“La tendenza araba a spiegare tutto con teorie cospirative impedisce vere analisi e vere riforme”

Lo afferma un noto editorialista del quotidiano giordano Al-Dustour

Di 'Abd Al-Hamid Al-Majjali

‘Abd Al-Hamid Al-Majjali, autore di questo articolo

Gli arabi sembrano credere alle teorie cospirative più di qualsiasi altra popolazione al mondo e vi fanno continuamente ricorso per spiegare eventi politici, sociali e altri ancora. Sono teorie rassicuranti e che richiedono il minimo sforzo intellettuale. Esse permettono di fare a meno della logica finché c’è a disposizione un concetto pronto all’uso, che può essere utilizzato e preso per vero in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza.

La storia è piena di cospirazioni autentiche, e ciò che ha spinto gli arabi ad avvalersi di teorie cospirative più di altri popoli è la oscura storia dell’altra parte, vale a dire dell’Occidente, nei suoi rapporti con la regione araba. In passato la cinica brutalità dell’Occidente – che oggi assume le forme di un intervento più dolce, nella nostra regione, celandosi dietro falsi principi umani – è stata la ragione della maggior parte dei nostri disastri, le cui ripercussioni si fanno sentire ancora oggi e continueranno ad essere sentite ancora per molto tempo.

Tuttavia, sebbene questo spieghi la propensione degli arabi per le teorie cospirative, è comunque irrealistico e irrazionale spiegare ogni evento come il frutto di una trama straniera ordita nelle oscure stanze dei bottoni dell’Occidente. La tendenza a ignorare le ragioni reali dei cambiamenti e degli eventi della nostra vita, e ad incolparne sempre altri, ci impedisce di analizzare gli eventi in modo obiettivo e di conseguenza fa naufragare ogni reale tentativo di cambiamento e di riforma interna, fintanto che continuiamo a credere che la ragione di tutti gli eventi sia qualcun altro e mai conseguenza dei nostri atti e misfatti.

Le teorie della cospirazione dilagano nella maggior parte delle aree della vita, nel mondo arabo, e chi le propone le applica a ogni evento che si verifica, senza arretrate di fronte a spiegazioni che suscitano solo scherno e risate tanto sfidano la logica e il buon senso.

Teorie cospirative rassicuranti, sempre pronte all’uso, richiedono un minimo sforzo intellettuale e impediscono vere analisi e autentici cambiamenti. Nell’immagine, una raffigurazione virale sul web dell’ISIS come complotto israeliano

Coloro che propongono e abbracciano queste teorie respingono l’idea stessa che i popoli arabi siano capaci di agire di propria iniziativa, e magari di ribellarsi contro la tirannia. Stando a loro, i grandi sommovimenti della “primavera araba” non sono stati altro che il risultato di un complotto di forze straniere che hanno manovrato i popoli arabi verso la ribellione contro i loro governanti. Ma chi può credere davvero che delle agenzie di intelligence occidentali abbiano scelto una certa stazione di polizia in una città della Tunisia meridionale e fatto in modo che i poliziotti che vi erano di stanza prendessero di mira e angariassero il venditore ambulante Muhammad Bouazizi (che nel dicembre 2010 si suicidò per disperazione dandosi fuoco, dopo che la polizia gli aveva requisito la merce) e più tardi abbiano spinto i cittadini di quella città a protestare contro le vessazioni della polizia in modo tale che le proteste si diffondessero a tutto il resto della Tunisia e la popolazione si sollevasse contro l’oppressione del regime di Bin Ali? Non è così che sono andate le cose? Ma chi può credere davvero che l’intelligence occidentale sia entrata in una delle case della città siriana di Deraa e abbia spinto alcuni ragazzi, che da settimane vedevano sui canali satellitari le masse arabe che gridavano “il popolo vuole rovesciare il regime”, a uscire e scarabocchiare ingenuamente quello slogan su un muro? Dal momento che il regime siriano è stupidamente repressivo, ha adottato contro quei ragazzini e le loro famiglie misure repressive feroci e veri atti criminali, e questa è stata la scintilla della rivolta siriana. Se in quel momento il regime siriano avesse agito con un minimo di senno, non sarebbe successo niente.

C’è chi dubita persino dell’esistenza dell’ISIS, dopo tutto ciò che è accaduto e sta ancora accadendo, e chiede con aria saputa dove sono spariti tutti i combattenti dell’ISIS di Mosul. C’è bisogno davvero di chiederlo? Sono morti e sotterranei. Sono stati seppelliti senza apparire sugli schermi televisivi. Avete forse visto i corpi dei soldati iracheni che sono stati uccisi a migliaia? Gli eserciti non mostrano i corpi dei loro morti durante una guerra. Forse che abbiamo visto le immagini dei soldati egiziani uccisi la scorsa settimana nel Sinai?

Sono stupidaggini: è la malattia delle teorie cospirative, che impedisce alla mentalità araba di identificare i fatti in modo accurato, anche quelli che sono del tutto evidenti. E’ vero che ci sono state interferenze straniere che, per svariate ragioni, hanno dirottato le rivolte popolari. Ma sono stati i popoli arabi che hanno fatto le rivolte senza che nessuno li abbia spinti né abbia cospirato contro di loro. Erano rivolte spontanee, che poi sono state portate fuori strada da elementi esterni e dalla repressione spietata.

Ci vorrà molto tempo, almeno nella regione araba, prima che le teorie cospirative vengano sottoposte al pensiero critico e razionale che analizza gli eventi in modo oggettivo. Queste teorie infestano ancora la mente collettiva degli arabi, e questo non è l’ultima delle nostre tante disgrazie.

(Da: Al-Dustour, 17.7.17; Memri, 16.8.17)