Lagenda di Condi in Medio Oriente

Ci vuole una posizione chiara e ferma verso Hamas, e a sostegno dei veri moderati in campo arabo-islamico

Alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_1390Scrive Ha’aretz: Il Presidente Usa George W. Bush e il segretario di stato Usa Condoleeza Rice vorrebbero ricordare ai palestinesi che la vittoria di Hamas alle elezioni di otto mesi fa scaturì dal favore dell’elettorato palestinese per la piattaforma del movimento che prometteva un cambiamento verso un’amministrazione più efficiente e meno corrotta. Il rifiuto da parte dei capi di Hamas, sotto la pressione del loro quartier generale a Damasco, di moderare la loro linea intransigente ha fatto a pezzi le speranze dei palestinesi. Oggi la situazione nella striscia di Gaza è peggiore di quella che era un anno fa, prima che Israele sgomberasse gli insediamenti e il Corridoio Philadelphia (al confine fra striscia di Gaza ed Egitto). E lo stesso vale per la città di Sderot e le altre comunità israeliane attorno alla striscia di Gaza. Il governo del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ha arrecato disastri a entrambe le parti, e il peggiore dei suoi fallimenti è stato quello di non impedire attacchi terroristici, scavi di tunnel (per il traffico di armi) e tentativi di sequestro di ostaggi… La Cisgiordania, che sembra scomparsa dalla mappa delle aree del conflitto israelo-palestinese, in realtà brulica di potenziali stragisti suicidi, i cui tentativi vengono sventati grazie agli sforzi delle Forze di Difesa e dai servizi di sicurezza israeliani, e grazie alla barriera difensiva di separazione (fra Cisgiordania e Israele). La lezione è che la sicurezza è un prerequisito della pace. Gli israeliani, per la maggior parte, sono pronti a fare concessioni territoriali in cambio della pace, ma non sono disposti a sacrificare la loro sicurezza né ad affidarla nelle mani di Hamas, Hezbollah, Siria e Iran. La sfida più immediata che deve affrontare Condoleeza Rice è quella di ottenere il rilascio di Gilad Shalit, la cessazione del terrorismo che proviene dalla striscia di Gaza e sigillare il Corridoio Philadelphia ai traffici illeciti, se non vuole che la sua visita si trasformi in un preludio di guerra anziché di pace.

Scrive il Jerusalem Post: Mentre faceva la spola tra Riyadh e il Cairo, Condoleeza Rice è stata accusata sia di eccessiva ingerenza negli affari interni dei paesi arabi, sia – contraddittoriamente – di allentare troppo l’agenda americana sulla democrazia… George Bush, Tony Blair e Condoleezza Rice sottolineano continuamente che la battaglia non è fra islam, o arabi, e occidente, bensì fra “moderati” ed “estremisti”. Hanno ragione. I militanti islamisti mirano a soggiogare il mondo islamico nello stesso tempo e con gli stessi strumenti barbari con cui minacciano l’occidente. Ma il solo modo per sostenere la parte moderata è resistere e affrontare gli estremisti. Il che significa chiedere di più, non di meno, agli stati arabi cosiddetti moderati. L’Arabia Saudita continua a funzionare come una centrale di finanziamenti per l’estremismo islamista, continua ad appoggiare Hamas e continua a tollerare e persino istituzionalizzare manifestazioni di aperto e dilagante antisemitismo. L’Egitto continua a porsi come leader delle risoluzioni anti-israeliane nei consessi internazionali e a comportarsi più come una Siria che come una Giordania quando si tratta di fermare il flusso di pericolosi armamenti ed esplosivi verso Hamas. Gli Stati Uniti non fanno gli interessi di nessuno quando ammorbidiscono la loro posizione su queste questioni: non fanno gli interessi della causa dei moderati dentro il mondo arabo-islamico, né certamente quelli della guerra contro il terrorismo.

(Da: Ha’aretz, 3.10.06; Jerusalem Post 5.10.06)

Nella foto in alto: il segretario di stato Usa Condoleezza Rice (a sinistra) con il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni giovedì a Gerusalemme.