Le critiche ai rapporti di Israele coi leader della destra populista odorano di ipocrisia

E’ singolare come quegli stessi critici non vedano alcun problema nell’arruffianarsi con regimi antisemiti e oppressivi come quelli in Iran e Venezuela

Di Ben-Dror Yemini

Ben-Dror Yemini, autore di questo articolo

L’arrivo in Israele, martedì, del vice primo ministro italiano Matteo Salvini ha offerto a molti un’ulteriore occasione per accusare Israele di sostenere leader di estrema destra inquinati da fascismo e persino antisemitismo. Ma le loro lamentele sono in odore di ipocrisia. Vale la pena ricordare quali sono i personaggi che queste persone ammirano e quelli che scelgono di criticare.

Federica Mogherini, il “ministro” degli esteri dell’Unione Europea, è da sempre alla testa degli sforzi a favore dell’accordo sul nucleare iraniano (e per aggirare le rinnovate sanzioni americane). Il dibattito su quell’accordo è legittimo. Il problema è che Mogherini è diventata il difensore del regime degli ayatollah. Si fa fatica a trovare una sola parola che Mogherini abbia mai pronunciato per condannare un regime che invoca apertamente la distruzione di un altro paese, un regime attivamente impegnato nella negazione della Shoà, un regime il cui coinvolgimento nel Medio Oriente sta causando enormi spargimenti di sangue, un regime tutt’ora implicato in attività terroristiche sul suolo europeo.

Mogherini non è la sola. Altri ministri europei hanno reso visita a Teheran, o hanno ospitato i loro omologhi iraniani. Il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas ha recentemente spiegato perché è così importante proteggere le aziende europee che continuano a fare affari con l’Iran: anche se si tratta di un regime terrorista e antisemita, gli affari sono più importanti.

Il presidente dell’Iran Hassan Rouhani (a destra) riceve la rappresentante della politica estera dell’Unione Europea Federica Mogherini (foto d’archivio)

E non si tratta solo dei politici. Anche celebrati pensatori occidentali offrono sostegno a regimi criminali. In passato c’era Michel Foucault, che ammirava l’ayatollah Khomeini, leader della rivoluzione iraniana, e Slavoj Žižek, un politologo anti-sionista che sostiene la corsa dell’Iran alle armi nucleari per minare l’egemonia americana.

Anche il defunto leader venezuelano Hugo Chavez ha goduto di questo genere di sostegno. Le sue “riforme” economiche hanno trascinato il suo paese in una delle peggiori catastrofi economiche e sociali degli ultimi tempi. Chavez affermava che “quelli che hanno assassinato Gesù detengono la maggior parte della ricchezza mondiale”. Ciò non ha impedito a tanta parte della sinistra internazionale di ammirare questo antisemita. E la lezione non è servita. Oggi ammirano il suo clone britannico, Jeremy Corbyn, o il suo omologo francese Jean-Luc Mélenchon.

Adesso è la volta di Salvini di far rinascere il dibattito sulle relazioni di Israele con leader di estrema destra, principalmente europei. Ci sono ottime ragioni per criticare Salvini. E’ degna di nota una sua citazione che può essere interpretata come simpatizzante verso il dittatore fascista Benito Mussolini, così come altre sue dichiarazioni irritanti. Ma in base a qualunque parametro, Salvini è un “giusto” in confronto ai politici europei cercano d’arruffianarsi gli ayatollah, o in confronto ai vari Chavez e Corbyn. È vero, Salvini è anche un veemente avversario dell’immigrazione: fa parte di una tendenza che sta prendendo piede in Europa. Non è diverso, ad esempio, dal primo ministro olandese Mark Rutte, che agli immigrati nel suo paese ha detto: “Chi si oppone ai nostri valori dovrebbe andarsene”.

Il vice primo ministro italiano Matteo Salvini al Muro Occidentale, martedì a Gerusalemme

No, non è necessario essere d’accordo con tutto ciò che dicono e fanno i leader europei. Ma queste dichiarazioni non sono un motivo per boicottarli, perché se Salvini merita di essere boicottato, allora meritano d’essere boicottati anche Mogherini e quasi metà dei politici europei che sostengono l’Iran.

Contrariamente alle numerose notizie secondo cui la destra antisemita in Europa sarebbe pro-Israele, in realtà le cose stanno in modo un po’ diverso. Il Partito Jobbik in Ungheria, Alba Dorata in Grecia e il Partito Svoboda in Ucraina sono partiti che dichiarano con orgoglio il loro odio complessivo sia per gli ebrei che per il sionismo. La loro odiosa retorica nei confronti di Israele non è diversa dalla retorica dell’estrema sinistra. Questi movimenti estremisti di destra meritano di essere boicottati da Israele così come Israele boicotta il vice-cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache, leader del Freiheitliche Partei Österreich-FPÖ.

Non occorre boicottare ogni sinistra che esprime opinioni avverse a Israele, né ogni destra che la sinistra definisce fascista. Dopotutto, anche Israele viene definito “stato fascista” da molte “forze progressiste”, nel mondo e persino all’interno di Israele. La stessa logica che vorrebbe imporre il boicottaggio contro Israele pretende che molti politici vengano boicottati per il loro peccato, fra gli altri, di sostenere Israele. Sono contro Salvini, ma hanno riverito Chavez ed elargito un certificato di legittimità a Corbyn, continuando nel frattempo a recarsi in visita a Teheran. Quindi sì, il fascismo non deve essere tollerato, ma non deve essere tollerata neanche l’ipocrisia.

(Da: YnetNews, 12.12.18)

Il vice primo ministro italiano Matteo Salvini (a sinistra) con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, mercoledì a Gerusalemme

Martedì scorso il Ministero della difesa italiano ha criticato Matteo Salvini per aver definito Hezbollah “terroristi islamici” durante la sua visita al confine settentrionale fra Israele e Libano (al termine della quale Salvini aveva twittato: “Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione”). In una dichiarazione ai mass-media italiani, il Ministero della difesa italiano, guidato dalla ministra M5S Elisabetta Trenta, ha dichiarato: “Queste affermazioni mettono ovviamente in una posizione molto difficile i nostri uomini schierati sulla frontiera meridionale [del Libano]”. L’Italia fa parte della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) e attualmente a capo della missione c’è il generale italiano Stefano Del Col. Dei 43 paesi che contribuiscono ai circa 10.500 caschi blu dell’Unifil, quello italiano è il singolo contingente più grande, con una forza di più di 1200 uomini. Nella sua dichiarazione, il Ministero della difesa italiano afferma che i commenti di Salvini hanno causato “preoccupazione” e “imbarazzo”, mettendo a rischio il ruolo super partes dell’Italia.

Durante una conferenza stampa all’hotel King David a Gerusalemme, Salvini ha risposto dicendo: “Non capisco lo stupore per la definizione di terrorismo islamico circa i militari di Hezbollah. Se si scavano tunnel sotterranei a decine di metri di profondità che sconfinano nel territorio israeliano, non penso lo si faccia per andare a fare la spesa”. La settimana scorsa l’Unifil aveva confermato l’esistenza di un certo numero di tunnel alla frontiera, definendo la loro esistenza un “fatto grave”. Salvini ha parlato di “un’evidente rischio di aggressione da parte dell’estremismo islamico” dal Libano. “Io ringrazio e sono orgoglioso del lavoro e del sacrificio dei nostri soldati in Libano e in altri paesi del mondo per portare pace e stabilità – ha aggiunto Salvini – Però a casa mia i terroristi si chiamano terroristi. Ci sono sentenze della Corte europea e riconoscimenti ad ampio livello di grandi democrazie che chiamano terroristi i terroristi”. Salvini ha anche chiamato in causa l’Unione Europea per la sua posizione “sbilanciata” sul conflitto israelo-palestinese, affermando che essa “condanna Israele ogni 15 minuti”. “Purtroppo – ha aggiunto – parte dell’aiuto dato ai palestinesi non è andato dove doveva”.

Rivolgendosi a Salvini, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto: “Ieri lei ha avuto l’opportunità di vedere di persona i tunnel terroristici. Si tratta di un chiaro atto di aggressione da parte di Hezbollah contro di noi e contro le norme della comunità internazionale”. Ricordando che da mesi vengono segnalate ai caschi blu le case da cui partono i tunnel, Netanyahu ha aggiunto: “Pensiamo che l’Unifil debba fare un lavoro più energico e più forte, ma in definitiva è una responsabilità della comunità internazionale: dovrebbe  impedire a Hezbollah di compiere questi atti di aggressione contro Israele”.

Hanno dichiarato che considerano terrorista l’intera organizzazione Hezbollah: Israele, Stati Uniti, Canada, Francia, Olanda, Giappone, Lega Araba, Consiglio di Cooperazione del Golfo, Bahrain, Emirati Arabi Uniti.
Hanno dichiarato che considerano terrorista specificamente l’ala armata di Hezbollah: Unione Europea, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito.
Non considerano terrorista l’organizzazione Hezbollah: Iran, Iraq, Siria, Russia, Cina, Cuba, Nord Corea, Venezuela.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, israele.net, 12.12.18)