La portavoce degli anti-israeliani ammette: Le violenze sulla Mavi Marmara furono scatenate dagli attivisti

E’ quanto emerge da un gruppo antisemita britannico recentemente scoperto su Facebook, di cui era membro anche Jeremy Corbyn

By Robert Philpot

Il ricercatore e blogger David Collier

Una eminente attivista filo-palestinese coinvolta nell’impresa della “flottiglia di Gaza”, che nel maggio 2010 tentò di violare il blocco navale israeliano anti-terrorismo, ha confermato con le sue parole la versione sempre sostenuta da Israele degli eventi che portarono allo scontro sanguinoso a bordo della nave Mavi Marmara, in cui restarono uccisi dieci attivisti turchi del gruppo islamista IHH.

Nei post scoperti di recente in un gruppo segreto britannico anti-sionista e antisemita su Facebook chiamato Palestine Live (si veda il box a fondo pagina), Greta Berlin, co-fondatrice e portavoce del Free Gaza Movement, afferma che i soldati israeliani non aprirono il fuoco finché Ken O’Keefe, un ex marine statunitense a bordo della Mavi Marmara, non strappò di mano l’arma a uno di loro. Nel 2014, durante un acceso dibattito on-line al sicuro del gruppo Facebook di attivisti anti-israeliani a cui si poteva accedere solo su invito e previa approvazione, Greta Berlin ha ripetutamente rintuzzato i commenti di altri membri che lodavano O’Keefe. “Fu responsabile di alcune delle morti a bordo della Mavi Marmara – ha scritto Berlin  – Se non avesse disarmato un soldato terrorista [sic] israeliano, loro non avrebbero iniziato a sparare. Basta. La maggior parte di voi non ha idea di ciò di cui sta parlando”.

La settimana scorsa, un rapporto del ricercatore e blogger David Collier ha portato alla luce una quantità di materiale antisemita e anti-israeliano postata su quel sito, fra i cui membri a un certo punto figurava anche Jeremy Corbyn prima di diventare il leader del partito laburista inglese. L’analisi di Collier ha portato alla luce anche i clamorosi commenti sugli eventi di otto anni fa a bordo della Mavi Marmara, che fra l’altro innescarono un aspro scontro diplomatico tra Turchia e Israele.

Fermo-immagine del momento in cui jihadisti IHH scaraventano fuoribordo un soldato israeliano ferito, durante gli scontri del 31 maggio 2010 sulla Mavi Marmara

Come a tutte le navi dirette a Gaza, ufficialmente per portare aiuti umanitari ai palestinesi, anche alla Mavi Marmara Israele chiese di ispezionare il carico e di sbarcarlo nel porto di Ashdod da dove le merci non suscettibili d’essere usate per terrorismo sarebbero state trasportate a Gaza. Mentre le altre cinque navi della “flottiglia” acconsentirono, gli attivisti a bordo della Mavi Marmara si opposero e per questo i commando israeliani dovettero calarsi sul ponte dagli elicotteri. Le Forze di Difesa israeliane dichiararono successivamente che i soldati, immediatamente aggrediti con mazze, spranghe e coltelli, aprirono il fuoco solo dopo che un attivista aveva strappato l’arma a uno di loro. “Purtroppo i membri di quel gruppo volevano a tutti costi lo scontro”, spiegò alla BBC il portavoce del governo israeliano Mark Regev. Gli attivisti, invece, e tutti i loro sostenitori, hanno sempre affermato che le forze israeliane avevano iniziato a sparare non appena salite sulla nave. In uno dei loro primi resoconti, Greta Berlin disse al New York Times che gli israeliani avevano “aperto il fuoco sui civili addormentati alle quattro del mattino”. La stessa versione la ripeté ad altri mass-media internazionali nel corso di tutta quella giornata, dando vita alla versione poi tanto diffusa della “spietata aggressione israeliana”. Fecero seguito innumerevoli proteste e condanne internazionali, anche da parte di governi e agenzie. Durante le dimostrazioni a Londra, Corbyn, allora semplice parlamentare laburista, accusò Israele d’aver commesso un “crimine di guerra” e “un atto di pirateria” etichettando lo stato ebraico come “stato canaglia”.

Greta Berlin, co-fondatrice e portavoce del Free Gaza Movement

Il post di Berlin, afferma il blogger Collier, conferma che “i soldati israeliani non aprirono il fuoco mentre abbordavano la nave, e non lo fecero fino a quando non si imbatterono in un imprevisto livello di violenza e alcuni di loro erano stati anche catturati”. Dunque, il rapporto israeliano presentato nel 2011 alla commissione delle Nazioni Unite era “corretto”. “È arduo dare una lettura logica diversa del commento di Greta Berlin – sottolinea Collier – Lei era chiaramente al corrente che i fatti si erano svolti in modo diverso da come li stavano raccontando”. Gli attivisti anti-israeliani mentivano, e lo sapevano. Persino la commissione Onu, pur criticando l’“inaccettabile” perdita di vite umane, stabilì che i soldati avevano dovuto affrontare “una resistenza notevole, organizzata e violenta” che li aveva costretti a “usare la forza per la propria difesa”. Ma di fronte alla diversa versione offerta dagli attivisti turchi (che ora si scopre menzognera), la commissione non era riuscita a trarre conclusioni definitive su quando i soldati avessero aperto il fuoco.

Collier ha scoperto anche altri post di Berlin sul gruppo Facebook che sembrano corroborare la versione israeliana. Ad esempio, in un post in polemica con altri membri del gruppo, a un certo punto Berlin scrive: “Pensi che sia stato intelligente strappare l’arma a questi pazzi [sic] a bordo della Mavi Marmara? E poi correre in giro per il ponte dicendo che aveva l’arma?”. In un altro commento, ribatte a un interlocutore che Ken O’Keefe, membro di Palestina Live, “non è un eroe e le sue azioni misero a rischio gli altri sulla Mavi Marmara”, e parla della “folle idea di Ken di attaccare i soldati impazziti e armati”, definendolo “un provocatore” e “una minaccia”.

L’attivista anti-israeliano Ken O’Keefe

Sia O’Keefe che Berlin sono da lungo tempo attivisti anti-israeliani. Lui in passato ha definito Israele uno stato “razzista, da apartheid e da genocidio” che “deve essere distrutto”, e ha affermato che il Mossad è “direttamente coinvolto” negli attentati dell’11 settembre. O’Keefe appare regolarmente su Press TV, la testata in lingua inglese dell’emittente iraniana. Lei, già sposata con un palestinese e coinvolta nell’attivismo anti-israeliano dopo la guerra del 1967, trascorse in seguito del tempo in Cisgiordania per conto dell’estremista International Solidarity Movement e suscitò vivaci polemiche nel 2012 quando diffuse un video in cui si affermava che i sionisti erano responsabili della Shoà (salvo poi sostenere che non lo aveva guardato prima di postarlo). Berlin ha definito Israele una “entità illegale” e “un paese fondato sul terrorismo”.

Nel 2010 la nave Mavi Marmara era gestita dall’associazione “di beneficenza” turca IHH, bandita da Israele sin dal 2008. Secondo l’Intelligence and Terrorism Information Center Meir Amit, “oltre a legittime attività umanitarie, IHH sostiene le reti terroristiche islamiste, e in modo rilevante Hamas”. Anche dopo che nel 2016 Turchia e Israele hanno ristabilito le relazioni diplomatiche, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha continuato a ripetere pubblicamente che è “impossibile” che sulla Mavi M;armara i soldati delle Forze di Difesa israeliane abbiano agito per autodifesa.

Greta Berlin non ha risposto a una richiesta di Times of Israel di commentare i contenuti di questo articolo.

(Da: Times f Israel, 13.3.18)

Jeremy Corbyn

Jeremy Corbyn, leader del partito laburista britannico, è stato membro attivo di un gruppo su Facebook che comprendeva negazionisti della Shoà e antisemiti. In un rapporto di 280 pagine pubblicato la scorsa settimana, David Collier, ricercatore e blogger, descrive in dettaglio una quantità di materiale antisemita e anti-israeliano condivisa dai membri del gruppo Palestine Live, di cui Corbyn è stato membro per almeno un anno per poi lasciarlo poco dopo essere diventato capo dell’opposizione nel settembre 2015. Uno dei membri del gruppo diceva che stava leggendo il Mein Kampf e suggeriva: “Tutti dovrebbero essere obbligati a leggerlo, specialmente gli ebrei che hanno la loro propria agenda sul perché non erano amati”. Altri membri chattavano usando termini come “ZioNazi” e “GiudeoNazi”, discutevano se la BBC fosse controllata dai sionisti e condividevano teorie complottiste sulla famiglia Rothschild e sul presunto coinvolgimento di Israele negli attacchi di Parigi del 2015 e negli attentati dell’11 settembre. I membri del gruppo segreto, composto da tremila persone tra cui il negazionista della Shoà Paul Eisen, condividevano anche articoli di David Duke, ex “gran mago” del Ku Klux Klan, e link a materiale neonazista. In un post, Jackie Walker, ex vicepresidente del gruppo pro-Corbyn Momentum, oggi sospesa dal partito laburista per accuse di antisemitismo, chiede agli altri membri: “Quanto è sicuro questo gruppo?”. Uno dei tre amministratori risponde: “Molto. Non è ammesso nessuno che non sia fidato. Sto molto molto attento ed è un gruppo segreto”. Non si può dare per certo che il leader laburista fosse a conoscenza della natura del materiale condiviso da alcuni membri del gruppo. Tuttavia, Collier dimostra che Corbyn ha pubblicato sul sito in diverse occasioni. Ad esempio nel 2014, per celebrare il voto del Parlamento del Regno Unito a favore del riconoscimento unilateralmente dello stato di Palestina, è intervenuto in una conversazione nella quale un altro membro faceva riferimento agli “ebrei ribelli che non meritano una patria”. (Da: Times of Israel, 8.3.18)