La faziosità acrobatica del Corriere

La Rassegna Stampa digitale del Corriere della Sera riesce a scrivere un intero articolo sul fallimento degli Accordi di Oslo senza mai menzionare né il terrorismo né le proposte di pace israeliane rifiutate dai palestinesi

Di Marco Paganoni

Per la Rassegna Stampa del Corriere non esistono né terrorismo né proposte di pace israeliane rifiutate dai palestinesi

Chi desidera non capire niente, ma proprio niente della questione israelo-palestinese non deve far altro che affidarsi alle ineffabili sintesi proposte nella Rassegna Stampa della redazione digitale del Corriere della Sera.

Giovedì 2 febbraio, in vista del 30esimo anniversario degli Accordi di Oslo, la Rassegna Stampa del Corriere riesce in un’impresa che ha dell’acrobatico: scrive un intero articolo di 933 parole dedicato al fallimento degli Accordi di Oslo senza MAI menzionare né il terrorismo (e gli attentati che hanno costellato i trent’anni trascorsi dalla stretta di mano Rabin-Arafat), né le varie proposte di pace israeliane (con nascita di uno stato palestinese praticamente sulla totalità dei Territori) ripetutamente rifiutate dai palestinesi.

Avete letto bene, ma vale la pena ripeterlo: discettano del fallimento di Oslo affidandosi a tre fonti (guarda caso Le Monde, Internazionale e Ha’aretz) e a un paio di opinionisti fra i quali l’immancabile e screditatissimo Gideon Levy, e riescono a farlo senza MAI citare nemmeno una volta il terrorismo e i rifiuti palestinesi: vale a dire, i fattori che hanno “sfasciato” (cit. Sergio Della Pergola) e ammutolito il campo israeliano per il dialogo e la pace, annientando la credibilità della sua proposta politica.

Eppure, è proprio sul Corriere che nel luglio 2000 Amos Oz (mica Gideon Levy) scriveva: “Barak è andato a Camp David per offrire la soluzione che io preconizzavo: due stati uno vicino all’altro, riconoscimento reciproco e mutua accettazione. Ma i palestinesi hanno detto no. Se vogliono avere anche Israele io, vecchio pacifista con il cuore infranto, salirò sulle barricate a combattere per la sopravvivenza del mio stato ebraico”.

L’intifada delle stragi suicide dopo il rifiuto dell’offerta di pace Barak/Clinton? I missili Hezbollah dal Libano dopo il ritiro israeliano? I razzi di Hamas dopo il ritiro di soldati e insediamenti da Gaza? Abu Mazen che volta le spalle all’offerta di pace di Olmert lasciando basita la stessa Condoleezza Rice? Nulla di tutto questo. Per la Rassegna Stampa del Corriere la causa del fallimento del processo di Oslo è una sola: gli insediamenti, che “furono il colpo fatale” e “affossarono ogni tentativo di pace”. L’ha detto Gideon Levy, che diamine. E più non dimandare.

(Da: informazionecorretta.com, 4.2.23)