La “OPA ostile” di Hamas sulla Cisgiordania

Dal punto di vista di Israele e in parte dell'Autorità Palestinese, il nuovo vicecapo di Hamas è un nemico spietato la cui ostilità non è destinata ad attenuarsi

Di Yoav Limor

Yoav Limor, autore di questo articolo

La nomina di Saleh el-Arouri a vicecapo di Hamas nel bel mezzo dei colloqui per la riconciliazione fra il gruppo terroristico islamista e la fazione di Fatah del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) invia un messaggio netto e chiaro: Hamas non ha abbandonato il suo obiettivo strategico di soggiogare la Cisgiordania.

Arouri – un terrorista condannato in Israele a 18 anni di detenzione, scarcerato nel 2011 nell’ambito del ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit – negli ultimi anni è stato costantemente alla testa degli sforzi fatti da Hamas per espandere la sua infrastruttura terroristica in Cisgiordania. Agendo dapprima dalla Siria, poi dalla Turchia e dal Qatar, ora dal Libano, Arouri ha sempre diretto il finanziamento e la preparazione di cellule di Hamas in Cisgiordania, addestrandole a compiere attacchi terroristici contro Israele e Autorità Palestinese.

Nel corso di queste su attività, Arouri ha interagito con l’ala militare di Hamas, guidata dall’attuale capo di Hamas a Gaza Yahya Sinwar, nonché con l’ala politica, prima guidata da Khaled Mashaal e ora da Ismail Haniyeh. Mentre Haniyeh sceglieva di rimanere nella striscia di Gaza (a differenza di Mashaal, che negli anni scorsi faceva base in Qatar), Arouri si è trovato alla testa di frequenti missioni politiche per conto di Hamas.

Saleh Al-Arouri

La decisione presa da Haniyeh settimana scorsa di nominare Arouri come suo vice indica che egli intende rimanere a Gaza nel prossimo futuro, affidando ad Arouri la gestione della maggior parte delle attività internazionali dell’organizzazione.

Ma la nomina ha un significato che va ben al di là di questo aspetto. A differenza di Haniyeh e Sinwar, radicati a Gaza, Arouri è originario della Cisgiordania e in quanto tale sarà il rappresentante di quella regione nella dirigenza di Hamas. Anche se le sue operazioni fanno base a Gaza, Hamas non ha mai fatto nulla per nascondere la sua ambizione di prendere il controllo della Cisgiordania. Arouri avrà un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo proposito.

La nomina di Arouri giunge nel bel mezzo dei rinnovati tentativi di conciliazione fra Hamas e Autorità Palestinese, quella stessa Autorità Palestinese che gli uomini di Hamas hanno tentato di rovesciare tre anni fa. All’epoca, fu Israele che sventò la trama ordita in Turchia da Arouri, che prevedeva il coinvolgimento di un centinaio di terroristi muniti di piani e armi per compiere una serie di attacchi terroristici nelle aree del governo palestinese di Ramallah con l’obiettivo di paralizzarlo e subentrare nel controllo sulla Cisgiordania.

Saleh al-Arouri (a sinistra) fotografato da un reporter di Hezbollah durante un incontro all’inizio dello scorso agosto, a Beirut, con l’assistente speciale agli affari internazionali del presidente del Consiglio della Shura, l’iraniano Hossein Amir-Abdollahian

Quella stessa estate, fu Arouri – per sua stessa ammissione – che pilotò il fatale rapimento e assassinio di tre adolescenti israeliani che contribuì, insieme ai razzi lanciati da Gaza, a scatenare la guerra di Israele contro Hamas dell’estate 2014.

Arouri è anche ben collegato con la dirigenza iraniana e ha stretti legami con Hezbollah in Libano. Recentemente ha fatto parte di una delegazione di Hamas che si è recata a Teheran nel quadro delle manovre di riavvicinamento fra il regime degli ayatollah e il gruppo islamista palestinese.

Difficile credere che Arouri cambierà metodi e obiettivi per il solo fatto d’essere stato nominato a un presunto ruolo diplomatico all’interno di Hamas. Coloro che lo conoscono sin dai suoi anni nelle carceri israeliane parlano di un terrorista intelligente e fanatico, animato da idee molto estremiste, che parla correntemente l’ebraico e conosce piuttosto bene il paese. Dal punto di vista di Israele e, in una certa misura, dell’Autorità Palestinese, il nuovo vicecapo di Hamas è un nemico sofisticato e spietato, la cui ostilità non è verosimilmente destinata ad attenuarsi. Come minimo, costituirà una pericolosa spina nel fianco anche in questo suo nuovo ruolo.

(Da: Israel HaYom, 6.10.17)