L’Autorità Palestinese rilancia la vergognosa e screditata accusa “sionismo uguale razzismo”

I rappresentanti palestinesi cercano di eludere un esame Onu sostenendo che ogni mezzo è legittimo nella lotta contro Israele, anche l'antisemitismo

Ibrahim Khraishi, rappresentante permanente dello “Stato di Palestina” presso la sede di Ginevra delle Nazioni Unite

L’Autorità Palestinese ha rilanciato la calunnia “sionismo uguale razzismo” e ha accusato gli israeliani di “sfruttare” l’antisemitismo per impedire ai palestinesi di creare uno stato. E’ accaduto mercoledì quando i rappresentanti dell’Autorità Palestinese sono stati chiamati per la prima volta in assoluto a rendere conto davanti a un Comitato Onu delle denunce circa il loro insegnamento di odio e razzismo.

“Ciò che dobbiamo fronteggiare è il movimento sionista – ha dichiarato l’ambasciatore palestinese alle Nazioni Unite di Ginevra, Ibrahim Khraishi – Voglio ricordare che nel 1975 l’Assemblea Generale dell’Onu adottò la Risoluzione 3379 che definiva il sionismo una forma di razzismo. Questa è la radice del problema che dobbiamo fronteggiare”. Il rappresentante dell’Olp ha evitato di ricordare che nel 1991 la stessa l’Assemblea Generale dell’Onu revocò quella risoluzione. “E’ il movimento sionista che sta alla base della creazione dello stato di Israele” ha insistito Khraishi sostenendo che il suo popolo è vittima di quel sionismo. “Noi siamo le vittime delle vittime europee” ha proclamato Khraishi, “ignorando totalmente – nota Tovah Lazaroff sul Jerusalem Post – il grande numero di israeliani i cui progenitori arrivarono in Israele fuggendo dalle persecuzioni nelle terre arabe, e altri che vivevano da secoli nel territorio ora conosciuto come Israele”.

L’Autorità Palestinese è stata chiamata a rispondere dell’indottrinamento all’odio e all’antisemitismo nelle sue dichiarazioni ufficiali e nei suoi libri di testo scolastici durante la prima revisione che sia mai stata fatta della sua attività di governo da parte del Comitato delle Nazioni Unite sull’Eliminazione della Discriminazione Razziale (CERD).

“Pubblicano regolarmente grottesche caricature di ebrei che sembrano uscite direttamente dal Der Sturmer di epoca nazista”

Khraishi parlava alla fine dell’udienza che si è tenuta tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina nella sede Onu di Ginevra. Prima dell’inizio dell’audizione diverse ong come UN Watch, ONG Monitor e IMPACT-se avevano fornito per iscritto al Comitato tutta una serie di esempi di posizioni ufficiali palestinesi improntante a odio e antisemitismo contro ebrei e Israele: dai discorsi pubblici, all’uso dei più classici stereotipi anti-ebraici, alla politica dell’Autorità Palestinese che premia finanziariamente i terroristi che hanno ucciso ebrei e i loro familiari. IMPACT-se ha mostrato come la violenza contro Israele e la glorificazione dei terroristi, compresi gli attentatori suicidi, compaiono persino nei problemi di matematica elementare dei testi scolastici palestinesi.

All’udienza di mercoledì i rappresentanti palestinesi hanno difeso quello che secondo loro è il diritto di usare discorsi di odio e antisemitismo contro Israele come “risposte legittime” all’occupazione israeliana. “Quella che dobbiamo fronteggiare è un’occupazione illegale – ha continuato Khraishi, sempre parlando di sionismo e dell’esistenza di Israele – È nostro diritto utilizzare tutti gli strumenti per resistere all’occupazione, e ciò è conforme al diritto internazionale”. “In pratica – ha scritto Tovah Lazaroff sul Jerusalem Post – l’Autorità Palestinese ha chiesto agli organismi delle Nazioni Unite di concederle luce verde su antisemitismo e indottrinamento all’odio e di approvarli come mezzi legittimi per combattere l’oppressione”.

Khraishi ha genericamente affermato: “Noi vogliamo una Palestina che offra la stessa cittadinanza a tutti: musulmani, cristiani ed ebrei”. Ma per tutto l’incontro la delegazione palestinese non ha spiegato né la completa assenza di qualunque comunità ebraica nei territori controllati dall’Autorità Palestinese, né la legge fondamentale dell’Autorità Palestinese, approvata a Ramallah il 29 maggio 2002, secondo la quale “la Palestina fa parte del grande mondo arabo” (art. 1) e “l’islam è la religione ufficiale della Palestina e i principi della shari’a islamica saranno la principale fonte della legislazione” (art. 4).

Il direttore di UN Watch, Hillel Neuer, ha detto che è vergognoso che i palestinesi abbiano per l’ennesima volta accusato Israele “anziché spiegare perché, ad esempio, i loro giornali e siti web pubblicano regolarmente grottesche caricature di ebrei che sembrano uscite direttamente dal Der Sturmer di epoca nazista”.

Hillel Neuer, direttore di UN Watch

L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite a New York, Danny Danon, ha commentato: “Questo era il primo esame mai condotto dalle Nazioni Unite sul razzismo e la discriminazione nell’Autorità Palestinese, e per tutta risposta il rappresentante palestinese ha scelto di ignorare i dati e reindirizzare la sua ostilità contro Israele evocando la miserabile e screditata retorica sionismo-uguale-razzismo”. Danon ha continuato: “Che la dirigenza palestinese traffichi in questo modo con l’antisemitismo è un fatto che dovrebbe essere condannato sulla scena mondiale: dimostra che sono loro il problema, con la loro insistenza a fomentare il loro popolo contro gli ebrei e lo stato ebraico”. Anne Herzberg, consulente legale di ONG Monitor, ha affermato: “Le parole ingiuriose dell’Autorità Palestinese confermano che non hanno alcun interesse a rispettare gli obblighi in materia di diritti umani, e che hanno aderito al trattato CERD unicamente per sfruttarlo come un mezzo per attaccare Israele”. “Hanno voluto firmare i trattati e ora sono chiamati a risponderne”, ha commentato Neuer.

Neuer ha anche stigmatizzato l’assenza di organizzazioni per i diritti umani, sottolineando che decine di gruppi come Amnesty International, che sfornano continuamente materiali su presunte violazioni israeliane dei diritti umani, non hanno nemmeno preso parte all’esame su razzismo e discriminazione nell’Autorità Palestinese. “Nessuno di questi gruppi ha presentato un rapporto. Solo uno, Al Haq, si è fatto vivo all’ultimo minuto, forse per mitigare l’imbarazzo. Il boicottaggio da parte di questi gruppi di un’udienza delle Nazioni Unite sui diritti umani palestinesi è stato il proverbiale elefante nella stanza che nessuno ha osato menzionare”, ha concluso Neuer.

Il vicepresidente e relatore del Comitato per l’esame della condotta palestinese ha esortato l’Autorità Palestinese a riformare il suo sistema politico, a riconvocare il Consiglio Legislativo (parlamento), a tenere regolari elezioni e a riconciliarsi con Hamas.

La condotta sul razzismo dell’Autorità Palestinese è state esaminata dal Comitato perché la Convenzione Internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale è uno dei sette trattati sui diritti umani a cui ha aderito l’Autorità Palestinese da quando nel 2012 l’Assemblea Generale dell’Onu l’ha riconosciuta come “non-stato membro”. Un’audizione analoga si è tenuta a Ginevra sulla condotta dell’Autorità Palestinese circa i diritti delle donne e un’altra si terrà nel 2020 sui diritti dei minori nei territori sotto Autorità Palestinese.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 13-14.8.19)