Israele classificato terzo miglior ecosistema per le start-up al mondo

L'area di Tel Aviv à la settima città leader al mondo per le start-up, ma si affermano anche Haifa, Gerusalemme, Yokneam, Eilat e Ashdod

Dal rapporto StartupBlink (clicca per ingrandire)

Israele è stato nominato il terzo miglior ecosistema per le start-up a livello mondiale, nell’ultima edizione del rapporto annuale del centro di ricerca StartupBlink. Valutando gli ecosistemi dell’innovazione in 100 paesi e 1.000 città in tutto il mondo, StartupBlink classifica la loro posizione in base alla quantità e qualità di start-up e relative organizzazioni di supporto, e in basse a una serie di fattori relativi all’ambiente per business come la predisposizione a condurre affare e ad operare investimenti.

Nella classifica 2020 Israele è salito dal quarto al terzo posto, superando il Canada e posizionandosi dietro solo a Stati Uniti e Regno Unito. L’area di Tel Aviv, nota per essere il fulcro dell’innovazione israeliana, viene classificata come la settima città leader per le start-up in tutto il mondo, perdendo un posto rispetto alla classifica 2019 a causa della recente ascesa di Pechino.

Gerusalemme è salita di tre posizioni, classificandosi 55esima. Inoltre, tra le prime 200 città del mondo come migliori ecosistemi per le start-up figurano anche Haifa, che ha scalato ben 35 posizioni classificandosi al 143esimo posto, e Beersheba che ha invece perso 19 posizioni classificandosi al 199esimo posto. San Francisco Bay, New York e Londra si confermano le tre migliori città del mondo, seguite da Boston e Los Angeles, Pechino e Tel Aviv.

Dal rapporto StartupBlink (clicca per ingrandire)

“Israele a buon diritto è conosciuta come la ‘nazione start-up’ – affermano gli autori del rapporto – E’ un paese relativamente piccolo che ha un impatto sostanziale sull’ecosistema globale delle start-up”. Per mantenere in futuro le sue “eccellenti posizioni”, gli autori dicono che Israele deve garantire che Tel Aviv rimanga un hub globale di innovazione a fronte della crescente concorrenza, deve cercare di far crescere Gerusalemme e rafforzare la posizione di altre città nonché migliorare il suo ambiente per business.

Le new entry israeliane nella lista delle prime 1.000 città al mondo sono Yokneam, nota per la gestione dei benefici fiscali in modo economicamente efficiente, Eilat grazie all’attenzione all’agro-turismo, e Ashdod, citata come un luogo alternativo per l’innovazione caratterizzato da un costo della vita inferiore.

“Esistono molte verticali in cui Israele eccelle – aggiungono gli autori del rapporto, riferendosi alle aziende super-specializzate in nuovi campi che attraggono investimenti – Dalla guida autonoma (Mobileye, Waze), alla pubblicità (Taboola), ai servizi (Fiverr) e molto altro. Una verticale che sta maturando e mostra forti potenzialità è la sicurezza informatica, che in Israele si avvale delle sfide uniche che l’esercito deve fronteggiare”.

Gli autori affermano inoltre che Israele rappresenta un “brillante esempio” di innovazione per gli altri paesi grazie alla sua capacità di diventare un hub globale nonostante il difficilissimo contesto geopolitico, e grazie alle sostanziali entrate fiscali ottenute con le acquisizioni estere e gli alti salari. Il tutto realizzato senza una guida da parte del settore pubblico, aggiungono gli autori, che comunque sottolineano come l’ecosistema locale abbia enormemente beneficiato in modo indiretto della presenza “del più grande acceleratore di start-up del mondo”: le Forze di Difesa israeliane.

(Da: Jerusalem Post, 7.6.20)

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