La Knesset approva in prima lettura l’autoscioglimento. Israele rischia di andare alle urne per la quarta volta in due anni

Al centro dello scontro (e delle trattative) tra Netanyahu e Gantz, la legge di bilancio e la prevista rotazione della carica di primo ministro

Benny Gantz e Benjamin Netanyahu mercoledì alla Knesset

Con 61 voti a favore e 54 contrari, la Knesset ha approvato in prima lettura, mercoledì mattina, il disegno di legge presentato da Meretz e Yesh Atid-Telem per lo scioglimento del parlamento e la convocazione di elezioni anticipate, che sarebbero le quarte nell’arco di due anni.

Il voto non determina la caduta immediata del 35esimo governo israeliano. Il disegno di legge, infatti, passa ora alla Commissione competente della Knesset, che lo discuterà solo lunedì verosimilmente per dare tempo alle trattative dell’ultimo minuto fra il Likud del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il partito Blu-Bianco del vice primo ministero Benny Gantz, che ha votato a favore dello scioglimento. Dopo il passaggio in Commissione, il disegno di legge dovrebbe essere approvato dalla Knesset in seduta plenaria in almeno altre tre letture. Se ciò accadrà, la Knesset si auto-scioglierà e dovrà essere fissata una data per le elezioni, che potrebbero tenersi tra marzo e giugno 2021.

Se invece il disegno di legge sullo scioglimento della Knesset non verrà approvato, il governo ha tempo fino al 23 dicembre per approvare la legge di bilancio 2020. In caso contrario, il governo cadrà e le elezioni saranno automaticamente programmate per il 23 marzo 2021.

Non hanno partecipato al voto sullo scioglimento della Knesset i membri del partito religioso arabo-musulmano Ra’am, guidato dal parlamentare Mansour Abbas che nelle ultime settimane ha cercato una collaborazione con il governo Netanyahu nell’intento di promuovere le questioni che stanno più a cuore alla sua base elettorale. Ra’am fa parte dell’alleanza Lista (araba) Congiunta che è schierata all’opposizione. Le altre formazioni della Lista (araba) Congiunta hanno votato a favore dello scioglimento del parlamento, con i relativi parlamentari che hanno usato i loro interventi in seduta plenaria per invocare l’unità dell’alleanza araba messa potenzialmente a rischio dalla scelta di Ra’am.

La votazione di mercoledì mattina sullo scioglimento della Knesset

Likud e Blu-Bianco sono ai ferri corti sin quasi dall’inizio, lo scorso maggio, della loro coabitazione al governo. Il rapporto fra i due è diventato sempre più teso nelle ultime settimane con l’approssimarsi della scadenza della legge di bilancio. Gantz ha accusato Netanyahu di non voler approvare un bilancio biennale per gli anni 2020 e 2021, come previsto dall’accordo di coalizione, allo scopo di impedire a Gantz di diventare primo ministro nel novembre 2021 in base alla rotazione, anche questa prevista dall’accordo di coalizione. In base all’accordo, infatti, l’unico scenario in cui Gantz non subentrerebbe a Netnayahu nella carica di primo ministro è quello in cui il governo si sciogliesse a causa della mancata approvazione della legge di bilancio.

Netanyahu e i suoi alleati di destra nella coalizione sono disposti a votare solo una versione a brevissimo termine del bilancio 2020, mentre l’accordo di coalizione prevede un bilancio biennale che includa il 2021. Se verrà approvato il budget biennale, l’anno prossimo si andrà alla rotazione Netanyahu-Gantz. Se invece il governo cadrà sulla mancata approvazione del bilancio, Netanyahu rimarrà primo ministro ad interim per tutti i tre mesi di campagna elettorale e dopo le elezioni finché non sarà varata una nuova coalizione di governo.

Secondo osservatori citati da YnetNews, è improbabile che Netanyahu sia disposto a cedere sulla questione della legge di bilancio. Di qui la clamorosa decisione di Gantz, annunciata martedì, di votare a favore dello scioglimento della Knesset accusando Netanyahu d’aver violato gli impegni e d’aver ingannato gli elettori. Parlando poco prima del voto di mercoledì mattina, Gantz ha ripetuto l’appello a Netanyahu di evitare le elezioni approvando la legge di bilancio biennale. “Se Netanyahu approva il bilancio, tutto va a posto – ha detto Gantz – La soluzione è che questo bilancio venga approvato e che il governo continui a funzionare”.

Mercoledì sera Netanayhau ha risposto a Gantz dicendo che “il popolo d’Israele vuole unità e non elezioni, vuole vaccini e non tribune elettorali. Dobbiamo mettere da parte la politica, ci sarà tempo dopo per la politica – ha continuato Netanyahu – Ma non ci può essere unità se Blu-Bianco è un governo all’interno del governo e fa opposizione all’interno della coalizione. Benny Gantz deve frenare e non trascinare il paese alle elezioni. Deve comportarsi diversamente. Non è troppo tardi”. Netanyahu non ha tuttavia menzionato la questione della legge di bilancio.

Secondo i sondaggi d’opinione, se si votasse in questo momento il Likud di Netanyahu emergerebbe di nuovo come il maggiore partito ma con molti meno seggi di quelli di cui dispone attualmente (per lo più a vantaggio del partito di destra Yamina di Naftali Bennett, oggi all’opposizione), mentre dal canto suo Blu-Bianco di Gantz andrebbe incontro a un vero crollo di voti. In questo senso, entrambi i partiti avrebbero interesse ad evitare elezioni a breve. Alla domanda su chi sarebbe più responsabile se il paese andasse incontro a un’altra tornata elettorale, il 48% degli intervistati ha risposto Netanyahu, mentre il 30% ha risposto Gantz.

(Da: YnetNews, Times of Israel, Jerusalem Post, 2.12.20)