«Le critiche sono legittime, le menzogne no»

Il presidente del parlamento europeo incappa nel vecchio vizio di prendere per oro colato qualunque accusa contro Israele

Il ministro dell’economia Naftali Bennett e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, alla Knesset

“Spesso gli europei si precipitano a condannare Israele senza nemmeno controllare i fatti”. Lo ha sottolineato mercoledì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo che il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, intervenendo alla Knesset, ha citato dati clamorosamente inesatti secondo cui i palestinesi riceverebbero solo un quarto dell’acqua pro capite di quella che riceve Israele.

Durante il discorso di Schulz i parlamentari di Bayit Yehudi hanno abbandonato l’aula mentre due di loro, Orit Struck e Motti Yogev, gridavano “vergogna” e “i palestinesi mentono”. Poco dopo il ministro dell’economia, Naftali Bennett, leader di Bayit Yehudi, chiedeva che Schulz ritrattasse le sue dichiarazioni e si scusasse per aver diffuso menzogne.

Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, mercoledì alla Knesset

Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, mercoledì alla Knesset

Ripetendo acriticamente la calunnia secondo cui i palestinesi userebbero solo 17 litri di acqua per abitante contro i 70 usati dagli israeliani, ha commentato Netanyahu, Schulz dimostra di “soffrire dello stesso ascolto selettivo da cui sono affetti molti europei”, quando “persino la Water Authority palestinese riporta una differenza estremamente più piccola. Lo stesso Schulz ha ammesso di non aver controllato se il dato che riportava era corretto – ha continuato Netanyahu, parlando alla Knesset – e tuttavia ci ha accusati ugualmente. Molta gente prende per buono qualsiasi attacco contro Israele senza nemmeno controllare. Si mettono i tappi nelle orecchie”.

La frase esatta di Schulz che ha scatenato le reazioni in aula è stata: “Un giovane palestinese mi ha chiesto perché gli israeliani possono utilizzare 70 litri di acqua e i palestinesi solo 17. Non ho controllato i dati, ma vi chiedo: è giusto?”.

Poster di Mekorot, l’azienda idrica nazionale israeliana: «Israele ricicla il 75% dell’acqua, più di 6 volte quanto faccia ogni altro paese». Nella foto: l’impianto di depurazione di Eskhol, presso Ashdod

“L’acqua non è certo un buon argomento per attaccare Israele – ha continuato Netanyahu – Quando il primo ministro canadese Stephen Harper è venuto a parlare alla Knesset, il parlamentare arabo israeliano Ahmed Tibi si è mostrato affranto per il fatto che la casa del suo collega Taleb Abu Arar non ha né acqua né elettricità. Si è poi visto che tutto il villaggio di Taleb Abu Arar dispone di acqua, elettricità e antenne satellitari”. Alle vocianti reazioni dei due parlamentari arabi chiamati in causa, il primo ministro ha risposto: “Dite che si sta così male in Israele ma poi, quando c’è la proposta di passare le vostre città dentro lo stato palestinese, recriminate con energia. Mi pare di capire che qui non si sta poi così male”.

Netanyahu ha dato atto a Schulz d’aver detto che l’Europa, a livello politico, non intende boicottare Israele e che anzi si dovrebbe promuovere la cooperazione nel campo della ricerca. Ma non gli è sfuggito che, parlando degli iraniani, il presidente del Parlamento Europeo ha detto che “fino a poco tempo fa” invocavano la distruzione di Israele, mentre in realtà lo fanno ancora e Netanyahu ha citato un esempio in questo senso accaduto questa stessa settimana.

Visitatori assaggiano l'acqua prodotta dall'impianto di desalinizzazione di Hadera

Visitatori assaggiano l’acqua prodotta dall’impianto di desalinizzazione di Hadera

Interpellato a proposito delle accuse di Schulz, il portavoce della Water Authority israeliana Uri Schor ha detto che quelle cifre sono “semplicemente sbagliate”. Nel 2009 i palestinesi in Cisgiordania hanno avuto a disposizione 127.000 litri di acqua dolce pro capite e gli israeliani 154.000 litri. Di quest’acqua disponibile, i palestinesi ne hanno usati 95.000 litri pro capite, mentre gli israeliani ne hanno usati 137.000 litri. Stando alle cifre fatte da Schulz (17 litri per palestinese contro 70 litri per israeliano), gli israeliani riceverebbero 4,12 volte più acqua dei palestinesi. I dati della Water Authority mostrano invece che gli israeliani hanno a disposizione 1,21 volte più acqua dolce dei palestinesi, e ne consumano 1,44 volte di più. Una differenza che è andata ulteriormente diminuendo dal 2009 a oggi. I dati della stessa Water Authority palestinese relativi all’uso d’acqua in ambiente urbano nel 2011-12 parlano di un consumo israeliano pro capite solo 1,78 volte maggiore di quello palestinese.

«Disastrosa gestione delle infrastrutture idriche palestinesi in Cisgiordania»

Secondo la Water Authority israeliana, la disponibilità di acqua palestinese è inferiore a quella che potrebbe essere soprattutto a causa della gestione disastrosa delle infrastrutture idriche palestinesi in Cisgiordania, con perdite enormi (fino al 33%) e furti d’acqua diffusi.

“Quando Schulz ha detto che i palestinesi ricevono 17 litri di acqua per abitante e gli israeliani 70 – ha spiegato Bennett mercoledì pomeriggio al Jerusalem Post – ha detto una panzana. E’ assurdo. Tutti i ministri erano perplessi. All’inizio me ne sono stato tranquillo, ma poi ha attaccato il blocco israeliano su Gaza dicendo che causa sofferenze negli abitanti. Deve essersi dimenticato che noi abbiamo sgomberato tutti gli 8.000 ebrei che vivevano a Gaza. Anche questa settimana mi sono occupato di come aiutare quegli sfollati. E deve essersi dimenticato delle migliaia di razzi sparati contro di noi dalla striscia di Gaza. C’è da stupirsi se abbiamo abbandonato l’aula? Era in gioco la nostra dignità nazionale come Stato d’Israele, non quella mia o dei ministri. Non intendo stare seduto alla Knesset a sentire un europeo che calunnia Israele, e certamente non uno che lo fa in tedesco”.

“Mi aspettavo che Schulz esprimesse le normali critiche dell’Unione Europea alla politica di Israele – ha concluso Bennett – e mi sta bene, le critiche sono legittime. Ma non possiamo tollerare le menzogne. Aveva il diritto di criticarci anche aspramente, ma dire bugie e aspettarsi che me ne stia tranquillo ad ascoltare? Se lo può scordare”.

(Da: Jerusalem Post, 12.2.14)