La pericolosa vittoria di Hamas

A Gaza viene percepito come il gruppo che sta per prendersi la striscia senza dare nulla in cambio.

Da un articolo di Danny Rubinstein

image_690Dopo la diffusione dei risultati della seconda tornata di elezioni parziale amministrative palestinesi nella striscia di Gaza, si può dire con certezza che, a meno di improvvisi cambiamenti dell’opinione pubblica palestinese nelle prossime settimane, lo sgombero di Israele da Gaza lascerà nelle mani di Hamas il controllo sulla striscia.
La vittoria di Hamas alle elezioni municipali a Gaza è impressionante. Il movimento islamista ha conquistato una netta maggioranza di seggi nel consiglio municipale della città di Rafah (che ha più di 100.000 abitanti), a Beit Lahia (40.000 abitanti), nel campo di El Bureij (30.000 abitanti) e nella cittadina di El Murqa. Certo, il risultato elettorale è stato influenzato anche da un mix di questioni locali, rivalità e competizioni fra clan, e l’identità dei candidati ha contato molto di più delle varie posizioni politiche. Tuttavia, anche tenendo conto di questi fattori, è impossibile ignorare la chiara affermazione di Hamas.
Una delle indicazioni di questa vittoria è che gli attivisti di Fatah a Gaza non hanno ancora capito che stanno perdendo la loro posizione di potere e di controllo. Quando sono stati resi noti i risultati, in particolare a Rafah, i sostenitori di Fatah sono scesi in strada proclamando che c’erano stati brogli e che non avrebbero permesso a Hamas di assumere il controllo del consiglio municipale. Per loro è assai difficile accettare la sconfitta.
Una difficoltà che nasce dal fatto che il movimento Fatah è stata per lunghi anni la fazione dominante fra i palestinesi. I suoi attivisti si sono abituati all’idea di stare in posizioni di potere, e di godere dei vantaggi offerti da tale posizione. E per anni il loro controllo su Gaza è stato fuori discussione, ancora più che in Cisgiordania.
La domanda dunque è come ha fatto Hamas a vincere così chiaramente e Fatah a perdere così dolorosamente. Certo, Gaza è stata la culla del movimento Hamas, scaturito da quello dei Fratelli Musulmani, con forti legami in Egitto. Ma non è solo questo. Bisogna infatti aggiungere il disagio economico di Gaza, che è molto più grave che in Cisgiordania. A fare da sfondo a questo disagio, sono montate critiche sempre più forti contro la corruzione dell’amministrazione pubblica, cioè gli attivisti di Fatah, e la richiesta che venissero sostituiti dagli attivisti di Hamas con la loro immagine di gente sobria e irreprensibile.
Inoltre Hamas, a Gaza più che in Cisgiordania, appare come il gruppo che ha combattuto, che si è sacrificato e che ha conseguito la vittoria dei palestinesi,vale a dire il ritiro israeliano dalla striscia. I portavoce di Fatah e dell’Autorità Palestinese faticano a controbattere l’accusa di non essere stati capaci di ottenere in tutto il periodo del processo di pace e dei negoziati con Israele ciò che hanno ottenuto i missili Qassam e i tiri di mortaio di Hamas: costringere Sharon a ritirarsi da Gaza.
Il quadro, dal punto di vista israeliano, può essere persino peggiore perché Hamas viene percepita a Gaza come il movimento che sta per prendere la striscia di Gaza senza dover dare nulla in cambio. Per lo meno ufficialmente, infatti, non si registra alcun cambiamento nella posizione di Hamas, che non riconosce lo stato di Israele e continua a sostenere la “lotta armata”. Le pubblicazioni di Hamas continuano a parlare di Israele come della “entità sionista” e dei “territori occupati nel 1948”. La Palestina nella sua totalità, Israele compreso, viene definita Waqf (patrimonio religioso islamico), per cui qualunque concessioni è impossibile.
Può anche darsi che in futuro Hamas muti alcune di queste posizioni. Ma è quasi certo che i capi del movimento islamista non lo faranno senza pretendere qualcosa in cambio: ad esempio, il riconoscimento del loro movimento e la disponibilità ad accettarli come interlocutori negoziali. Per il momento non sembrano esservi molte probabilità che ciò possa avvenire, certamente non nell’immediato. Nel frattempo Hamas avanza su una strada aperta, relativamente sicura di strappare a Israele la striscia di Gaza come un frutto della sua vittoria.

(Da: Ha’aretz, 9.05.05)

Nella foto in alto: “militanti” di Hamas durante i festeggiamenti per la vittoria nella recente tornata elettorale amministrativa palestinese.