La mia giornata particolare da volontario musulmano del pronto soccorso israeliano

“Sono fiero di poter aiutare persone in pericolo di vita di ogni età, fede e nazionalità”

Di Ramzi Batesh

Ramzi Batesh, autore di questo articolo, è operatore presso la sede di United Hatzalah a Gerusalemme e fa volontariato come paramedico specializzato in pronto soccorso e capo della sezione di Gerusalemme est dell’organizzazione

Mi chiamo Ramzi Batesh e vivo nel quartiere di Beit Safafa (quartiere arabo nella parte sud di Gerusalemme ndr). Lavoro presso il centro operativo di United Hatzalah e sono uno dei volontari paramedici specializzati in pronto soccorso che intervengono con le famose moto-ambulanze dell’organizzazione.

Lo scorso venerdì ho soccorso tre persone che necessitavano di un intervento medico d’urgenza. Il che non è necessariamente un fatto insolito, ma venerdì scorso c’è stato qualcosa di unico per via di chi ho assistito, e dove.

La giornata è iniziata con le preghiere del mattino. Poco dopo ho ricevuto una chiamata d’emergenza che riguardava un ebreo che era vittima di un attacco convulsivo. L’ho assistito proteggendogli la testa, per assicurarmi che non subisse lesioni gravi, e somministrando ossigeno.

Quando sono tornato a casa, mi sono preparato per le preghiere principali del venerdì (la giornata festiva della settimana islamica ndr), che avevo in programma di seguire nella moschea al-Aqsa. Sono andato in auto fino alla Città Vecchia, ma quando sono arrivato al parcheggio nel quartiere ebraico ho ricevuto un’altra chiamata d’emergenza medica che riguardava una persona svenuta nel vicino quartiere musulmano. Mi sono precipitato all’indirizzo fornito, dove sono stato raggiunto da due paramedici ebrei che conosco bene, Shlomo Eisenman e Yagel Mizrachi. Abbiamo trovato un uomo sulla sessantina privo di sensi sul pavimento del suo appartamento. Non respirava e non aveva polso. Insieme a Shlomo e Yagel, ho collegato un defibrillatore e abbiamo eseguito un protocollo completo di rianimazione cardiopolmonare con massaggio cardiaco al torace e ventilazione assistita, oltre a due scariche dal defibrillatore. Abbiamo continuato i nostri sforzi per oltre 30 minuti, insieme a un’equipe mobile di un’ambulanza di terapia intensiva sopraggiunta nel frattempo. Alla fine siamo riusciti a riprendere il polso e l’uomo ha ripreso a respirare. È stato trasportato in ospedale in condizioni gravi ma stabili. Avevo perso le preghiere del venerdì ma stavo salvando una vita, che è sempre più importante.

Alcune volontarie di United Hatzalah

Mentre raccoglievo la mia attrezzatura per tornare a casa, ho ricevuto un altro allarme. Questa volta si trattava di un’emergenza medica alla Porta di Giaffa. Mi sono precipitato sul posto con la mia moto-ambulanza e lì sono stato indirizzato da un famigliare in ansia sin dentro il quartiere cristiano, dove ho trovato un cittadino cristiano che soffriva di una grave mancanza di respiro. Gli ho somministrato ossigeno ad alto flusso e i suoi livelli di saturazione sono lentamente aumentati. Sono rimasto con lui fino all’arrivo di un’ambulanza che lo ha trasportato in ospedale.

Ogni giorno mi reco nel centro operativo di United Hatzalah e dirigo i nostri volontari che corrono ad assistere persone di ogni età, fede e nazionalità: persone che sono esattamente come me e hanno bisogno di cure mediche. Quando finisco il mio turno di lavoro divento volontario e, affiancato da altri “corrieri”, rispondo alle chiamate d’emergenza per aiutare qualunque persona, senza badare a confini etnici o religiosi.

Per me è motivo di orgoglio lavorare e fare volontariato con persone che la pensano allo stesso modo: tutte persone fermamente convinte che dobbiamo assistere chiunque abbia bisogno, indipendentemente da chi sia e dove si trovi. Ne siamo convinti perché siamo tutti, prima di tutto, esseri umani, e il valore della vita umana supera ogni altro confine. In questo siamo perfettamente uniti.

(Da: jns.org, 19.9.22)

Una tipica moto-ambulanza di United Hatzalah

United Hatzalah of Israel è una onlus israeliana che offre servizi medici d’emergenza gratuiti, con la missione di garantire la primissima assistenza medica d’urgenza in tutto Israele. Grazie ai suoi 6.200 volontari disponibili in tutto il paese 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno, alla sua esclusiva tecnologia GPS e alle ormai iconiche moto-ambulanze, il tempo medio di risposta di United Hatzalah è inferiore a 3 minuti in tutto il paese e arriva a 90 secondi nelle aree metropolitane. L’obiettivo è arrivare sul posto il prima possibile e fornire al paziente un’assistenza medica professionale e adeguata nella cruciale finestra di tempo che corre tra l’inizio di un’emergenza e l’arrivo del soccorso tradizionale in autoambulanza.