La leggenda della pace fermata dall’uccisione di Rabin

Yigal Amir è un volgare assassino che non ha affatto cambiato il corso della storia

Di Ben-Dror Yemini

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

La settimana scorsa ho scritto che l’assassino di Yitzhak Rabin, Yigal Amir, non ebbe successo. Ho ricevuto una serie di risposte infuriate. Sembra dunque assai generalizzata l’opinione, espressa in numerosi articoli, secondo cui la colpa per la mancanza di pace in Israele è da attribuire a quell’assassino. E’ davvero così?

In realtà l’uomo responsabile d’aver affossato le possibilità di pace è quello che respinse la proposta di compromesso formulata da Bill Clinton (cinque anni dopo l’assassinio di Rabin). Il suo nome è Yasser Arafat, e non Yigal Amir. E l’individuo che ancora una volta silurò le prospettive di pace è quello che respinse la proposta avanzata nel 2008 da Ehud Olmert. Il suo nome è Abu Mazen (Mahmoud Abbas), non Yigal Amir. E la persona responsabile prima di ogni altra d’aver bocciato il progetto di proposta di Kerry è ancora Abu Mazen, e non Yigal Amir.

Un’altra leggenda metropolitana dello stessa scuola di pensiero sostiene che Yigal Amir influenzò i risultati delle elezioni israeliane. Ebbene, nei mesi precedenti l’assassinio di Rabin il partito laburista era in caduta libera nei sondaggi a causa dell’ondata di terrore che imperversava (allora si parlava di “vittime della pace”). L’assassinio ebbe effettivamente un’influenza sugli atteggiamenti elettorali, ma nella direzione opposta. Il partito laburista riguadagnò il vantaggio nei sondaggi, e con un margine considerevole. Ma non fu sufficiente: le stragi terroristiche continuarono anche dopo l’assassinio di Rabin. E ricominciò il calo nei sondaggi: ma non a causa di Yigal Amir, bensì a causa del terrorismo palestinese.

Uno degli attentati suicidi sugli autobus di Gerusalemme nella primavera del 1996

Uno degli attentati suicidi palestinesi sugli autobus di Gerusalemme nella primavera del 1996

E tuttavia i sondaggi prevedevano ancora una vittoria dei laburisti. Ma poi ci furono gli attacchi Hezbollah dal nord e la conseguente operazione Grapes of Wrath (“Grappoli d’ira”) contro i covi del terrorismo annidati nei villaggi del Libano. Una bomba israeliana provocò per errore la morte di decine di civili a Kafr Kana. Gli arabi d’Israele ne furono indignati e molti di loro per protesta scelsero di boicottare le elezioni, regalando a Benjamin Netanyahu una vittoria di strettissima misura su Shimon Peres.

Questi sono i fatti. Ma il mantra “Yigal Amir ha fermato il processo di pace” continua ad andare in onda, ripetuto a pappagallo. La pace è importante, ma perché questa ostinata fedeltà a un abbaglio? Yigal Amir è un assassino spregevole. E non ha ottenuto nulla. Non ha arrestato nessun processo. Non ha influenzato nessun cambiamento di regime. Dunque non è chiaro il motivo per cui molti non solo insistono a riscrivere la storia, ma si ostinano anche ad accreditare a un volgare assassino l’onore e la reputazione d’aver cambiato il corso degli eventi. Lui non lo merita. E non lo meritiamo noi.

(Da: YnetNews, 7.11.14)