Ivri Lider, cantautore e poeta dal multiforme ingegno

I suoi testi vengono analizzati e discussi dai fan con acribia da studiosi

di Federico Petrelli

image_755C’è un album che da febbraio è in testa alle classifiche musicali israeliane, e non accenna a scendere dal trono del proprio successo. Così è anche per l’autore, Ivri Lider: cantante, compositore di musica e testi delle proprie canzoni, protagonista di una carriera sempre in crescita. Il suo ultimo album si chiama “Ze Lo Otò Davàr” (“Non è la Stessa Cosa”), e in due mesi ha venduto più di ventimila copie, ottenendo il disco d’oro.
Non si tratta di una novità per Ivri, il cui grande successo nasce nel 1997 con l’album “Melatéf u-Meshakér” (“Accarezzo e Mento”), che gli è valso, nel 2002, il disco di platino. Nella sua brillante carriera, il nostro ha attraversato diversi generi musicali, producendo quattro album (più uno di remix), e ha collaborato con il teatro e con il cinema. In Italia, molti lo conoscono come curatore della colonna sonora e cantante in due film di Eytan Fox: “Yossi & Jagger” e “Camminando sull’Acqua”.
In Israele è seguito da un pubblico vastissimo, che apprezza, oltre ai sound elettronici o alle melodie del pianoforte, la sua grande capacità nel comporre vere e proprie poesie. I suoi testi, infatti, hanno una vita propria: nel 2003, Ivri ha pubblicato una raccolta di testi poetici da lui scritti, di cui molti sono stati successivamente messi in musica. Le poesie di Ivri hanno sempre un messaggio preciso da comunicare, ma non sempre è decifrabile al primo ascolto. Per comprenderlo appieno bisogna essere attenti alle metafore, ai giochi di parole e al rapporto del testo con la musica: tutti accorgimenti di cui Ivri fa ampio uso. C’è addirittura un sito internet (pirshunim.web100.com) che si occupa del commento e dell’interpretazione dei testi del nostro cantante, e provoca accese discussioni tra i fan.
A volte il messaggio è provocatorio, come nel caso di “Mary la-Netzach” (“Mary per Sempre”), una canzone che racconta “in diretta” e al femminile la serata di un travestito. Altre volte è di natura introspettiva, e si riferisce alla biografia dell’autore stesso: questo vale, ad esempio, per la bellissima “Melatéf u-Meshakér”, che racconta – seppur non del tutto esplicitamente – del rapporto problematico che l’autore, come altri ragazzi gay, ha avuto col proprio padre.
Ivri ha poi composto decine di canzoni d’amore: ma non tutte parlano, come al solito, di sofferenza o di ricerche inappagate. “Beyòm Shémesh Yafé” (“In una Bella Giornata di Sole”) e “Zachìti Leehòv” (“Ho avuto Diritto ad Amare”) cantano la dolce serenità dell’amore conquistato, con musiche strumentali davvero commoventi. Troppo univoca l’interpretazione? Ebbene sì, il videoclip di “Zachìti Leehòv” sembra volerci indurre ad una lettura opposta; all’ascoltatore la scelta.
Non mancano infine nella produzione del multiforme Ivri canzoni dedicate all’attualità e alla società contemporanea. Ad esempio, “Yotér Midài Harbé” (“Troppo di Tanto”) e “Nissim”; la prima è dedicata alla voracità consumista e iperaccelerata che caratterizza le nostre giornate di occidentali; la seconda (almeno secondo un’interpretazione del tutto personale delle ripetute allusioni nel testo) è invece una critica al militarismo.
Sicuramente la bellezza delle poesie di Ivri e, perché no, la “fame esegetica” di cui sopra hanno giocato un ruolo fondamentale nel determinare il grande successo della tournée di presentazione del nuovo album, nel 2004. Ivri ha presentato le canzoni ancora inedite con esibizioni al pianoforte, catturando un pubblico commosso e in trepidante attesa di ascoltare la nuova produzione.
Oggi Ivri scrive anche per colleghi molto noti al pubblico israeliano, tra cui Sarit Hadad, per la quale ha di recente composto “BaKhòm shel Tel Aviv” (“Nel Caldo di Tel Aviv”) e ha in programma una serie di spettacoli live in date ancora da definirsi.
Da non molto, infine, è disponibile il suo sito internet ufficiale – www.ivrilider.com (in ebraico) – dal quale è possibile guardare alcuni videoclip e ascoltare le canzoni meno conosciute, prodotte al di fuori degli album: in molti si staranno chiedendo come hanno potuto lasciarsele scappare fino ad ora!

(israele.net, 24.06.05)