«Israele combatte una guerra in mezzo alle altre guerre»

Comandante dell’aviazione: «Non esiste la primavera, nel calendario della politica mediorientale»

image_3651“Israele sta conducendo una campagna difensiva, offensiva e di intelligence, una guerra complessa e potenzialmente esplosiva combattuta fra le altre guerre”. Lo ha detto il comandante dell’aviazione israeliana Amir Eshel intervenendo martedì all’ottavo convegno aereo-spaziale internazionale di Herzliya intitolato alla memoria dell’astronauta israeliano Ilan Ramon. Israele, ha spiegato Eshel, sta facendo tutto il possibile “per mantenere i suoi sforzi al di sotto del livello in cui scoppia una guerra. Ma se non vi saranno alternative, potrebbe accadere”.
Eshel ha parlato del Medio Oriente come di una regione di sovranità indebolita e di minacce crescenti, ha detto che sono in atto processi di natura “tettonica” e ha sottolineato che proprio a ridosso dei confini di Israele “nessuno ha idea di che cosa accadrà” dopo la caduta del regime di Bashar Assad. Il generale ha detto che il termine “primavera araba” non è adeguato per descrivere lo sconvolgimento che infuria in tutto il Medio Oriente, in Siria in modo particolare. “Non esiste questa stagione, nel calendario della politica mediorientale”, ha aggiunto amaramente. La rivolta di quasi due anni contro il regime di Assad è già costata la vita a 60.000 persone, stando a recenti stime delle Nazioni Unite, e il futuro potrebbe riservare un’ulteriore destabilizzazione dello stato al confine nord-orientale d’Israele.
Parlando della Siria, Eshel ha sottolineato il rischio che possano cadere nelle mani di soggetti non-statali armi sia convenzionali di ultima generazione, sia non convenzionali come le armi chimiche. “C’è un enorme arsenale in Siria – ha spiegato – e tutto questo potrebbe arrivare ai nostri confini. Se in passato potevamo considerare queste minacce come circoscritte alle zone di confine, oggi è tutto diverso: oggi i terroristi potrebbero usare armi in grado di colpire in profondità il territorio israeliano, come missili terra-terra, missili da crociera, droni senza pilota, armi non convenzionali”.
L’onere di difendere Israele da questo genere di minacce ricade “quasi esclusivamente” sulle spalle delle forze aeree, ha aggiunto. Purtroppo sistemi d’arma sofisticati come radar e missili terra-mare potrebbero essere stati trasferiti nelle scorse settimane negli arsenali dei filo-iraniani Hezbollah. “La spinta a farlo è in aumento e non vi è alcuna garanzia che tali armamenti non siano già passati nelle mani di Hezbollah”, ha confermato Assaf Librati, portavoce delle forze aeree israeliane. La prontezza e la flessibilità delle forze aeree, unite alla capacità di collaborare con i servizi di sicurezza esterna ed interna e con l’intelligence militare, fanno sì che “quando salta fuori un problema non c’è quasi nessun altro che possa agire con altrettanta prontezza”.
In più occasioni Israele ha dichiarato che il trasferimento di armi chimiche o armamenti d’avanguardia a soggetti non-statali, specialmente a Hezbollah, verrebbe considerato un ‘casus belli’. Domenica scorsa il vice primo ministro Silvan Shalom ha detto che un tale trasferimento “costituirebbe il superamento di un limite che comporterebbe un approccio del tutto diverso da parte israeliana”.
Il comandante Eshel ha descritto la campagna israeliana volta a proteggere le frontiere di Israele come uno sforzo “24/7/365” (vale a dire 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, 365 giorni all’anno) e ha sottolineato il ruolo svolto da velivoli, sia con equipaggio che teleguidati, così come quello di “forze di terra” che prendono parte a questo conflitto. Una guerra, ha detto, che deve fare i conti con minacce “sub-convenzionali e non-convenzionali, sia vicine che lontane, dal pugnale fino al nucleare”.

(Da: Times of Israel, Israel HaYom, 29.1.13)

Nella foto in alto: missili terra-aria SA-17 (foto d’archivio).
30.1.13 – Secondo fonti occidentali della sicurezza basate a Beirut citate dalla Associated Press, nella notte fra martedì e mercoledì aerei israeliani avrebbero attaccato, nei pressi del confine siro-libanese, un convoglio di camion con moderni missili terra-aria tipo SA-17, di produzione russa, verosimilmente diretti a Hezbollah. Le Forze di Difesa israeliane non hanno rilasciato commenti. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dato disposizione ai membri del governo israeliano di non commentare le notizie relative al presunto attacco contro il convoglio di armi siriane.