La Commissione UE ha ripreso a finanziare l’istigazione all’odio nei libri di testo palestinesi

A dispetto delle risoluzioni del Parlamento europeo e delle dichiarate politiche contro l’antisemitismo pubblicate dalla Commissione stessa

Di Lahav Harkov

Lahav Harkov, autrice di questo articolo

Dopo 14 mesi di congelamento dei finanziamenti, l’Unione Europea ha bocciato martedì la proposta di trattenere circa il 5% del sostegno finanziario all’Autorità Palestinese alla luce dell’istigazione all’odio antisemita che persiste nei suoi libri di testo. All’opposto, la Commissione Europea – la cui presidente Ursula von der Leyen si trovava martedì in Israele e a Ramallah – ha deciso di versare i contributi all’Autorità Palestinese senza porre condizioni, malgrado i risultati di uno studio commissionato dalla stessa UE al Georg-Eckert Institute abbia confermato nel giugno 2021 che i libri di testo palestinesi presentano antisemitismo, glorificazione del terrorismo e cancellazione di Israele.

In un’intervista lunedì alla televisione palestinese, il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammed Shtayyeh aveva sottolineato che l’Autorità Palestinese non avrebbe accettato aiuti subordinati a condizioni.
(Da: Israel HaYom, 15.6.22)

Martedì la Commissione Europea ha approvato un pacchetto di aiuti ai palestinesi da 224,8 milioni di euro, in aggiunta ai precedenti contributi per 92 milioni di euro all’Unrwa (agenzia Onu per i profughi palestinesi e loro discendenti) e 25 milioni di euro specificatamente indirizzati ad aiuti umanitari. Per gli anni 2021-2024, l’Unione Europea prevede sostegni finanziari ai palestinesi per 1,152 miliardi di euro.

Lo scorso settembre Eckhardt Fuchs, direttore del Georg-Eckert Institute, ha dichiarato al Parlamento Europeo che, sebbene alcuni libri scolastici dell’Autorità Palestinese rispecchino gli standard previsti dall’Unesco (l’agenzia Onu per educazione, scienza e cultura), “in altri casi non lo fanno e vi si trovano incitamento all’odio e parti antisemite, cosa che abbiamo detto in modo molto chiaro e circostanziato”.

Il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh (a destra) riceve martedì a Ramallah la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen

Lo scorso marzo trentadue membri del Parlamento europeo appartenenti a diversi gruppi parlamentari inviarono una lettera a von der Leyen esortandola a fissare delle condizioni per il finanziamento dell’istruzione palestinese. “Purtroppo – diceva la lettera – anni di negoziati con l’Autorità Palestinese e ripetute promesse da parte della Commissione di esercitare ‘tolleranza zero’ verso l’antisemitismo non hanno conseguito il cambiamento desiderato. Gli allievi palestinesi continuano ad essere abusati in quanto viene loro insegnato a odiare. Chiedere all’Autorità Palestinese di rivedere questi testi non è un’imposizione, ma un dovere evidente e non negoziabile”.

Il Parlamento europeo, quando ad aprile ha riesaminato il bilancio 2021, ha condannato l’istigazione all’odio nell’istruzione palestinese e ha chiesto che “tutti i libri di testo e i materiali didattici utilizzati nelle scuole, sostenuti da fondi dell’Unione Europea, siano in linea con gli standard di pace, tolleranza, convivenza e non violenza indicati dall’Unesco”. Ciò nonostante, il pacchetto di aiuti approvato include 145,35 milioni di euro per stipendi e pensioni dei dipendenti pubblici dell’Autorità Palestinese, compresi quelli che scrivono i libri di testo. Il pacchetto comprende anche 3 milioni di euro per “promuovere nel territorio palestinese occupato politiche e leggi gender responsive (sensibili alla questione della parità di genere)”. Ma il rapporto afferma che i libri di testo palestinesi, nel contesto dell’emancipazione femminile, celebrano Dalal al-Mughrabi, una palestinese responsabile dell’assassinio terroristico di 38 israeliani, compresi 13 bambini. Il rapporto aggiunge che “non vi si trovano descritte altre significative figure femminili della storia palestinese”.

Subito dopo il voto, un funzionario dell’Unione Europea ha dichiarato che l’Europa “non impone riforme ai suoi partner” ma che l’Autorità Palestinese sta lavorando per riformare il suo settore dell’istruzione. “L’UE non finanzia i libri di testo – ha affermato il funzionario – ma sosteniamo il settore dell’istruzione palestinese. L’UE è impegnata a sostenere un’istruzione di alta qualità in Palestina. Si tratta di un contributo vitale per garantire convivenza pacifica, tolleranza e comprensione reciproca”. L’UE intende “operare su questo tema di pari passo con l’Autorità Palestinese, anche sulla base dello studio del Georg Eckert Institute. L’UE – ha aggiunto il funzionario – non tollera l’incitamento all’odio e alla violenza come mezzo per raggiungere obiettivi politici, né l’antisemitismo in tutte le sue forme. Per la Commissione, questi principi non sono negoziabili. Qualsiasi materiale in contrasto con essi non deve avere spazio nelle aule e nei libri di testo”.

“L’UE – ha commentato Daniel Schwammenthal, direttore del Transatlantic Institute dell’American Jewish Committee con sede a Bruxelles – aveva un’occasione storica e l’obbligo di prendere una posizione chiara contro l’antisemitismo e l’istigazione, e per la pace tra israeliani e palestinesi, ma malauguratamente ha deciso di sprecarla. Questa decisione contraddice i valori fondamentali dell’UE, il suo obiettivo dichiarato di promuovere una soluzione a due stati, e ignora i ripetuti appelli del Parlamento europeo a porre fine a tale incitamento nei libri di scuola palestinesi supportati dai fondi UE. La decisione è semplicemente incomprensibile visto che la prima Strategia UE sulla Lotta all’Antisemitismo, pubblicata solo otto mesi fa della Commissione, afferma esplicitamente che l’UE deve assicurare che i fondi all’esterno non siano stanziati in modo errato verso attività che istigano all’odio e alla violenza nei confronti degli ebrei”.

Ha dichiarato Marcus Sheff, CEO dell’istituto IMPACT-se che da anni studia i libri di testo in Medio Oriente: “La questione dei testi scolastici dell’Autorità Palestinese è ormai troppo importante perché possa semplicemente scomparire dall’agenda della Commissione e del Parlamento europeo. Il dato di fatto è che, ad oggi, non sono stati ancora apportati miglioramenti in quei libri di testo. Al contrario, solo il mese scorso il Parlamento europeo ha condannato l’aumento dei livelli di antisemitismo e gli appelli diretti alla violenza nelle nuove schede didattiche”. Nel 2021 il Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione in cui chiedeva che i finanziamenti UE fossero subordinati alla rimozione dell’istigazione, ha ricordato Marcus Sheff. E ha concluso: “Quella mozione rifletteva il punto di vista di milioni di europei, rappresentati dai membri eletti nel Parlamento dell’UE, che vogliono chiaramente porre fine all’abuso del denaro dei contribuenti finché non saranno apportati cambiamenti positivi. Loro, e gli eurodeputati da loro eletti, non cambieranno idea solo perché la presidente Von der Leyen vorrebbe che il problema scomparisse”.

(Da: Jerusalem Post, 14.6.22)