Le fulminee indagini dell’UNRWA (quando vuole accusare Israele)

Lente e reticenti, invece, quando l'agenzia Onu deve ammettere che le sue strutture vengono usate per indottrinare all’odio contro Israele

Kalandiya, 26 agosto 2013: un palestinese lancia una molotov durante gli scontri con le forze di sicurezza israeliane

Kalandiya, 26 agosto 2013: un palestinese lancia una molotov durante gli scontri con le forze di sicurezza israeliane

Il Ministero degli esteri israeliano ha diffuso martedì una dichiarazione fortemente critica verso l’UNRWA (l’agenzia Onu per i profughi palestinesi) in cui invita l’organizzazione delle Nazioni Unite a “tornare ai suoi originari compiti umanitaria di assistenza ai rifugiati palestinesi, astenendosi da attività a sostegno di politiche di parte”.

La dichiarazione costituisce la reazione del Ministero israeliano a un comunicato-stampa diramato il giorno prima dall’UNRWA a proposito della morte di tre palestinesi nei violenti scontri scoppiati quella stessa mattina a Kalandiya (fra Gerusalemme e Ramallah) durante un’operazione per l’arresto di un sospetto terrorista. Nel comunicato, l’UNRWA affermava che uno dei tre era un suo dipendente e che era stato ucciso “mentre si recava al lavoro senza che fosse coinvolto in alcuna attività violenta”.

Nella sua dichiarazione il Ministero degli esteri, dopo aver espresso rammarico per le vittime e confermato che sull’incidente è stata avviata un’indagine, afferma: “A prescindere dall’esito delle indagini, siamo rimasti delusi, ma non sorpresi, dal comunicato-stampa dell’UNRWA”. E prosegue: “A parte il fatto che l’UNRWA non si è nemmeno preoccupata di contattare fonti israeliane ufficiali per avere la loro versione”, il suo comunicato, che omette qualunque spiegazione del contesto dei fatti e delle ragioni dell’operazione israeliana, “è stato precipitosamente passato alla stampa mentre a Kalandiya i violenti tumulti erano ancora in corso”, per cui non si capisce “come l’agenzia Onu abbia potuto raccogliere prove giudiziarie, confrontare fra le loro le testimonianze oculari e arrivare alle sue perentorie conclusioni, il tutto nel giro di poche ore”.

“È deplorevole – continua il Ministero israeliano – che l’UNRWA non abbia mai dimostrato altrettanto impeto e zelo quando le è stato chiesto di indagare i suoi casi di sospette violazioni. All’inizio di questo mese, per esempio, l’UNRWA è stata costretta ad ammettere di aver negligentemente permesso a soggetti terzi di utilizzare alcune sue strutture per organizzare ‘campi estivi’ nei quali vengono predicati ai giovani palestinesi l’antisemitismo e l’istigazione alla violenza. Inutile dire – conclude Gerusalemme – che la mezza ammissione dell’UNRWA è stata pubblicata solo dopo una ‘lunga e dettagliata indagine’, a differenza della precipitosa e superficiale procedura adottata in questa occasione”.

(Da: Israel HaYom, 28.8.13)

Si veda (in inglese):

Il comunicato-stampa dell’UNRWA sui fatti di Kalandiya

La dichiarazione del ministero degli esteri israeliano (sul comunicato dell’UNRWA)

La notizia del film denuncia “Camp Jihad” sui campi estivi per giovani palestinesi (dove si vedono bambini palestinesi a cui viene insegnato che  “gli ebrei sono lupi” e che le città israeliane di Haifa, Jaffa, Acri sono palestinesi)

La mezza ammissione dell’UNRWA (dove si afferma fra l’altro:“…a third party’s activities inside what is indeed an UNRWA installation…”; “We firmly condemn the anti-Semitic and inflammatory statements made during some of the interviews filmed in the West Bank, and we have suspended our relationship with the third-party organization…”)