La cooperazione universitaria fra Italia e Israele
A Pavia il terzo convegno nazionale organizzato dall'Associazione Italiana Amici dell'Università di Gerusalemme
“La pace resta una parola lontana e vuota se non viene riempita dal lavoro fatto dalle persone come quelle riunite oggi in questa sala, un lavoro che mese dopo mese, anno dopo anno costruisce e consolida fra Italia e Israele un preziosissimo tessuto di relazioni di cooperazione fra istituti di ricerca, università, poli scientifici e tecnologici a livello non solo accademico, ma anche educativo e umano”.
Lo ha detto la dottoressa Simonetta Detta Seta, addetto culturale dell’Ambasciata italiana in Israele, tirando le conclusioni dei lavori della terza giornata nazionale “Fare ricerca con Israele: esperienze e progetti”, promossa dall’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme domenica 28 novembre al Collegio Ghislieri di Pavia in collaborazione con il Collegio stesso e l’Università di Pavia.
Come i due appuntamenti precedenti (tenuti a Milano nel maggio e a Napoli nel novembre 2003), il convegno a Pavia aveva lo scopo di fare il punto sulla collaborazione scientifica tra atenei italiani e centri universitari israeliani, e di promuoverne ulteriori sviluppi.
Al nutrito pubblico, composto non solo da professori e ricercatori ma anche da studenti italiani e israeliani, hanno dato il benvenuto le massime autorità del mondo accademico pavese.
Il professor Andrea Belvedere, rettore del Collegio Ghislieri, in un breve excursus della storia del Collegio ha rilevato come nel corso del tempo studenti di diverse provenienze siano stati ospitati ed ha auspicato l’arrivo in tempi brevi anche di studenti israeliani.
Il professore Roberto Schmid, magnifico rettore dell’Università degli Studi di Pavia, ha ricordato come già da tempo siano in atto forme di collaborazione tra il suo Ateneo di Pavia e centri universitari israeliani, ed ha inoltre sottolineato come attualmente circa 40 studenti di nazionalità israeliana siano iscritti all’Università di Pavia.
La professoressa Anna Maria Finoli, presidente dell’Associazione degli amici dell’Università di Gerusalemme, con la concisione e l’essenzialità che le sono proprie, ha introdotto i lavori della giornata. Il prof. Arturo Colombo è stato quindi invitato a presiedere la riunione, ruolo che ha svolto con competenza ed entusiasmo.
Ha esordito il prof. Alessandro Tenenbaum, Direttore Generale per le strategie di internazionalizzazione presso il Ministero per l’Istruzione Università e Ricerca MIUR. Si stanno varando nuove iniziative di collaborazione scientifica e tecnologica tra poli di eccellenza israeliani ed italiani nell’ambito di un progetto che vede come partner l’Italia, gli Stati Uniti, Cina, India, Giappone e, appunto, Israele. All’uopo sono destinati cospicui fondi.
La prof. Paola Vita Finzi, pro rettore dell’Università di Pavia, ha poi illustrato un progetto del suo Ateneo sullo studio della diffusione delle tecnologie dall’ambiente accademico e sulla formazione di aziende spin-off, sostenuto dall’Unione Europea, avente come referente l’ing. Vittorio Modena e che ha dato esiti molto favorevoli, come ad esempio una nuova legislazione nelle repubbliche baltiche.
Alla professoressa Sara Stroumsa, pro rettore dell’Università di Gerusalemme, graditissima e ambita ospite, è stato riservato il compito di intrattenere gli astanti con un dotto intervento su “Una cultura senza frontiere: le radici storiche”. Spaziando da Mossul al Cairo all’Italia, ha documentato esempi significativi di interscambi e collaborazione tra cultura araba, cristiana ed ebraica: eredità del passato per un modello culturale possibile e attuale di identità che non volendosi cancellare sanno però incontrarsi.
Hanno concluso la prima parte dei lavori il prof. Enrico Giaccherini, pro rettore per i rapporti internazionali dell’Università di Pisa, che ha delineato realtà e prospettive di collaborazione tra l’Ateneo di Pisa e Israele, e il prof. Pasquale Scaramozzino dell’ateneo pavese, che ha messo a confronto l’andamento demografico di Italia e Israele. D’obbligo il riferimento al prof. Sergio Della Pergola, demografo di fama, laureatosi a Pavia e docente all’Università di Gerusalemme, ospite frequente dell’ateneo pavese.
I convenuti hanno quindi apprezzato il pranzo nell’atmosfera tutta particolare del refettorio del Collegio Ghislieri.
Nel pomeriggio mons. Pier Francesco Fumagalli ha illustrato le più recenti iniziative di cooperazione culturale tra Santa Sede e Israele. Ha preso quindi la parola il prof. Giovanni Ricevuti, dell’Università di Pavia, che ha illustrato le esperienze di ricerca congiunta tra Pavia e lo Sheba Medical Center israeliano sulla “Patogenesi auto immunitaria delle malattie dell’uomo”.
E’ seguito l’intervento del prof. Vincenzo Levizzani, membro dell’ISAC-CNR presso l’Università di Bologna, che in stretta collaborazione col suo collega israeliano studia da satellite nuove prospettive meteo-climatiche: l’interesse è focalizzato sulle nubi (queste sconosciute!).
Entrambi i relatori hanno rilevato come con i loro partner israeliani sia nato un legame personale di amicizia che ha rinsaldato la cooperazione scientifica.
Come anticipato, è spettato a Simonetta Della Seta il compito di concludere. La Della Seta ha portato a conoscenza dei presenti un volume appena edito che documenta le frequenti e molteplici relazioni tra scienza italiana e israeliana in atto da tempo ed ha espresso la convinzione che la collaborazione tra Italia e Israele sarà implementata e ampliata con progetti significativi e di eccellenza perché questa è la volontà di entrambi i paesi.
(israele.net, 7.12.04)