Israele, l’unico luogo veramente sicuro per i cristiani in Medio Oriente

Da cristiano della Città Vecchia di Gerusalemme, vi dico: chiedetevi come mai solo i cristiani d'Israele non cercano rifugio al di fuori del Medio Oriente

Di Elias Zarina

Elias Zarina, autore di questo articolo

I giorni tra Natale e Capodanno sono un momento di riflessione, e siccome in quei giorni migliaia di cristiani si recano in Terra Santa sarebbe doveroso che essi fossero pienamente consapevoli della nostra vera situazione.

In quanto cristiano mediorientale desidero informarvi che, sebbene i capi musulmani abbiano cercato di convincere l’Occidente che qui i cristiani stanno bene, è vero il contrario. Inoltre, essendo nato e cresciuto nel quartiere cristiano della Città Vecchia di Gerusalemme, posso dire con certezza che Israele è l’unico paese di questa regione in cui i cristiani possono prosperare.

La cosa potrebbe sorprendere per via di una recente lettera firmata da dirigenti della Chiesa, in cui si condanna la dichiarazione su Gerusalemme del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ripeto, la verità è molto più complessa. I cristiani in Medio Oriente, compresa Cisgiordania e Gerusalemme est, sono sottoposti a un’enorme pressione da parte dei capi musulmani. Negli anni scorsi la comunità cristiana in tutto il Medio Oriente ha enormemente patito per l’ascesa degli estremisti jihadisti.

Si prendano, ad esempio, le centinaia di migliaia di cristiani sfollati da Siria e Iraq. O il massacro dei cristiani copti in Egitto. Lo stesso vale anche in Cisgiordania. Proprio di recente, un terrorista palestinese ha perpetrato un attacco alla guida di un’auto, nella città cristiana di Beit Jala, ferendo 18 persone e demolendo una quarantina di veicoli. Ho sentito di prima mano che l’obiettivo dichiarato dell’aggressore era “ripulire la zona dagli infedeli”. L’Autorità Palestinese, che ha arrestato il responsabile, ha diramato una dichiarazione falsa che ignora questa rivendicazione e minimizza l’incidente attribuendolo al solito “disturbato di mente”. Non è che l’ennesimo esempio di come l’Autorità Palestinese cerca di mascherare i veri pericoli che corrono i suoi residenti cristiani a causa della crescita al suo interno dell’ideologia islamista.

Aprile 2017: processione cristiana nella Città Vecchia di Gerusalemme, sotto la protezione della polizia israeliana

Non sorprende quindi che da varie parti della Terra Santa, la terra natale di Gesù Cristo, molti dei suoi seguaci stiano fuggendo in Occidente. Sono in fuga dal pericolo di morte inflitto dagli islamisti estremisti. Qui vicino a casa mia, sono molti i cristiani che stanno abbandonando l’Autorità Palestinese, malgrado ciò che dicono i suoi dirigenti. Essi sfruttano la locale minoranza cristiana per i loro obiettivi politici. Parlano come se i cristiani fossero trattati con eguaglianza e rispetto, ma è solo un’illusione. L’esodo cristiano dalle città palestinesi, Betlemme inclusa, è la dimostrazione del maltrattamento che subiscono e del loro profondo senso di insicurezza.

Tuttavia, sono felice di poter riferire che esiste un luogo, in Medio Oriente, dove i cristiani prosperano davvero, ed è Israele. La comunità cristiana in Israele continua a crescere di numero. I cristiani in Israele godono di benessere economico, sistemi educativi indipendenti con alcune delle migliori scuole del paese, un eccellente sistema sanitario e pieni diritti civili. È per questo motivo che cresce il numero di cittadini cristiani che sceglie di arruolarsi volontariamente nelle Forze di Difesa israeliane e di continuare a studiare e vivere qui.

Noi, la minoranza israelo-cristiana d’Israele, siamo fieri del modo in cui il nostro paese tratta e rispetta la nostra fede e cultura. Lo so per certo, perché insieme ai miei colleghi, sia cristiani che ebrei, abbiamo il privilegio di aiutare decine di membri della mia comunità a integrarsi nella generale società israeliana. Fornendo borse di studio e tutoraggio, agevoliamo questo processo per molti giovani cristiani: ma nessuna di queste attività sarebbe possibile senza la piena adesione da parte di questi giovani uomini e donne.

Quindi, a tutti i pellegrini dico: mi auguro che durante la vostra visita saprete vedere come, mentre i cristiani di tutta la regione cercano un futuro migliore all’esterno, qui in Israele essi lo cercano all’interno del proprio paese.

(Da: Times of Israel, 29.12.17)