La chiave è in mano allEgitto

Rilascio del soldato in ostaggio e chiusura delle porte al traffico di armi ed esplosivi verso Gaza

Da un editoriale di Ha'aretz

image_1418Due questioni correlate fra loro stanno al centro delle aspettative israeliane rispetto all’Egitto: il rilascio del soldato trattenuto in ostaggio Gilad Shalit e la chiusura delle porte al traffico di armi ed esplosivi verso la striscia di Gaza.
Se l’Egitto continua a parlare dimessamente e ad agire debolmente, le cose possono sfociare in quella escalation nei rapporti israelo-palestinesi che il Cairo vorrebbe evitare. L’escalation, che potrebbe comprendere ampie operazioni di terra delle Forze di Difesa israeliane in zone abitate a ridosso del confine egiziano, potrebbe anche avere effetti negativi sui rapporti fra Gerusalemme e Cairo.
L’economia della striscia di Gaza va in rovina e la ricostruzione dipende dalla nascita di un governo palestinese Hamas-Fatah più moderato e ragionevole, ma anche questo sviluppo è bloccato fino a quando non viene liberato Shalit.
Nel frattempo, continua l’afflusso massiccio di missili pensati per colpire abitati israeliani e di razzi puntati contro carri e aerei israeliani. Questo traffico sta spingendo le Forze di Difesa israeliane verso una vasta operazione nella striscia di Gaza da lanciare prima che l’accumulo di armi raggiunga dimensioni simili a quelle di Hezbollah in Libano.
La chiave alla crisi è al Cairo. L’Egitto deve darsi una mossa e girare la chiave prima che le Forze di Difesa israeliane facciano irruzione per far saltare la serratura.

(Da: Ha’aretz, 31.10.06)

Nella foto in alto: Soldato egiziano al confine fra Egitto e striscia di Gaza