La Corte penale internazionale annuncia un’indagine su presunti crimini di guerra “in Palestina”

Mentre Autorità Palestinese e gruppi terroristici esultano, Israele denuncia il “totale fallimento morale e giuridico” di un tribunale “che non dice una parola su Iran, Siria e altre dittature che commettono veri crimini di guerra”

Un manifestante pro-palestinese inneggia davanti alla sede della Corte penale internazionale dell’Aia

Senza attendere l’entrata in carica a giugno del suo successore già designato, la Procuratore capo uscente della Corte penale internazionale Fatou Bensouda ha annunciato mercoledì che aprirà un’indagine su presunti crimini di guerra commessi “in Palestina” da israeliani e palestinesi. “L’indagine riguarderà crimini che rientrano nella giurisdizione della Corte che si presume siano stati commessi dal 13 giugno 2014”, ha dichiarato Bensouda. E ha aggiunto: “L’indagine sarà condotta in modo indipendente, imparziale e oggettivo, senza timidezze né benevolenze”.

La data 13 giugno 2014 è significativa perché il giorno prima i terroristi palestinesi avevano sequestrato e ucciso tre adolescenti israeliani nell’area di Gush Etzion, in Cisgiordania poco a sud di Gerusalemme. Fissando quella data, la Corte dell’Aia ha già deciso che non indagherà sull’assassinio a sangue freddo dei tre giovani Eyal Yifrach, Gil-ad Shaer e Naftali Fraenkel.

A febbraio, una camera preliminare aveva preso la controversa decisione secondo cui la Corte penale internazionale ha giurisdizione su presunti crimini israeliani (e palestinesi) in Cisgiordania, striscia di Gaza e Gerusalemme est.

L’Autorità Palestinese, senza nemmeno prendere in considerazione l’eventualità che la Corte dell’Aia possa indagare anche su crimini palestinesi, ha accolto con entusiasmo la decisione di mercoledì definendola “un passo molto atteso al servizio dell’instancabile sforzo della Palestina per ottenere giustizia”. Mahmoud al-Aloul, vice capo di Fatah (il movimento guidato da Abu Mazen) ha twittato: “Questo è un grande giorno! Un’enorme vittoria per la Palestina”. Anche il gruppo terroristico Hamas, che controlla la striscia di Gaza, ha accolto con favore la decisione della Corte penale internazionale, giustificando le proprie violenze contro Israele come “legittima resistenza”. “Tutte le leggi internazionali approvano la legittima resistenza” ha affermato il portavoce di Hamas, Hazem Qassem. Hamas è considerata un’organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Giordania e altri.

Da sinistra a destra: Eyal Yifrach, 19 anni, Gilad Shaer, 16 anni, Naftali Frenkel, 16 anni: uccisi a sangue freddo da terroristi palestinesi. Un crimine che la Corte dell’Aia ha già deciso di non indagare

Durissime le reazioni in Israele. Il ministro degli esteri israeliano Gabi Ashkenazi ha respinto la decisione definendola “un atto di totale fallimento morale e giuridico, una decisione politica di un pubblico ministero al termine del suo mandato, un tentativo di dettare le priorità al suo successore per trasformare la Corte in uno strumento nelle mani degli estremisti e offrire sostegno a organizzazioni terroristiche e organismi antisemiti”. La Corte dell’Aia, ha continuato Ashkenazi, è diventata “un’istituzione di parte che ha perso ogni legittimità e opera come un organo politico e non giudiziario. Il fatto stesso che l’organizzazione terroristica assassina Hamas accolga con favore la decisione indica meglio di ogni altra cosa che la decisione non ha alcuna validità morale. La decisione del pubblico ministero non farà che aumentare la polarizzazione tra le parti e allontanare il dialogo necessario per la risoluzione della controversia. Chiediamo ai paesi che capiscono l’importanza di tutelare il diritto internazionale dalla politicizzazione di respingere questa decisione del procuratore e di non collaborare con essa”.

Il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Aviv Kochavi, ha reagito affermando: “Non permetteremo a nessun organismo straniero privo di autorità di intervenire nelle nostre attività per la difesa di Israele, e certamente non metteremo a rischio legale coloro che prestano servizio delle Forze di Difesa israeliane”. Rivolgendosi ai soldati, Kochavi ha poi aggiunto: “Continuate a svolgere la vostra missione con dedizione in modo professionale e responsabile. Continuate a servire con determinazione, in linea con i nostri valori, e ricordate che le Forze di Difesa vi copriranno sempre spalle”.

La decisione della Corte penale internazionale di aprire un’indagine contro Israele “premia il terrorismo e le organizzazioni terroristiche – ha detto il ministro della difesa Benny Gantz – I nostri nemici agiscono in modo immorale mettendo a repentaglio i civili. Hamas e Hezbollah nascondono missili nelle cantine e nei cortili delle case, usando i loro concittadini come scudi umani. E mentre i nostri nemici calpestano i diritti fondamentali del loro popolo, e vi sono regolari e orribili violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, il procuratore della Corte dell’Aia decide di avviare un’indagine contro Israele, unica democrazia in Medio Oriente. È una decisione che compromette la tutela della stabilità regionale e della vita umana. Israele ha organi investigativi solidi e indipendenti e vanta uno dei più alti standard morali al mondo. I palestinesi – ha continuato Gantz – devono interiorizzare il fatto che il conflitto può essere risolto solo attraverso negoziati diretti tra Gerusalemme e Ramallah. I tribunali non sono la soluzione, e certamente non lo è quello dell’Aia. Continueremo a combattere per proteggere i nostri cittadini, ove necessario, e continueremo a condurre una battaglia legale e diplomatica contro la decisione pessima e infamante della Corte penale internazionale. E sosterremo pienamente i soldati e i comandanti delle Forze di Difesa israeliane, che continueranno ad adempiere scrupolosamente e fedelmente al loro dovere”.

Civili israeliani sotto un attacco di razzi palestinesi da Gaza (foto d’archivio)

“La Corte penale internazionale si è lasciata sequestrare dagli sponsor del terrorismo – ha twittato il leader di Nuova Speranza Gideon Sa’ar – Questo è un giorno vergognoso per la causa della giustizia. Un governo da me guidato opererà con i nostri amici e alleati in tutto il mondo per difendere il nostro esercito etico e i coraggiosi soldati che rischiano la vita per difenderci”. Il leader di Yisrael Beytenu Avigdor Liberman ha denunciato la “delirante decisione” della Corte che “trabocca ipocrisia e antisemitismo: invece di indagare sulle azioni di Assad in Siria o di Hamas a Gaza, contestano il diritto dello stato d’Israele di difendersi”. “Mentre i nostri nemici sparano missili, piazzano esplosivi, accoltellano e uccidono israeliani come animali – ha affermato il partito Yamina di Naftali Bennett – la Corte dell’Aia decide di indagare Israele anziché gli assassini di bambini e gli attentatori suicidi. Le Forze di Difesa israeliane sono l’esercito più etico del mondo e continuerà ad esserlo. Nessuna falsa inchiesta impedirà allo stato d’Israele di proteggere i propri cittadini. La Corte dell’Aia si conferma un ente intriso di odio per Israele, che incoraggia il terrorismo invece di combatterlo”.

Michal Cotler-Wunsh, la parlamentare di Blu-Bianco incaricata dalla Knesset per le questioni riguardanti la Corte penale internazionale, ha definito “assurda” l’affermazione della Procuratore capo secondo cui l’indagine sarà condotta “in modo indipendente, imparziale e oggettivo”, quando la decisione è stata presa “ignorando eminenti studiosi di diritto, princìpi giuridici internazionali e memorie legali presentate da sette governi autorevoli, dando invece credito a materiali forniti da ong collegate al terrorismo e a risoluzioni non vincolanti dell’Assemblea Generale e del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Tutti gli agenti del diritto internazionale e dei diritti umani – ha continuato Cotler-Wunsh – nonché gli stati membri della Corte dell’Aia e i paesi donatori devono capire e affrontare il danno che questa decisione provoca ai princìpi fondamentali dello Statuto di Roma e al suo mandato, minando la capacità della Corte di fungere da tribunale di ultima istanza per le vittime dei crimini più atroci che hanno bisogno della sua protezione”.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha denunciato la decisione definendola “un compendio di antisemitismo e ipocrisia”. “Il tribunale istituito per impedire il ripetersi delle atrocità perpetrate dai nazisti – ha affermato Netanyahu – si sta ora volgendo contro lo stato del popolo ebraico, naturalmente senza dire una parola contro Iran, Siria e altre dittature che commettono veri crimini di guerra. Senza alcuna giurisdizione, la Corte dell’Aia ha deciso che i nostri coraggiosi soldati, che fanno di tutto per evitare vittime civili mentre si battono contro i peggiori terroristi che prendono deliberatamente di mira i civili, sarebbero dei criminali di guerra. E che, quando costruiamo una casa a Gerusalemme, la nostra capitale da 3.000 anni, anche questo è un crimine di guerra. E’ una Corte prevenuta contro lo stato d’Israele. C’è solo una cosa che possiamo fare ed è combattere per la verità in ogni paese, su ogni palco e in ogni forum. Proteggeremo ogni soldato, ogni comandante e ogni cittadino. E prometto che ci batteremo per la verità fino a quando questa scandalosa decisione non sarà ribaltata”.

“La decisione della Corte penale internazionale è vergognosa – ha dichiarato il presidente Reuven Rivlin – Non accetteremo accuse contro l’esercizio del nostro diritto e del nostro dovere di difendere i nostri cittadini. Lo stato d’Israele è uno stato forte, ebraico e democratico che sa difendersi e sa indagare su se stesso quando necessario. Siamo fieri dei nostri soldati, dei nostri figli e delle nostre figlie, quintessenza del nostro popolo, che stanno di guardia al proprio paese, generazione dopo generazione: un muro difensivo contro tutti coloro che vogliono colpirci. E noi tutti staremo di guardia per garantire che essi non vengano danneggiati a causa di questa decisione”.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, YnetNews, 3.3.21)