sequestrare il maggior numero possibile dei suoi abitanti. Gli ostaggi sarebbero stati poi utilizzati per ricattare Israele e costringerlo a scarcerare altri terroristi detenuti.

Scopo dell’attacco, verosimilmente pianificato mesi prima dell’estate, era anche quello di spingere Israele a reagire con un massiccio attacco di terra nella striscia di Gaza, dove Hamas aveva impiegato mesi a imbottire interi quartieri di mine, trappole esplosive e postazioni per imboscate. L’attacco, progettato dal capo dell’ala militare di Hamas Mohammed Deif, avrebbe dovuto infliggere un colpo strategico a Israele, ma venne annullato all’ultimo minuto per disaccordi all’interno della dirigenza di Hamas.

Il kibbutz Kerem Shalom vicino all'angolo sud-ovest della striscia di Gaza

Il kibbutz Kerem Shalom vicino all’angolo sud-ovest della striscia di Gaza (clicca per ingrandire)

L’establishment della difesa israeliana ha intanto confermato che Mohammed Deif è sopravvissuto al raid sferrato contro la sua abitazione dalle Forze di Difesa israeliane lo scorso 19 agosto durante i combattimenti con Hamas a Gaza, e ha recentemente ripreso il suo posto al comando delle Brigate Izzedine al-Qassam. Deif era già sopravvissuto ad almeno altri quattro tentativi di eliminarlo. Mohammed Deif, 51 anni, è considerato responsabile della pianificazione ed esecuzione di una lunga serie di attentati terroristici costati la vita a decine o addirittura centinaia di israeliani, civili e militari. Da anni è uno dei nomi in cima alla lista dei terroristi più ricercati da Israele.

Nel corso del conflitto della scorsa estate le Forze di Difesa israeliane hanno individuato e demolito 32 tunnel terroristici, ma si ritiene che, dopo la conclusione dei combattimenti, Hamas abbia impegnato enormi sforzi e mezzi finanziari per ricostruire e ampliare la rete di gallerie sotterranee, e per reintegrare il suo arsenale, incrementando e migliorando la produzione indipendente di razzi.

Secondo notizie riportate dai mass-media, il veto al piano di Deif di sferrare l’assalto alle comunità israeliane di confine sarebbe stato posto dal capo politico di Hamas, Khaled Mashaal, a causa del timore che Hamas non sarebbe stata in grado di contenere né reggere la reazione israeliana ad attacchi di quella portata. Successivamente, durante i combattimenti, nonostante l’opposizione dell’ala politica le Brigate Izzedine al-Qassam tentarono un paio di volte di lanciare un attacco sul tipo di quello progettato, sebbene su scala minore, ma non furono più in condizione di realizzarlo una volta che l’esercito israeliano era entrato in forze all’interno della striscia di Gaza.

Un tunnel terroristico che le Brigate xx affermano d'aver ricostruito dopo la guerra della scorsa estater

Un tunnel terroristico che le Brigate Izzedine al-Qassam affermano d’aver ricostruito dopo la guerra della scorsa estate

Secondo il sito di notizie Walla, sin dalla fine dell’operazione “Margine protettivo” l’ala politica e l’ala militare di Hamas sono ai ferri corti sull’atteggiamento da tenere verso Israele e verso i loro alleati. Deif ritiene che Hamas debba ricucire e rafforzare i suoi legami con l’Iran per accedere a maggiori finanziamenti e a forniture di armi più sofisticate. Mashaal si propone invece di rafforzare i rapporti con l’Arabia Saudita per porre fine all’isolamento di Hamas migliorando e promuovendo la sua posizione internazionale sui teatri regionale e globale. Secondo il reportage di radio Galei Tzahal, una delle preoccupazioni per l’establishment della difesa israeliana è che le tensioni tra ala politica e ala militare di Hamas, aggravate dal crescente disprezzo mostrato dagli elementi più estremisti all’interno di Hamas verso i leader politici del gruppo, possano spingere l’ala militare ad effettuare autonomamente attacchi contro Israele.

Commentando la notizia che Kerem Shalom è scampato a un devastante attacco terroristico, il segretario del kibbutz Roni Kissin ha affermato: “E’ una realtà terrificante, ma la vita deve andare avanti. In fin dei conti l’attacco non è avvenuto, quindi evidentemente c’è qualcuno che sta facendo bene il proprio lavoro”.

(Da: Israel HaYom, Times of Israel, 29.4.15)