La pretesa di bandire gli ebrei dal Monte del Tempio si basa su una falsificazione della storia (oltretutto recente)

Nel 1925 lo stesso Consiglio Supremo Musulmano definiva “fuori discussione” la collocazione a Gerusalemme del Tempio ebraico. Oggi i palestinesi negano sia mai esistito e si proclamano mortalmente offesi se un ebreo vi mette piede

La guida ufficiale del Consiglio Supremo Musulmano, edizione in inglese del 1924 (clicca per ingrandire)

La propaganda palestinese ripete in modo martellante che nel complesso Haram Al-Sharif dove sorge la moschea Al-Aqsa, nella città vecchia di Gerusalemme, noto a cristiani ed ebrei come il Monte del Tempio, non è mai esistito nessun Tempio ebraico e che il sito è sempre stato un luogo sacro esclusivamente islamico “sin dalla creazione del mondo” (così il gran mufti dell’Autorità Palestinese Muhammad Hussein nell’ottobre 2015 all’emittente israeliana Canale Due). E’ su questo genere di affermazioni che viene sostenuta la norma discriminatoria che proibisce qualunque espressione di fede non-islamica sul Monte del Tempio e la presenza stessa di visitatori ebrei sulla spianata all’esterno della moschea di Al-Aqsa viene regolarmente denunciata con termini come “aggressione”, “profanazione”, “provocazione”.

In questo contesto è interessante ricordare che nel 1924-25 il Consiglio Supremo Musulmano con sede a Gerusalemme, ovvero il più alto organo responsabile della comunità musulmana e degli affari religiosi nella Palestina Mandataria all’epoca guidato dal Gran Mufti Hajj Amin Al-Husseini, pubblicò un opuscolo informativo di 16 pagine intitolato Breve guida all’Al-Haram Al-Sharif. L’opuscolo affermava che il luogo è sacro per gli ebrei e che è lì che sorgevano gli antichi Templi ebraici (clicca qui per le immagini dell’intero opuscolo).

“La sua identificazione con il sito del Tempio di Salomone è fuori discussione” (clicca per ingrandire)

In particolare, a pagina 4 si poteva leggere: “Il sito è uno dei più antichi del mondo. La sua santità risale ai tempi più antichi (forse preistorici). La sua identificazione con il sito del Tempio di Salomone è fuori discussione. Questo, secondo la credenza universale, è anche il luogo dove Davide eresse un altare al Signore e bruciò offerte e sacrifici di pace (2 Samuele 24:25)”.

A pagina 16 si leggeva: “Poco si sa per certo della storia antica del vano [detto Scuderie di Salomone, adiacente l’attuale moschea di Al-Aqsa ndr]. Esso risale probabilmente alla costruzione del Tempio di Salomone … e venne usato dagli ebrei come luogo di rifugio al tempo della conquista di Gerusalemme da parte di Tito nell’anno 70 d.C.”.

Va notato che nel 1966 il Ministero giordano dell’Awqaf (al quale erano state trasferite le funzioni del Consiglio Supremo Musulmano nel 1951, cioè poco dopo che la Giordania aveva illegalmente occupato la parte est di Gerusalemme) pubblicò una nuova versione dell’opuscolo, intitolandola Breve guida alla Cupola della Roccia e all’Al-Haram Al Sharif. Significativamente, in questa nuova versione vennero ridotti al minimo i riferimenti alla storia pre-islamica del complesso e venne cancellata ogni menzione dei Templi ebraici. Il termine “Tempio” compare solo due volte, nella versione del 1966, alle pagine 20 e 60 in riferimento a quando i Crociati denominarono la Cupola della Roccia Templum Domini (“Tempio del Signore”) e l’adiacente moschea di Al-Aqsa Templum Salomonis (“Tempio di Salomone”).

L’opera di riscrittura/cancellazione della storia avviata in quegli anni è andata aumentando negli anni successivi. Oggi è frequente sentire eminenti personalità musulmane, palestinesi e non, che negano che i Templi ebraici siano mai esistiti, in contraddizione con la stessa tradizione islamica (e con le tradizioni ebraica e cristiana, per non dire delle testimonianze archeologiche). Tanto per fare un esempio, si può ricordare che Gerusalemme viene spesso indicata in arabo con il termine Bayt Al-Maqdis che deriva direttamente dal nome ebraico del Tempio Beit HaMikdash (lett. Casa della santificazione).

Secondo l’allora capo negoziatore palestinese Saeb Erekat, quando il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton chiese a Yasser Arafat di riconoscere che c’era stato un Tempio ebraico in quello che oggi è il complesso della moschea di Al-Aqsa, Arafat rispose: “Non sarò un traditore… Non c’è nulla sotto o sopra l’Haram Al-Sharif tranne che per Allah”.

Nel giugno 2021, il primo ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh ha affermato che “dal 1967 fino ad oggi Israele ha condotto una serie di scavi sotto la moschea di Al-Aqsa, ma non è riuscito a provare nulla su un Tempio o altro”.

Nell’ottobre 2017 Manuel Hassassian, ambasciatore dell’Autorità Palestinese nel Regno Unito, aveva dichiarato che “gli israeliani hanno inventato il Quartiere Ebraico” di Gerusalemme (che in realtà nella sua forma attuale risale perlomeno al periodo ottomano) e che “non c’è Tempio e non c’è niente di ebraico in Palestina. E’ tutta un’invenzione”.

“La religione ebraica è una favola, gli ebrei non hanno nessuna storia e nessun resto archeologico a Gerusalemme o in Egitto” (clicca per il video Memri con sottotitoli in inglese)

Saleh Al-Arouri, vicepresidente dell’Ufficio politico di Hamas, ha dichiarato nel maggio 2021: “L’immigrazione degli ebrei in Palestina da tutti gli angoli del mondo, al fine di stabilire il loro stato, si basava sul mito secondo cui Gerusalemme era stata la loro capitale e lì avevano un Tempio, che Gerusalemme appartiene loro e che è la loro Terra Promessa. Sono miti che hanno inventato dal nulla”.

Nell’aprile 2010, il professore giordano-palestinese di Diritto religioso Ahmad Nofal ha dichiarato: “Voi ebrei non avete terra, né Tempio, né luogo di culto… Voi ebrei adorate Satana… Combattono Dio e adorano Satana, eppure vanno cercando il Tempio di Salomone?”. Il professor Nofal ha anche affermato: “Gli ebrei hanno scavato 40 metri nel terreno e non hanno trovato nulla. Non c’è alcuna indicazione che lì esistesse un Tempio. Fratelli, si stanno prendendo gioco di voi… Questa è eresia e bestemmia contro Dio, la storia, gli esseri umani e il buon senso”.

In un sermone dell’agosto 2017 a Città del Capo, Moulana Ihsaan Hendricks, direttore della Fondazione Al Quds Sudafrica, ha affermato che il Muro del Pianto non ha nulla a che fare con i Templi ebraici e che il suo unico significato è la tradizione islamica secondo cui Maometto vi ha legato la mitica cavalcatura alata Buraq durante il suo miracoloso viaggio notturno. Hendricks ha detto: “Alcuni di noi credono che sia un buon esercizio inter-religioso [riconoscere il significato del Muro del Pianto per gli ebrei]. Ma non c’è nulla di inter-religioso nel Muro di Buraq. Ogni parte della moschea, del complesso è di diritto dei musulmani”.

L’editorialista libanese Jihad Al-Khazen ha affermato nel gennaio 2012 che a Gerusalemme non ci sono prove archeologiche di presenza degli ebrei e di nessuno dei loro Templi, liquidando queste affermazioni come “favole della Torah”.

Nel novembre 2013 l’ex deputato giordano Yaq’ub Qarash ha dichiarato: “Gli [ebrei] vogliono tutto, anche se non hanno diritti religiosi. Vogliono dimostrare i miti che hanno fabbricato… Per Allah, se quel Muro [del Pianto] faceva parte davvero di un Tempio, sono certo che i compagni del Profeta [Maometto] l’avrebbero onorato. … È un dato di fatto che non hanno alcun diritto. Siamo di fronte a dei miti”.

Nel settembre 2018, il professore giordano di archeologia Mohammad Waheeb Al-Husseini ha affermato che il movimento sionista mira a governare il mondo da Gerusalemme, ma “si è infilato in un vicolo cieco” da una prospettiva “scientifica” perché non è stato capace di dimostrare nessuna precedente presenza nazionale ebraica in Palestina, e in particolare a Gerusalemme. Ha detto: “Gli [ebrei] non avevano nessuna indipendenza che ci permetta di dire che avevano un regno, un Tempio o altro”.

Lo stesso presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen in alcune occasioni ha parlato del “presunto Tempio” degli ebrei a Gerusalemme.

Resta da chiedersi: perché mentono spudoratamente?

(Da: memri.org, israele.net, maggio 2022-gennaio 2023)