La rimonta di Netanyahu, l’affermazione di Ben Gvir

I risultati quasi completi danno il blocco Likud e alleati a 65 seggi, con l'estrema destra destinata a esercitare un'influenza senza precedenti

Di Michael Bachner

Distribuzione dei seggi all’85,9% dei voti scrutinati: 65 blocco pro-Netanyahu, 50 coalizione di governo uscente, 5 lista araba (clicca per ingrandire)

Mentre volge al termine lo spoglio delle schede delle elezioni per la Knesset del primo novembre, tutti i segnali indicano una netta affermazione del leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu e del suo blocco di partiti di destra, estrema destra e religiosi, un risultato che potrebbe porre fine allo stallo politico che ha visto Israele andare alle urne per cinque volte in meno di quattro anni.

Con circa l’86% dei voti scrutinati, il blocco dei partiti pro-Netanyahu si avvia ad ottenere 65 seggi sui 120 della Knesset, assicurandosi una maggioranza sicura. I numeri possono ancora cambiare perché non ancora iniziato lo spoglio dei seggi speciali (forze di sicurezza, detenuti, persone con disabilità, diplomatici in servizio all’estero e altri), ma è improbabile un cambiamento sostanziale dell’equilibrio tra il blocco pro-Netanyahu e quello dei suoi avversari.

La coalizione di governo che si preannuncia sarebbe composta dal partito Likud di Netanyahu, dai partiti ultra-ortodossi Shas ed Ebraismo Unito della Torà e dal partito di estrema destra Sionismo Religioso guidato da Bezalel Smotrich, che include la fazione Otzma Yehudit dell’estremista Itamar Ben Gvir. Ben Gvir è considerato la più vistosa affermazione delle elezioni, essendo passato dalla guida di un partito marginale a leader popolare in un partito che rappresenta circa il 10% dell’elettorato.

Seggi attribuiti ai partiti, all’85,9% dei voti scrutinati (clicca per ingrandire)

Se non cambieranno in modo significativo, questi risultati segnano una straordinaria rimonta personale di Netanyahu, tutt’ora sotto processo per tre casi di corruzione e abuso d’ufficio. Ma i critici avvertono che potrebbe trovarsi a cedere importanti poteri a ultra-nazionalisti come Ben Gvir e Bezalal Smotrich, descritti come apertamente anti-arabi, anti-LGBT e anti-Corte Suprema.

Mercoledì sera il fattore critico rimane la sorte del partito della sinistra sionista Meretz e del partito arabo anti-sionista Balad, entrambi appena al di sotto del quorum elettorale del 3,25%. Il loro ingresso o meno nella Knesset è l’unico elemento che potrebbe modificare gli equilibri in modo significativo.

(Da: Times of Israel, 2.11.22)

Mercoledì sera la tv Canale 12 ha sottolineato che – stando ai dati fin qui disponibili – il blocco di partiti pro-Netanyahu avrebbe ottenuto solo 8.189 voti in più rispetto al blocco anti-Netanyahu. Tuttavia, poiché Balad e probabilmente anche Meretz non sono riusciti a superare la soglia, i loro voti sono andati dispersi lasciando il blocco anti-Netanyahu con soli 55 seggi. In realtà – stando a questi numeri non ancora definitivi – entrambi i blocchi avrebbero ottenuto circa il 50% dei voti espressi.
(Da: Times of Israel, 2.11.22)