L’Autorità Palestinese con una mano condanna i terroristi, con l’altra li celebra e li premia
Le riluttanti condanne di Abu Mazen suonano false finché l’Autorità Palestinese paga vitalizi agli assassini e il suo movimento Fatah li celebra come eroi e martiri
Di Maurice Hirsch
I due terroristi palestinesi che lo scorso 5 maggio a Elad hanno trucidato a colpi di mannaia i tre cittadini israeliani Oren Ben-Yiftah, Yonatan Habakuk e Boaz Gol sono stati arrestati domenica dalle forze di sicurezza israeliane. Ciò significa che ora l’Autorità Palestinese inizierà a versare ai due assassini lo stipendio mensile che paga a tutti i terroristi processati e condannati in Israele. Supponendo che i due vivano fino a 80 anni (attualmente hanno 19 e 20 anni), nel corso della loro vita l’Autorità Palestinese pagherà loro non meno di 6.530.400 shekel (1 milione e 919.909 dollari) come ricompensa per aver ucciso a sangue freddo degli ebrei e per questo essere stati incarcerati in Israele. In base alle norme dell’Autorità Palestinese, il vitalizio ai due terroristi inizierà da 1.400 shekel al mese (450 dollari) per poi crescere col passare del tempo trascorso in prigione fino a 12.000 shekel al mese (3.859 dollari).
Mentre l’Autorità Palestinese persevera indefessa a incentivare e premiare i terroristi, dopo l’attentato della sera di Yom HaAtzmaut a Eldad il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha diramato un’altra delle sue riluttanti ed evasive “condanne” dell’uccisione di civili israeliani. Incapace di condannare puramente e semplicemente lo spietato assassinio di innocenti passanti israeliani, nel comunicato Abu Mazen ha voluto ribadire i suoi “avvertimenti” ai “coloni” israeliani/ebrei, intimando loro di non “approfittare” dell’attentato palestinese per compiere vendette, per poi passare immeditatamente a condannare quelli che ha definito “gli attacchi in corso contro il nostro popolo e i suoi luoghi santi islamici e cristiani” che a suo dire hanno creato “un’atmosfera di tensione e instabilità”. In altri termini, anche questa volta Abu Mazen dice che gli ebrei se la sono cercata. E come al solito, afferma che l’uccisione di ebrei innocenti va condannata non tanto perché sia immorale, ma perché produce “instabilità” ed “escalation”. Riferisce infatti il 7 maggio il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida:
“Il presidente Abu Mazen ha espresso la sua condanna per l’uccisione due sere fa di civili israeliani, sottolineando che l’uccisione di civili palestinesi e israeliani comporterà solo un ulteriore deterioramento della situazione, in un momento in cui tutti ci sforziamo di arrivare alla stabilità e prevenire un’escalation. Il presidente Abu Mazen ha messo in guardia i coloni e altri dallo sfruttare questo condannabile evento per compiere attacchi e ritorsioni contro il nostro popolo palestinese. Ha inoltre sottolineato la sua condanna degli attacchi in corso contro il nostro popolo e i suoi luoghi santi islamici e cristiani, che hanno creato un’atmosfera di tensione e instabilità”.

I salari che l’Autorità Palestinese versa ai terroristi aumentano in ragione del tempo trascorso in carcere (e dunque in ragione della gravità dei reati commessi)
La debole “condanna” di Abu Mazen, quasi identica a quella diffusa dopo l’attacco terroristico a Bnei Brak del 29 marzo (5 morti) e quello a Tel Aviv del 7 aprile (3 morti), indica quanto queste condanne siano sostanzialmente prive di valore per i palestinesi e per lo stesso Abu Mazen. In ciascuna delle tre occasioni, Abu Mazen non è stato capace di condannare semplicemente gli attentati. Anzi, accostandoli a presunti attacchi israeliani contro i palestinesi indicati come causa e origine delle tensioni, Abu Mazen condanna le vittime più degli assassini. I quali infatti verranno remunerati e glorificati.
Finché l’Autorità Palestinese continua ad attuare la politica di pagare sostanziosi vitalizi ai terroristi, le condanne di Abu Mazen dovrebbero essere viste per quello che sono: parole vuote che non significano nulla, pronunciate al solo scopo di assecondare le richieste della comunità internazionale. Se le condanne non fossero false, Abu Mazen annuncerebbe pubblicamente che i due efferati assassini non riceveranno alcun salario né altro benefit dall’Autorità Palestinese.
(Da: jns.org, 9.5.22)
L’ipocrisia delle “condanne” di Abu Mazen trova puntuale riscontro nella costante celebrazione dei terroristi fatta dal suo stesso movimento Fatah. Dopo il raccapricciante attentato del 5 maggio a Elad, il portavoce della filiale di Fatah a Jenin, Nasri Hamamreh, intervistato dalla tv Awdah di Fatah ha definito “azione eroica” lo scempio a colpi di mannaia di tre innocenti padri di famiglia. Da notare che nella dichiarazione il portavoce di Fatah, movimento che fa capo ad Abu Mazen, ha definito un “insediamento” sulla “nostra terra palestinese” la città israeliana di Elad, che si trova all’interno della Linea Verde pre-’67.
Portavoce di Fatah, filiale di Jenin, Nasri Hamamreh: “L’occupazione (= Israele ndr) afferma che due giovani della città di Rummanah, del distretto di Jenin, hanno compiuto questa azione eroica nell’insediamento di Elad, sulla nostra terra palestinese”. (Da: tv Awdah, 8.5.22)
(Da: palwatch.org, 9.5.22)
Analogamente, dopo l’attentato del 7 aprile (3 morti) il Governatore distrettuale di Jenin, Akram Rajoub, aveva espresso le condoglianze, a nome del presidente Abu Mazen, alle famiglie dei due “martiri” risposabili dell’attacco con armi da fuoco contro gli avventori di un bar nel centro di Tel Aviv, affermando che i due terroristi stavano “difendendo la terra e l’onore del popolo palestinese”.
Dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 11 aprile 2022: “Rajoub ha espresso le condoglianze del presidente Abu Mazen per la morte dei martiri di Jenin e ha sottolineato il ruolo che i martiri hanno svolto nella lotta, nella difesa della terra di Palestina e nella difesa dell’onore del nostro popolo per il bene di Gerusalemme e della moschea di al-Aqsa, unite sotto la bandiera della Palestina. Ha poi aggiunto: ‘Il sangue dei martiri continuerà a illuminare il percorso verso la liberazione grazie alla nostra unità nazionale, in modo da combattere il governo estremista dei coloni e la sua politica terroristica che prende di mira tutto ciò che è palestinese’.”
(Da: palwatch, 25.4.22)