La distorsione della storia da parte dei palestinesi è uno strumento cruciale della loro guerra contro gli ebrei

Al centro del concetto nazista di “spazio vitale” c'era il principio di “liberare” i territori da tutti i non ariani, a partire dagli ebrei. Ora, c’è un altro popolo che mira a epurare il territorio dagli ebrei e riscrive la storia per giustificare questa violenza

Di Alex Nachumson

Alex Nachumson, autore di questo articolo

Retorica e appropriazione della storia sono state spesso utilizzate dai regimi totalitari per infiammare il popolo e incitarlo a battersi per la vittoria.

I nazisti utilizzarono spesso immagini e mitologia norrene medievali, così come la costruzione dell’idea di essere discendenti da una pura razza nordica, per promuovere la loro ideologia. Svilupparono la falsa nozione della “razza ariana”, un’ideologia di superiorità razziale in base alla quale il popolo ariano aveva bisogno di un distinto territorio in espansione, il Lebensraum (“spazio vitale”) per la propria crescita e sviluppo. Al centro del concetto di Lebensraum c’era il principio di “liberare” le terre conquistate da tutti i popoli non ariani, innanzitutto gli ebrei, in nome di uno stato purificato per lo sviluppo della “razza superiore”. Era il colonialismo di popolamento nella sua forma più razzista e genocida, ed era interamente sostenuto da una pseudo-storia creata ad hoc.

Ora, c’è un altro popolo che mira a epurare il territorio dagli ebrei in nome del colonialismo di popolamento e che riscrive la storia per cercare di giustificare la propria violenza. Come Palestine Media Watch ha ampiamente documentato, l’Autorità Palestinese si è da tempo inventata una storia fittizia in cui si sostiene che gli arabi palestinesi sono unici negli annali della storia, essendo l’unico popolo che nel corso dei millenni ha sconfitto molti dei più grandi imperi.

Ad una recente cerimonia a Ramallah nel “giorno dei martiri palestinesi”, il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh, parlando a nome del presidente Abu Mazen ha detto che romani, greci, persiani, faraoni, hyksos e tartari sono stati tutti sconfitti dai palestinesi. “Abbiamo sconfitto tutti gli invasori che sono passati nella terra di Palestina – ha declamato Shtayyeh – A nome dei martiri, sconfiggeremo anche questa odiata occupazione [Israele], che lascerà la nostra terra”.

Primo ministro dell’Autorità Palestinese: distruggeremo Israele “come abbiamo sconfitto tutti gli invasori”

È risaputo, ed è fuori discussione, che una distinta identità araba palestinese esiste al massimo da un centinaio di anni (e forse meno ndr). Questi tentativi di innestarla su millenni di storia sarebbero semplicemente spassosi se non prefigurassero le reali intenzioni che stanno dietro a tale falsificazione. In effetti, la dirigenza palestinese cerca di giustificare la sua lunga guerra contro gli ebrei e di convincere la propria gente a pensare se stessa come un popolo trionfante che ha sconfitto tutti gli imperi. Il che, ovviamente, è una sciocchezza. Ma, come nel caso dei nazisti, l’intento dei palestinesi è più importante della loro storia effettiva. Come nel caso dei nazisti, la dirigenza palestinese si appropria della storia per giustificare le sue azioni attuali; e come i nazionalsocialisti tedeschi, i palestinesi vedono un solo popolo avviato a creare un territorio purificato.

Da tempo purtroppo il popolo ebraico svolge il ruolo di “altro”, quello che deve essere discriminato, ghettizzato, espulso e trucidato, sia in Europa che in Medio Oriente e Nord Africa. In ogni reiterazione, gli ebrei sono stati individuati come l’elemento che deve essere separato, degradato, tormentato. Questo odio esponenziale verso gli ebrei fu ciò che rese possibile la Soluzione Finale.

“Dal fiume al mare”: un programma di epurazione di ogni presenza ebraica che viene giustificato con la distorsione della storia

La pretesa palestinese di sconfiggere ed eliminare lo stato ebraico è solo la nuova versione di un vecchio tema. Né gli ebrei, né il collettivo ebraico né l’autodeterminazione ebraica devono avere posto nel mondo, secondo la narrazione palestinese. Questa minaccia deve essere presa sul serio quanto quella dei nazisti. La differenza tra allora e oggi, ovviamente, sta nel fatto che gli ebrei sono tornati alla sovranità nella originaria e ancestrale terra patria, e che si sono dotati di un forte esercito.

Tuttavia, la motivazione a combattere e sconfiggere il colonialismo di popolamento palestinese e il suo programma genocida rimane carente. In primo luogo, per il semplice fatto che non lo riconosciamo come tale. Ascoltiamo o leggiamo quelle dichiarazioni e quei proclami e scrolliamo le spalle e sorridiamo di quelle folli fantasie, senza cercare di cogliere l’autentica motivazione palestinese. Invece quelle parole dovrebbero preoccuparci, non solo perché riguardano la distruzione della nostra nazione e il suo genocidio, ma perché dimostrano che i palestinesi hanno ben chiaro cosa intendono per “vittoria”. Non si tratta di semplici slogan provocatori. Sono parole che esprimono un’intenzione e una fantasia che mirano a realizzarsi. Ogni attacco contro lo stato ebraico deve essere visto attraverso il prisma di questa fantasia, che siano i lanci di razzi da Gaza o gli attacchi terroristici in Giudea e Samaria. Queste violenze non sono solo parte di un conflitto in corso: sono parte integrante di una guerra contro gli ebrei, nella speranza che lo stato d’Israele possa essere distrutto dalla “morte per mille tagli”.

L’appropriazione della storia è un’arma cruciale nel quadro di questa battaglia perché, come i nazisti, i palestinesi dipingono la loro guerra come buona e giusta e gli ebrei come alieni intrusi che non meritano né sicurezza né protezione. La vittoria sarà loro, sostengono, perché la storia ha dimostrato che alla fine prevarranno comunque, indipendentemente dal tempo trascorso e dalla forza dell’avversario. E questo è esattamente uno dei motivi per cui il conflitto non finisce mai.

(Da: jns.org, 2.2.22)

 

Nella “Giornata dei Martiri”, il primo ministro dell’Autorità Palestinese ripete la fantastoria del nazionalismo arabo- palestinese

Muhammad Shtayyeh primo ministro dell’Autorità Palestinese: “Il nostro progetto è la liberazione della terra e del popolo, e siamo radicati qui. Abbiamo sconfitto gli Hyksos, i Romani, i Greci, i Persiani, i Tartari e i Faraoni. Abbiamo sconfitto tutti gli invasori che sono passati nella terra di Palestina. A nome dei Martiri, sconfiggeremo questa odiata occupazione che lascerà la nostra terra”. (TV dell’Autorità Palestinese, 9.1.22)

(Da: palwatch, 9.1.22)