LAP preferirebbe che Israele demolisse le case sgomberate a Gaza

I palestinesi temono che gli immobili possano finire nelle mani di bande o potentati locali.

image_490L’Autorità Palestinese vorrebbe che Israele demolisse tutte le case negli insediamenti del blocco Gush Katif (striscia di Gaza) prima che la zona venga ceduta ai palestinesi. Lo ha detto domenica un’autorevole fonte internazionale al Jerusalem Post. Lunedì il ministro palestinese per la casa Abdel Rahman Hamad ha confermato la circostanza.
La fonte internazionale, personalmente coinvolta nei negoziati fra Israele e Autorità Palestinese, ha spiegato che i palestinesi sono interessati prima di tutto a ottenere le terre di Gush Katif e vorrebbero ricevere l’area sgombra da qualunque edificio. “Entrambe le parti desiderano demolire le case – dice la fonte – Gli israeliani stanno solo aspettando che i palestinesi dichiarino di volerlo anche loro”. Ma, per ragioni interne, l’Autorità Palestinese non sa se rendere pubblica la cosa.
Interpellato, il ministro palestinese Hamad ha confermato che l’Autorità Palestinese vorrebbe vedere rimosse le case e che intende dichiarare la terra sgomberata “proprietà statale” destinata ad uso pubblico, per evitare che bande e “signorotti” locali vi mettano sopra le mani.
Si ritiene che Israele preferisca demolire gli edifici per timore di vedere palestinesi, magari armati, celebrare l’ingresso nelle case abbandonate dai coloni come una vittoria militare e una sconfitta di Israele, con pesanti conseguenze sull’opinione pubblica. Israele ha già dichiarato che case e altri edifici delicati come le sinagoghe non verranno lasciati indietro.
I 17 agglomerati di Gush Katif destinati allo sgombero coprono circa il 15-20% della terra di Gaza. Alla fine del 2003 ospitavano 7.245 ebrei in 1.500-2.000 abitazioni. Circa 32 kmq sono terra agricola, 160.000 mq sono occupati da edifici.
I palestinesi sono preoccupati che il patrimonio degli insediamenti possa essere sequestrato da “signori della guerra” o potentati palestinesi e che nelle zone sgomberate dagli israeliani possano avere luogo occupazioni e saccheggi che metterebbero in imbarazzo le autorità palestinesi.
“Spero che nelle prossime settimane si trovi un modo per sistemare questa delicata faccenda – conclude la fonte internazionale – Ma gli israeliani temono che i palestinesi eviteranno di richiedere pubblicamente la demolizione degli edifici e che Israele alla fine verrà come attaccato dalla comunità internazionale il fatto di farlo”.

(Dan Gerstenfeld e Khaled Abu Toameh su Jerusalem Post, 20-21.12.04)

Nella foto in alto: Neveh Dekalim (striscia di Gaza)