Israele: Il mondo non si faccia più ingannare dai giochetti di Abu Mazen

Tutti i leader responsabili sono chiamati a fare il possibile per promuovere la calma, ma Abu Mazen fa esattamente l’opposto

La comunità internazionale dovrebbe porre fine all’eterna “farsa” con cui il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) si rifiuta di negoziare con Israele, crea volutamente una crisi, alimenta la crisi con la sua retorica incendiaria e poi supplica il resto del mondo di “accorrere in suo aiuto”. Lo ha detto mercoledì sera al Jerusalem Post un’alta fonte governativa israeliana.

Il mondo dovrebbe finalmente chiamare Abu Mazen a rispondere di questo comportamento, ha detto l’alto funzionario governativo commentando le dichiarazioni con cui Abu Mazen, parlando martedì a Parigi a fianco del presidente francese François Hollande, aveva messo in guardia da una “terza intifada” che scaturirebbe dalle violenze a Gerusalemme, esortando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a porre fine alle azioni di Israele nella Città Vecchia e alle attività negli insediamenti, per tornare ai negoziati. “Abbiamo parlato di quello che accade alla moschea di Al-Aqsa – aveva dichiarato Abu Mazen in una conferenza stampa dopo l’incontro con Hollande – E’ qualcosa di estremamente pericoloso. Non vogliamo che continui: l’alternativa sarebbe il caos o una intifada che noi non vogliamo”. Hollande, dal canto suo, aveva esortato alla calma a Gerusalemme dicendo che lo status quo post-‘67 sul Monte del Tempio non deve essere messo in discussione.

Sebbene tutti i leader responsabili siano chiamati a fare il possibile per promuovere la calma, ha osservato l’alto funzionario governativo di Gerusalemme, Abu Mazen sta facendo esattamente l’opposto. “Ha utilizzato espressioni orrende, alimentando un linguaggio che fomenta la violenza – ha detto il funzionario – I governi europei, che sono sempre così pronti a criticare Israele, dovrebbero far pervenire un preciso messaggio ad Abu Mazen, chiedendogli se stia facendo davvero tutto il possibile per calmare le acque o se invece non sta facendo l’esatto contrario”. Anche quei leader del mondo arabo e islamico che parlano in continuazione di immaginarie minacce alla moschea al-Aqsa, ha detto la fonte, “non fanno altro che fomentare la violenza. Non esiste nessuna minaccia del genere. Il governo israeliano ha ribadito più e più volte che lo status quo sarà scrupolosamente mantenuto, e coloro che diffondono questa calunnia dovrebbero sapere che stanno solo incoraggiando la violenza”.

Il riferimento è, fra l’altro, al messaggio ai pellegrini in partenza per La Mecca riportato sul sito ufficiale di Ali Khamenei, nel quale la Guida Suprema iraniana afferma che “i ripetuti insulti al sacro santuario della moschea di al-Aqsa” da parte di Israele sono “il problema più importante per i musulmani”, e che il comportamento di Israele nei confronti dei palestinesi costituisce “il massimo grado di crudeltà e malvagità”.

(Da: Jerusalem Post, 24.9.15)