L’Autorità Palestinese scatena i suoi servizi segreti contro gli imprenditori che hanno partecipato alla conferenza economia in Bahrain

Ashraf Jabari, uomo d’affari palestinese: “Chiunque persegua la via della pace con gli israeliani sarà angariato, ma alla fine è quello il percorso che avrà successo”

L’uomo d’affari palestinese Saleh Abu Mayala

Solo dopo forti pressioni americane, l’Autorità Palestinese ha rilasciato sabato notte l’uomo d’affari di Hebron Saleh Abu Mayala, che era stato arrestato al suo ritorno dalla conferenza economica in Bahrain della scorsa settimana. Secondo i mass-media palestinesi, la decisione di rilasciare l’uomo d’affari palestinese è arrivata a seguito di una lettera molto minacciosa dell’ambasciata degli Stati Uniti. “Siamo lieti che l’Autorità Palestinese abbia rilasciato il palestinese che aveva arrestato per aver partecipato il seminario Pace per la prosperità – ha twittato domenica l’inviato della Casa Bianca in Medio Oriente, Jason Greenblatt – Desideriamo continuare il nostro dialogo con tutti coloro che hanno partecipato al workshop e con chiunque altro aspiri a un futuro migliore per i palestinesi”.

Mayala aveva partecipato alla conferenza della scorsa settimana in Bahrain insieme a un gruppo di colleghi palestinesi guidati dall’uomo d’affari Ashraf Jabari, 45 anni, anch’egli di Hebron. Un funzionario della sicurezza dell’Autorità Palestinese ha detto che il servizio di intelligence generale, guidato da Majed Faraj, ha arrestato Mayala a Hebron per interrogarlo, senza spiegare il motivo dell’arresto. A parte Jabari, tutti gli altri palestinesi partecipanti alla conferenza in Bahrain avevano preferito che la loro identità non fosse annunciata pubblicamente, ma un’immagine di alcuni di loro presenti alla conferenza è ampiamente circolata sui social network.

Un altro partecipante, parlando in modo anonimo per timore di rappresaglie, ha detto che lui e gli altri partecipanti palestinesi sentono di essere in “grande pericolo”, avendo ricevuto minacce dai social network palestinesi e dalla stessa Autorità Palestinese. “Veniamo minacciati e perseguitati – ha detto il partecipante anonimo, citato da Times of Israel – Tutti noi siamo in posizione precaria. Ma perché delle persone che si adoperano per far progredire la pace e costruire un futuro migliore devono ricevere questo tipo di trattamento?”.

I co-fondatori della Camera di Commercio di Giudea e Samaria (Cisgiordania): Ashraf Jabari (a sinistra) e Avi Zimmerman

Martedì scorso, all’inizio della conferenza economica, il segretario generale del Comitato esecutivo dell’Olp Saeb Erekat aveva affermato che, sebbene l’Autorità Palestinese boicottasse il workshop, a nessun palestinese veniva impedito di prendervi parte. “È vergognoso che qualcuno sostenga che ai palestinesi viene impedito [di partecipare] o che vengano minacciati – aveva scritto Erekat in un tweet – In realtà, sono i capi d’azienda palestinesi che hanno dichiarato il loro rifiuto ancor prima che lo facesse l’Olp”.

Jabari, che ha partecipato al seminario come rappresentante di Palestinian Business Network, ha detto al Jerusalem Post che Abu Mayaleh è stato arrestato venerdì vicino a casa sua, un giorno dopo che lui e gli altri palestinesi erano rientrati dal Bahrain. Secondo Jabari, in totale sono 15 gli uomini d’affari palestinesi che hanno partecipato alla conferenza economica. Stando a Jabari, venerdì notte le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese hanno fatto irruzione nelle case di altri tre uomini d’affari palestinesi nel tentativo di arrestarli. “Ma non li hanno trovati – ha detto Jabari – Hanno perquisito le loro case e sequestrato telecamere di sicurezza e documenti, e hanno detto alle famiglie che erano ricercati per aver partecipare al seminario nel Bahrain”. Secondo altre fonti di Hebron, citate da Khaled Abu Toameh e Yassir Okbi sul Jerusalem Post, i servizi segreti dell’Autorità Palestinese hanno fatto irruzione e perquisito la casa dell’uomo d’affari Ashraf Ghanmen, che però era fuggito poco prima dell’arrivo degli agenti.

Forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese

Jabari ha espresso preoccupazione per la sicurezza di Abu Mayaleh, un uomo di oltre 70 anni e con seri problemi di salute. Jabari, che vive nella zona di Hebron controllata dalla forze israeliane, ha condannato con forza l’arresto di Abu Mayaleh dicendo che “ha svelato il vero volto” della dirigenza dell’Autorità Palestinese. “L’Autorità Palestinese non vuole la pace – ha detto al Jerusalem Post – Noi abbiamo partecipato alla conferenza dopo aver ricevuto inviti personali. Non vi siamo andati come rappresentanti dell’Autorità Palestinese o della sua popolazione “. Jabari ha confermato che lui e i suoi colleghi si tengono in contatto con l’amministrazione statunitense e con le organizzazioni internazionali per i diritti umani riguardo alla repressione nell’Autorità Palestinese.

La scorsa settimana utenti dei social network palestinesi avevano pubblicato i nomi di Jabari e di molti altri uomini d’affari palestinesi etichettandoli come “traditori” e sollecitando l’Autorità Palestinese ad arrestarli. Jabari ha detto che il seminario in Bahrain è stato un “grande successo ed è per questo che Abu Mazen è molto preoccupato. Di certo non ci facciamo intimorire – ha aggiunto – Temiamo solo Dio, e siamo in grado di difenderci. Le misure dell’Autorità Palestinese contro di noi sono illegali. La legge palestinese non vieta a nessuno di partecipare a una conferenza. Era un invito personale mandato a molte persone e non siamo stati coinvolti in attività politiche. Il comportamento dell’Autorità Palestinese dimostra che non abbiamo democrazia. Anche se apparteniamo all’opposizione, non c’è motivo per cui dovremmo essere arrestati. In Israele, il primo ministro consulta i leader dell’opposizione su questioni delicate. Abu Mazen, invece, ordina l’arresto di chiunque non sia d’accordo con lui”.

(Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, Times of Israel, 30.6.19)

Parlando al Jerusalem Post durante un ricevimento ospitato in Bahrain da una ong interconfessionale mercoledì scorso, prima dell’arresto del suo collega Saleh Abu Mayala da parte dell’Autorità Palestinese, Ashraf Jabari aveva affermato: “Chiunque persegua la via della pace con gli israeliani sarà ostacolato e angariato, ma alla fine è quello il percorso che avrà successo. Stiamo dicendo al mondo che noi operiamo per la pace, la vera pace: tra i popoli, non tra i governi. Israeliani e palestinesi convivono con questo problema da 70 anni: possiamo vivere nella pace oppure nella violenza. Per 70 anni non siamo arrivati da nessuna parte. Decidiamo, invece, di vivere in una situazione calma e creiamo un futuro migliore per i nostri figli”. Jabari aveva anche detto che, mentre 14 uomini d’affari palestinesi si sono presentati con lui alla conferenza economica, almeno altrettanti non ci sono andati a causa della reazione furibonda dell’Autorità Palestinese. “Ma per quanto tempo resteremo in questo conflitto? – aveva concluso – Abbiamo avuto 70 anni di violenza. Tentiamo un’altra strada verso la pace. Non importa come ci arriviamo, ma proviamo”.
(Da: Jerusalem Post, 30.6.19)