Israele si batte per arginare la variante Omicron del coronavirus, in arrivo per lo più dall’estero

Intanto prosegue la campagna di vaccinazione, chiave di volta della strategia anti-pandemia. Bennett: non possiamo fermare l’ondata ma possiamo proteggerci dalle forme più gravi

Da sinistra, il ministro israeliano della salute Nitzan Horowitz e il primo ministro Naftali Bennett

Mentre il numero di nuovi casi di coronavirus in Israele continua a salire, il numero di pazienti in condizioni gravi rimane al momento stabile senza determinare un sovraccarico dei servizi sanitari. Agli ospedali di tutto il paese è stato comunque detto di iniziare a prepararsi per un possibile aumento dei ricoveri e di tenersi pronti a riaprire i reparti covid dopo che per la maggior parte erano stati chiusi all’inizio di ottobre quando l’ondata Delta si era placata.

Secondo i dati diffusi martedì dal Ministero della Salute, i nuovi casi di coronavirus nel paese hanno toccato un picco che non veniva raggiunto da due mesi. Inoltre, continua a salire l’indice R che indica il numero medio di persone contagiate da ogni portatore di coronavirus. Martedì l’indice R, che viene calcolato sui dati dei 10 giorni precedenti, risultava 1.28 (ogni dato sopra l’1.0 indica che la pandemia continua a diffondendosi). Tuttavia, nonostante i contagi in aumento il numero di pazienti gravemente malati risulta in costante diminuzione.

Israele ha fatto della vaccinazione un elemento chiave nella sua strategia per affrontare la pandemia. Le vaccinazioni sono disponibili per tutti i residenti dai 5 anni in su. Secondo i dati di martedì, su una popolazione totale di circa 9,5 milioni di israeliani, 6.462.531 hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Di questi, 5.841.107 hanno ricevuto due dosi e 4.164.423 hanno ricevuto anche il terzo richiamo. Complessivamente, quasi il 60% della popolazione idonea è completamente vaccinata, il che significa che ha ricevuto la vaccinazione di richiamo o la seconda dose entro gli ultimi sei mesi. Un altro 9% ha ricevuto due dosi più di sei mesi fa, ma non ha ancora fatto il richiamo.

Il 31% di israeliani idonei ma non vaccinati rappresenta il 53% dei nuovi casi e ben il 75% dei casi gravi.

Un operatore sanitario israeliano somministra il vaccino anti-coronavirus a un’alunna della scuola al-Manahel, nel villaggio arabo druso di Majdal Shams (alture del Golan)

A partire dalla prossima domenica, verranno aperte postazioni per vaccinarsi anche nei centri commerciali e le persone che lo faranno riceveranno sconti e buoni regalo. Sempre a partire da domenica, il 50% degli impiegati degli uffici pubblici dovranno lavorare da remoto.

Domenica sera il primo ministro Naftali Bennett si è direttamente rivolto in televisione ai genitori israeliani esortandoli a vaccinare anche i figli per rallentare la diffusione della variante Omicron. Al momento in Israele i casi confermati di covid da variamente Omicron sono ancora in numero limitato. Martedì erano 341, ma il dato era raddoppiato nelle 24 ore precedenti, e vi sono altri 807 casi altamente sospetti. Lunedì al Soroka Medical Center di Beersheba è stato registrato il primo decesso israeliano da Omicron: un 75enne affetto da patologie preesistenti che aveva ricevuto solo due dosi di vaccino da più di sei mesi. Secondo il Ministero della Salute, dei casi di Omicron accertati ben 234 su 341 sono persone tornate dall’estero (da Sudafrica, Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Ungheria, Italia, Namibia, Tanzania, Germania, Marocco, Spagna, Serbia, Belgio, Cipro e Turchia), mentre altri 29 casi sono persone entrate in contatto con altre appena rientrate dall’estero. Infine, 66 casi risultano contagiati in tre distinti eventi comunitari locali.

Nello sforzo di tenere a bada la variante, dalla fine di novembre Israele ha iniziato a chiudere i viaggi da e verso una crescente lista di paesi dichiarati “rossi”. Tutte le restrizioni ai viaggi sono previste fino al 29 dicembre, ma potrebbero essere estese come è già accaduto due volte nelle scorse settimane. “Abbiamo guadagnato tempo con la chiusura dei cieli e stiamo facendo tutto il possibile per utilizzare quel tempo per vaccinare più adulti e bambini”, ha spiegato il ministro degli esteri Yair Lapid in un incontro via Zoom con i suoi colleghi di 17 altri paesi. Lapid ha anche ricordato che Israele ha deciso di donare un milione di dosi di vaccino alle nazioni africane.

Tra le altre misure in esame, l’imposizione di nuove restrizioni agli assembramenti, l’estensione del sistema del green pass a più attività commerciali e, forse, una quarta dose di vaccino.

“La cattiva notizia – ha detto martedì il primo ministro Bennett – è che Omicron sta avanzando esattamente come avevamo previsto. Entro una decina di giorni conosceremo la gravità di questa variante. Il pubblico deve essere consapevole che ci sarà un drammatico aumento dei contagi: non è un’esagerazione, è una previsione e credo che si avvererà rapidamente. Non è possibile fermare l’ondata, ma sicuramente possiamo dare ai cittadini di Israele gli strumenti per proteggersi, in particolare contro i sintomi gravi. La decisione è tra restrizioni leggere adesso o misure più pesanti in seguito”.

(Da: Ha’aretz, Times of Israel, YnetNews, Jerusalem Post, 21.12.21)