La prima vittima del moderno terrorismo in terra d’Israele

Nel 1851 il rabbino Tzoref pagò con la vita l’aver avviato la ricostruzione, a Gerusalemme, della sinagoga di Hurva, destinata un secolo dopo ad essere distrutta dalla Legione Araba

Da un articolo di Nadav Shragai

image_2562Probabilmente il nome di rabbi Avraham Shlomo Zalman Tzoref, ucciso a Gerusalemme nel 1851, non è noto alla maggior parte degli israeliani. Eppure Tzoref fu la prima vittima del terrorismo ufficialmente riconosciuta dallo Stato d’Israele, e il suo nome viene letto ogni anno, insieme a quelli delle altre tremila vittime del terrorismo, nella Giornata delle Rimembranze.
Il rabbino Tzoref era riuscito ad ottenere dal sovrano egiziano Muhammad Ali, e in seguito dalle autorità turche, il permesso di ricostruire nella città vecchia di Gerusalemme la sinagoga di Hurva, che creditori arabi avevano bruciato nel 1721.
Tzoref scoprì inoltre che lo statuto turco delle limitazioni cancellava tutti i debiti di Rabbi Yehuda Hahasid, che aveva acquistato la terra su cui la sinagoga era stata costruita. Con l’aiuto della corte, riuscì a recuperare per la comunità Ashkenazita parte della terra occupata dagli arabi del posto, scatenando così l’ira degli arabi.
Tzoref non visse abbastanza a lungo per vedere la sinagoga ricostruita. Venne assassinato nel 1851, cinque anni prima che cominciassero i lavori di ricostruzione.
Il libro “Tre generazioni”, scritto da Mordechai Solomon, uno dei discendenti di Tzoref, racconta la serie di eventi che circondano la ricostruzione della sinagoga Hurva, fino all’assassinio di Tzoref. Tra le altre cose, Solomon racconta che Tzoref era solito corrompere gli arabi con “doni annuali” per ottenerne il consenso alla ricostruzione della sinagoga. “Le vittorie di Tzoref nella costruzione e salvaguardia della Hurva di Rabbi Yehuda Hahasid – scrisse Solomon – provocarono la gelosia e l’odio degli arabi di Gerusalemme, e specialmente dei membri delle famiglie discendenti di quegli stessi effendi che avevano antichi contenziosi contro la comunità Ashkenazita dai tempi di Rabbi Yehuda Hahasid. Finché la leadership della comunità fu nelle mani di Rabbi Tzoref, questi li ricompensava con i “doni annuali” per tacitarli in modo che non interferissero con la costruzione. Tuttavia, quando la comunità Ashkenazita crebbe e le sue necessità aumentarono, e spuntarono anche nuovi leader per che gestivano il denaro, Rabbi Tzoref dovette smettere di elargire quei doni agli ismaeliti…”.
Una notte, sconosciuti aggressori tentarono di uccidere Tzoref sparandogli, ma mancarono il bersaglio. “Il cecchino, scappando da uno dei cortili, cadde in una cisterna e annegò”, scrive Solomon.
La seconda volta, i suoi assalitori lo colpirono sulla testa con una spada. “Una notte, verso l’alba, quando Tzoref si stava recando al servizio delle preghiere mattutine come era sua abitudine, gli assassini lo attaccarono da dietro, e lo colpirono sulla testa con una spada, finché cadde nel suo stesso sangue. Degli ebrei, che pure stavano andando a pregare, lo trovarono in una pozza di sangue, ma ancora vivo, e lo riportarono a casa”. In seguito ai colpi di spada, Tzoref perse la memoria. Sopravvisse per altri tre mesi, e poi morì.
La sinagoga di Hurva fu consacrata 14 anni più tardi. Abraham Lunz, uno scrittore dell’epoca, scrisse che il giorno in cui la cupola venne completata, fu una festa per la comunità Ashkenazita e che, “a parte gli operai regolari, tutti gli ashkenaziti che avevano la minima forza sufficiente per trasportare intonaco e pietre” parteciparono ai lavori di costruzione.
Per circa 80 anni, la sinagoga di Hurva fu il centro della vita religiosa e comunitaria degli ebrei di Gerusalemme, fino a quando i giordani la fecero saltare, insieme ad altre sinagoghe della Città Vecchia, nel 1948.
Parecchi anni fa, venne rimosso l’arco che commemorava l’antica sinagoga distrutta e vennero avviati i lavori per la ricostruzione della sinagoga. Nell’aprile 2008, alla posa cerimonia della posa della prima pietra prese parte anche Shimon Barmatz, un discendente di Avraham Leib Monzon, che era l’assistente di Tzoref, il primo ebreo vittima del terrorismo nella storia moderna della comunità ebraica in terra d’Israele.

(Da: Ha’aretz, 05.05.08)

Nelle foto in alto: La sinagoga di Hurva prima del 1948; la stessa sinagoga durante l’occupazione giordana di Gerusalemme Vecchia (1948-1967); l’arco in memoria della sinagoga, eretto dopo il 1967; la sinagoga quasi completamente ricostruita (luglio 2009).