Lamento per un mondo arabo malato

La cultura araba dell'odio va ben oltre la società palestinese, e non è causata da Israele

Di Fred Maroun

Fred Maroun, autore di questo articolo, è un cittadino canadese di origine araba vissuto in Libano fino al 1984, anche durante i dieci anni di guerra civile. Maroun sostiene il diritto di Israele ad esistere come stato ebraico, propugna un Medio Oriente liberale e democratico dove possono coesistere tutte le religioni e le nazionalità, palestinesi inclusi, in pace fra loro e con Israele, e dove siano rispettati i diritti umani. Si definisce ateo, liberale sociale e sostenitore della parità di diritti per le persone LGBT in tutto il mondo.

Fred Maroun, autore di questo articolo, è cittadino canadese di origine araba, vissuto in Libano fino al 1984 anche durante gli anni di guerra civile. Maroun sostiene il diritto di Israele ad esistere come stato ebraico, propugna un Medio Oriente liberale e democratico dove possano coesistere tutte le religioni e le nazionalità, palestinesi inclusi, in pace fra loro e con Israele, e dove siano rispettati i diritti umani. Si definisce ateo, liberale sociale e sostenitore della parità di diritti per le persone LGBT in tutto il mondo.

Samir Kuntar era libanese, come me. E’ un fatto disgustoso, ma è un dato di fatto. E’ disgustoso non solo perché si trattatava di un criminale ripugnante. Dopo tutto, ogni paese ha i suoi criminali ripugnanti. E’ disgustoso che al momento della sua scarcerazione dalla detenzione in Israele sia stato accolto in Libano come un eroe, e un anno dopo in Siria gli sia stata conferita la più alta onorificenza al merito.

Quando faccio notare la cultura dell’odio che imperversa tra i palestinesi, mi viene detto che è causata della “occupazione”, qualunque cosa cio’ significhi. Str…ate! La cultura araba dell’odio va ben oltre la società palestinese, e non è causata da una qualunque delle azioni di Israele. Essa consiste nell’idolatrare volgari delinquenti e nell’odiare a morte il “nemico”, che si tratti di ebrei, di alcune sette religiose cristiane o musulmane, o di qualche tribù diversa dalla propria. Israele non è il problema. Israele è la scusa.

Quando sento parlare di conferenze di pace per la Siria, mi viene da ridere e da piangere allo stesso tempo. Non ci sarà pace per molto tempo, nel mondo arabo. Il mondo arabo è malato al di là di ogni rimedio, impantanato com’è – almeno per il futuro prevedibile – nell’odio, nell’invidia rancorosa, nei pensieri violenti di vendetta.

(Da: Times of Israel, 21.12.15)

 

Scrive Dan Margalit, su Israel HaYom: «Che sia stato o meno Israele, non c’è dubbio che la morte da missile di Samir Kuntar, domenica mattina alla periferia sud di Damasco, è stata la cosa giusta. Non solo a causa dei suoi orrendi omicidi del 1979, ma soprattutto a causa delle sue sanguinarie attività del 2015. Benché all’atto della sua scarcerazione si fosse formalmente impegnato a rinunciare ad ogni forma di terrorismo, Kuntar non ha mai nemmeno lontanamente pensato di farlo davvero. Israele fa bene a mantenere le sue promesse e non cedere alla tentazione di colpire gli assassini terroristi subito dopo averli scarcerati sotto ricatto (anche se farebbe meglio a non accettare nemmeno questo genere di scambi). Detto questo, pero’, Israele deve anche mandare un messaggio molto preciso alle organizzazioni terroristiche che operano nella regione: nessuno pensi di essere immune, coloro che dopo essere stati rilasciati dalle carceri israeliane tornano a praticare il terrorismo, sappiano che diventano obiettivi prioritari. Kuntar era esattamente uno di questi casi, ed è bene che sia finito come è finito». (Da: Israel HaYom, 21.12.15)

Il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah durante il discorso in tv di lunedi' con cui ha giurato vendetta per l'uccisione del terrorista Samir Kuntar. Alle sue spalle, la consueta immagine della Palestina: Israele risulta cancellato dalla carta geografica

Il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah durante il discorso in tv di lunedi’ con cui ha giurato vendetta per l’uccisione del terrorista Samir Kuntar. Alle sue spalle, la consueta immagine della Palestina da cui risulta che Israele sarà cancellato dalla carta geografica