Le menzogne portano violenza e la violenza porta morte, in Medio Oriente come negli Usa

Qualsiasi persona onesta che conosca la storia del Medio Oriente sa che gli ebrei ne sono una parte importante e integrante e non può negare che hanno diritto ad esercitare l’autodeterminazione

Di Fred Maroun

Fred Maroun, autore di questo articolo

Il conflitto arabo contro Israele è stato costruito su un’enorme menzogna, cioè sull’affermazione che gli ebrei non hanno alcun diritto all’autodeterminazione in Palestina (o Terra d’Israele). Tutto il resto, ogni altra bugia, ogni istigazione, ogni appello alla violenza si basano su quella singola menzogna. Con quella menzogna i nemici di Israele giustificano il fatto che gli arabi rifiutarono il piano di spartizione proposto dalle Nazioni Unite del 1947 che divideva la Palestina/Terra d’Israele in due parti quasi uguali, una quasi esclusivamente per gli arabi e l’altra per ebrei e arabi ma con una maggioranza ebraica. Sempre con quella menzogna, i nemici di Israele giustificano ogni guerra contro Israele, ogni attacco terroristico e ogni falsità come parte di una lotta di liberazione contro l’oppressione.

I capi arabi e palestinesi, come l’ex presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, il capo dell’Olp Yasser Arafat, l’attuale presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen e molti altri, sono responsabili della creazione di quella menzogna e di averla lasciata incancrenire. I singoli arabi e palestinesi sono responsabili d’aver preso per buone le successive bugie e di agire in base ad esse, ma la loro responsabilità è attenuata dal fatto che probabilmente in molti casi a quelle bugie credettero davvero. Quando una figura autorevole e rispettata mente ripetutamente e costantemente, non è facile scrollarsi di dosso le menzogne e guardare in faccia la verità: si tratta di mettersi contro tutto il tuo ambiente, si tratta di mettere in discussione tutto ciò che ti è stato insegnato, comporta anche mettere a rischio la sicurezza tua e quella della tua famiglia. È molto più facile adeguarsi e tirare avanti.

Vignetta della propaganda araba anti-Israeliana pre-’67: Nasser, sostenuto da Iraq, Libano e Siria, butta a mare Israele, raffigurato secondo le stereotipo dell’antisemitismo (Da: Al-Djarida, 25.5.67)

Ovviamente, coloro che credono sul serio a quelle bugie sono convinti d’aver subito una grande ingiustizia. Pensano che la loro terra gli è stata rubata, che quanto gli spettava è stato sottratto a loro e ai loro figli. Sono furibondi. E conoscendo la natura umana, sappiamo che è facile che le persone furibonde ricorrano alla violenza, specialmente quando non vedono alcun segnale che i torti che ritengono d’aver subìto verranno mai rettificati. Le menzogne portano direttamente alla violenza. Più grandi sono le menzogne, più grande sarà la violenza.

Non è un fatto limitato al conflitto arabo-israeliano. Accade ovunque, anche negli Stati Uniti dove il presidente uscente, Donald Trump, ha mentito per due mesi e mezzo sui risultati delle elezioni, sostenendo che aveva vinto ma che le elezioni gli erano state rubate. Per quei seguaci di Trump che gli hanno creduto ciecamente nonostante le tante smentite ampiamente documentate, la grande menzogna elettorale non è una bugia, è un fatto. Credono davvero che la vittoria elettorale sia stata sottratta a Trump da politici e giudici corrotti, e quindi che sia stata rubata anche a loro che lo hanno votato. E poiché credono a queste bugie, come biasimarli se sono furibondi? Allo stesso modo, come si può biasimare i palestinesi se sono furibondi con Israele, dal momento che credono davvero che degli invasori europei hanno rubato il loro paese?

Qualsiasi persona intellettualmente onesta che abbia studiato sul serio la storia del Medio Oriente sa che gli ebrei sono una parte importante e integrante del Medio Oriente, con Gerusalemme al centro. Non è una questione in discussione. È un fatto. Se si capisce questo fatto, non si può seriamente negare che gli ebrei abbiano diritto ad esercitare l’autodeterminazione. Certo, si può ragionevolmente discutere su quali debbano essere i confini dello stato ebraico, si può ragionevolmente discutere se alcune delle cose fatte da Israele nei confronti dei palestinesi sono giuste. Ma non si può ragionevolmente negare che l’esistenza di uno stato ebraico sia equa e giusta.

Fred Maroun: “Ovviamente coloro che credono a quelle bugie sono convinti d’aver subito una grande ingiustizia e sono furibondi”. Il mitra sul poster della “lotta armata” forma la parola “Fatah” (in bianco) e la mappa della “Palestina” (da cui Israele è cancellato)

Allo stesso modo, qualsiasi persona intellettualmente onesta che abbia analizzato le evidenze sui risultati delle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 non può ragionevolmente sostenere che Trump abbia vinto. Trump ha perso con ampio margine di voti nei collegi elettorali. Per vincere, avrebbe dovute prendere migliaia di voti in più in diversi stati chiave. Niente a che vedere con le elezioni presidenziali americane del 2000, quando la vittoria si giocò su poche centinaia di voti in un solo stato. Per credere che le elezioni del 2020 sono state rubate, bisogna credere che complotti e corruzione siano dilagati in molti stati tra i politici e i giudici, compresi molti repubblicani e persino svariati sostenitori di Trump. Si può ragionevolmente affermare che vi sia stata qualche frode limitata, a vantaggio di un candidato o dell’altro, e i funzionari statali lo hanno riconosciuto. Ma non si può ragionevolmente sostenere che vi sia stata una vastissima frode generale che ha causato il ribaltamento del risultato elettorale. Molti giudici, compresi giudici nominati da Trump, hanno respinto tali accuse. Affermare che le elezioni sono state rubate è semplicemente una bugia.

Si devono denunciare in modo inequivocabile le violenze al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021, così come si devono denunciare in modo inequivocabile le violenze contro Israele. Trump lo ha fatto con una settimana di ritardo, ma non ha pronunciato una sola parola per dire che aveva mentito (o che si era sbagliato) sul risultato delle elezioni. È lo stesso di quando certi capi arabi e palestinesi si dissociano dalla violenza terroristica palestinese, ma si guardano bene dal ritrattare le loro menzogne sul diritto di Israele ad esistere. Se fossi un sostenitore di Trump convinto che le elezioni sono state rubate, il video in cui Trump afferma che, sebbene le elezioni mi siano state rubate da una cospirazione di politici e giudici corrotti, devo starmene buono e zitto di fronte a quelli che hanno violato i miei diritti fondamentali, non allevierebbe affatto la mia rabbia, anzi.

L’unico modo in cui arabi e palestinesi possono perlomeno avvicinarsi a correggere il conflitto che hanno scatenato è riconoscere che il conflitto è stato costruito su una menzogna, e riconoscere che Israele ha il diritto di esistere. Questo non riporterebbe i vita i morti, e nemmeno risolverebbe immediatamente il conflitto poiché troppi arabi e palestinesi hanno interiorizzato la menzogna troppo profondamente per credere tutt’a un tratto alla verità. Ma sarebbe un inizio necessario. Allo stesso modo, l’unico modo in cui Trump può perlomeno avvicinarsi a correggere il danno che ha fatto è riconoscere che ha mentito per due mesi e mezzo sul risultato delle elezioni, che ha perso in elezioni corrette, che ha sbagliato a sostenere il contrario e che le sue bugie costituivano istigazione. Le menzogne portano alla violenza e la violenza porta la morte. Le menzogne devono cessare e coloro che mentono devono essere chiamati a rendere conto delle loro bugie.

(Da: Times of Israel, 15.1.21)