Israele fa la sua parte

Israele annuncia gesti positivi se il successore di Arafat attuerà reali riforme e cessate il fuoco.

image_428Israele risponderà con una serie di gesti positivi se il successore di Yasser Arafat attuerà reali riforme sul piano della sicurezza e un “autentico” cessate il fuoco, con risvolti concreti sul terreno. E’ quanto hanno affermato sabato fonti diplomatiche e della difesa israeliana.
Secondo le fonti, nei prossimi giorni Israele presenterà all’Autorità Palestinese una serie di misure umanitarie con lo scopo di dimostrare buona volontà verso i palestinesi nella difficile fase di transizione.
Il primo ministro israeliano Ariel Sharon si è incontrato ripetutamente nei giorni scorsi con il ministro della difesa Shaul Mofaz, il capo di stato maggiore Moshe Ya’alon e altri importanti funzionari dell’establishment della difesa per discutere il “dopo-Arafat”. Dagli incontri sono emerse le seguenti conclusioni.
Israele continuerà a combattere contro il terrorismo, dando particolare importanza allo sforzo di sventare gli attentati terroristici prima che vengano realizzati.
Israele agevolerà le condizioni in cui si svolgeranno i funerali di Arafat e farà ogni sforzo per permettere a dignitari stranieri di prendervi parte.
Israele seguirà con attenzione gli sforzi fatti dal Mahmoud Abbas (Abu Mazen), segretario generale del comitato esecutivo dell’Olp, e dal primo ministro palestinese Ahmed Qureia (Abu Ala) volti a garantire l’ordine nei territori e promuovere le riforme all’interno dell’Autorità Palestinese, e risponderà allo stesso modo con gesti positivi.
Israele formulerà un pacchetto di misure umanitarie da attuare nei territori.
Israele è pronto a permettere la sepoltura di Arafat nella striscia di Gaza e farà ogni sforzo per permetter che dignitari stranieri possano arrivare in volo direttamente a Gaza per prendere parte alle esequie. Un “corridoio”speciale permetterà alle personalità degli stati arabi che non hanno rapporti diplomatici con Israele di arrivare in volo ai funerali di Arafat senza passare attraverso controlli di frontiera israeliani.
Ad ogni modo, alti funzionari a Gerusalemme ritengono che Abu Mazen e Abu Ala non si affretteranno a chiedere subito da Israele l’attuazione degli annunciati gesti postivi, senza prima aver garantito l’intesa interna fra le fazioni palestinesi e aver dimostrato che sono in corso riforme sulla sicurezza nei territori: “Non intendono dichiarare un cessate il fuoco e poi ritrovarsi un paio di gironi dopo con un attentato terroristico nel centro di qualche città israeliana”, spiegano le fonti.

(Da: Ha’aretz, 6.11.04)

Nella foto in alto: poliziotti palestinesi con un veicolo blindato nelle strade di Gaza sabato durante la visita di Ahmed Qureia (Abu Ala).