L’Autorità Palestinese indice elezioni municipali, ma le fazioni che controllano Gaza si oppongono

Dopo che ha cancellato le elezioni per parlamento e presidenza, la decisione di Abu Mazen viene apertamente contestata dai gruppi terroristi rivali

Di Khaled Abu Toameh

Khaled Abu Toameh, autore di questo articolo

Le fazioni palestinesi nella striscia di Gaza hanno annunciato martedì che si oppongono al proposito dell’Autorità Palestinese di indire elezioni municipali a dicembre. Secondo i loro portavoce, la decisione di tenere le elezioni, recentemente annunciata dal governo dell’Autorità Palestinese con sede a Ramallah, è stata presa senza consultazioni né accordi con le fazioni che controllano la striscia di Gaza.

Stando all’annuncio del governo dell’Autorità Palestinese, la prima fase delle prime elezioni dovrebbe tenersi l’11 dicembre in 388 comuni e consigli di villaggio in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Una successiva fase in altre 90 località dovrebbe tenersi in un secondo momento, che deve ancora essere fissato (mentre i “campi profughi” in Cisgiordania e Gaza non sarebbero coinvolti dalle elezioni municipali perché sono gestiti dall’Unrwa, l’apposita agenzia delle Nazioni Unite).

La scorsa settimana, il capo della Commissione Elettorale Centrale palestinese, Hanna Nasser, ha inviato una lettera al primo ministro dell’Autorità Palestinese, Mohammad Shtayyeh, informandolo che lo svolgimento delle elezioni nella striscia di Gaza “richiede l’approvazione politica” da parte di Hamas (che controlla quel territorio sin dal golpe del 2007). Lunedì, Shtayyeh ha esortato Hamas a permettere lo svolgimento delle elezioni nella striscia di Gaza. Ma il portavoce di Hamas, Abdel Latif Qanou, ha dichiarato che la decisione di tenere le elezioni è stata presa “unilateralmente e senza un accordo generale”. I palestinesi, ha detto, non sono interessati a tenere elezioni solo per i consigli comunali.

Hassan Yusef, un alto rappresentate di Hamas in Cisgiordania, ha affermato che non ha senso tenere le elezioni municipali separatamente dalle elezioni presidenziali e parlamentari. “Vogliamo elezioni complete per tutti gli organi e le istituzioni palestinesi – ha detto Yusef – compreso il Consiglio Nazionale Palestinese dell’Olp (PNC) e il parlamento e la presidenza [dell’Autorità Palestinese]”.

Due elettrici in attesa di registrarsi presso la sede della Commissione elettorale centrale palestinese a Gaza, lo scorso febbraio, dopo l’annuncio delle elezioni (poi cancellate). Sul muro, la consueta mappa delle rivendicazioni palestinesi: Israele è cancellato dalla carta geografica

Le elezioni parlamentari e presidenziali avrebbero dovuto svolgersi rispettivamente il 22 maggio e il 31 luglio, ma sono state rinviate sine die dal presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen. Il voto per il Consiglio Nazionale Palestinese, l’organo legislativo dell’Olp, era previsto per la fine di agosto, ma anch’esso è stato rinviato a tempo indeterminato. Abu Mazen (il cui mandato presidenziale è teoricamente scaduto nel 2009) ha giustificato la decisione di annullare le elezioni accusando Israele di non voler consentire il voto a Gerusalemme (in realtà, Israele non si era ancora espresso circa la questione del voto degli abitanti di Gerusalemme est). Molti palestinesi, tuttavia, ritengono che Abu Mazen abbia annullato le elezioni a causa del timore che la sua fazione Fatah, che si presentava con tre liste separate, fosse destinata alla sconfitta.

L’ultima votazione municipale si è tenuta quattro anni fa, nel 2017, ma solo in Cisgiordania perché Hamas impedì lo svolgimento delle elezioni nella striscia di Gaza dicendo che non era stata consultata sulla decisione di indire il voto. Inoltre, Hamas contestava una sentenza della Corte Suprema palestinese secondo cui i tribunali controllati da Hamas nella striscia di Gaza non avevano giurisdizione per pronunciarsi su questioni elettorali.

Khader Habib, un alto esponente della Jihad Islamica palestinese (attiva a Gaza), ha dichiarato a Quds News Network che lo svolgimento di elezioni locali non porrebbe fine alla crisi nell’arena palestinese. “Ciò che occorre è iniziare tenendo le elezioni per il Consiglio Nazionale palestinese, poi il parlamento e poi la presidenza – ha affermato Habib – Ed è necessario convocare un incontro dei capi delle fazioni palestinesi per porre fine alla divisione [tra Cisgiordania e striscia di Gaza]. Tenere le elezioni comunali approfondirebbe la crisi politica e la divisione”. In un’altra dichiarazione, varie fazioni palestinesi attive nella striscia di Gaza hanno accusato l’Autorità Palestinese (teoricamente l’unico legittimo governo palestinese) di aver “sequestrato” il processo decisionale annunciando “unilateralmente” le elezioni municipali.

Al-Ahrar, un gruppo di dissidenti di Fatah nella striscia di Gaza sostenuto da Hamas, si è chiesto: “Come possiamo credere che il presidente dell’Autorità Palestinese voglia le elezioni quando ha annullato le elezioni parlamentari e presidenziali?”. Secondo Al-Ahrar, Abu Mazen sta solo cercando di mostrare al mondo che vuole la democrazia, soprattutto in vista del suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla fine di questa settimana. Anche il comunicato del gruppo Al-Ahrar afferma che “le elezioni devono includere l’Olp e il parlamento e la presidenza dell’Autorità Palestinese, a cui seguiranno le elezioni municipali sulla base del consenso e del partenariato” fra le varie fazioni.

Anche il gruppo terroristico con sede a Gaza Mujahideen Movement si è dichiarato contrario a tenere le elezioni municipali “senza consenso nazionale”. Le elezioni nella loro forma attuale, afferma il gruppo, “rafforzano lo stato di stagnazione politica perché la fase delicata che stanno attraversando il nostro popolo e la nostra causa richiede l’adozione di misure serie per ricostruire le istituzioni nazionali all’interno di una visione strategica unificata”.

I Comitati di Resistenza Popolare, una coalizione di vari gruppi armati palestinesi nella striscia di Gaza, hanno affermato che la decisione dell’Autorità Palestinese di indire elezioni per i comuni “non tiene conto della situazione nazionale palestinese e della richiesta di tenere elezioni generali”. Il gruppo ha accusato l’Autorità Palestinese di voler ingannare il popolo palestinese e la comunità internazionale dopo che Abu Mazen ha annullato le elezioni parlamentari e presidenziali.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, 17-21.9.21)

 

Il 78% dei palestinesi vorrebbe che il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen si dimettesse contro solo il 19% che pensa che debba rimanere in carica E’ quanto risulta da un sondaggio d’opinione pubblicato martedì dal Palestinian Center for Policy and Survey Research, diretto da Khalil Shikaki. “E’ il dato più alto che abbiamo riscontrato a favore delle dimissioni di Abu Mazen da quando è stato eletto”, ha spiegato Shikaki. Abu Mazen venne letto per un mandato di quattro anni nel 2005, con un voto boicottato dai rivali di Hamas. Nei quindici anni successivi non si sono più tenute elezioni nazionali. Lo scorso gennaio Abu Mazen si era impegnato a tenere finalmente le elezioni parlamentari e presidenziali tra maggio e luglio, ma alla fine di aprile ha rinviato il voto sine die incolpando una presunta intransigenza israeliana. Gli osservatori, tuttavia, affermano che molto probabilmente Abu Mazen temeva una sconfitta elettorale a causa delle divisioni interne al suo movimento Fatah. Nel sondaggio, il 45% dei palestinesi intervistati ritiene che Hamas meriti di rappresentare e guidare i palestinesi, contro il 19% che sostiene Fatah e Abu Mazen, mentre il 28% non opta per nessuna delle due fazioni.
(Da: YnetNews, 22.9.21)