Le promettenti prospettive della joint venture italo-israeliana nello spazio

Saccoccia, direttore dell'Agenzia Spaziale Italiana: “È vero ciò che si dice: Israele è una startup nation e la cooperazione scientifica con l’Italia non fa che rafforzarsi”

Di Gilad Zwick

Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana,

Un lancio nello spazio davvero unico, quello che avrà luogo alla fine di marzo 2020 finalizzato a effettuare una serie di esperimenti medici che potrebbero portare a importanti scoperte.

Il lancio è frutto di un progetto congiunto italo-israeliano e la cooperazione tra i due paesi in campo spaziale non è che un riflesso dei rapporti sempre più saldi, sulla Terra, tra Gerusalemme e Roma.

A meno di due mesi dal lancio, il direttore dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia è stato in Israele come ospite della 15esima Conferenza Internazionale “Ilan Ramon”, nell’ambito della Israel Space Week organizzata dal Ministero israeliano della scienza e della tecnologia.

Al progetto prendono parte la società israeliana SpacePharma e scienziati di entrambi i paesi. SpacePharma è considerata un’azienda leader nella sperimentazione spaziale in condizioni di microgravità. La società ha sviluppato un laboratorio in miniatura che può essere lanciato su un nano-satellite e gestito in modo autonomo. Due degli esperimenti da condurre nel progetto saranno gestiti dal Technion, l’istituto israeliano di tecnologia di Haifa. Un altro dal Chaim Sheba Medical Center di Tel Hashomer e un altro ancora dall’Università di Gerusalemme.

Uno degli esperimenti, ad esempio, si basa sulla ricerca del professor Giuseppe Falini dell’Università di Bologna e del professor Boaz Pokroy del Technion, volto a studiare il comportamento nello spazio dei materiali anti-batterici e la loro influenza sui batteri in condizioni di gravità zero. Poiché non ci sono astronauti sul satellite, l’esperimento sarà supervisionato da Terra. “Questo esperimento non è solo un ottimo esempio della stretta relazione tra i nostri due paesi – dice Saccoccia in un’intervista a Israel HaYom – ma comporta anche un risvolto commerciale potenzialmente significativo. Italia e Israele procederono fianco a fianco ormai da anni, e questo trend non fa che rafforzarsi. L’Italia è molto interessata all’economia e alla tecnologia dello spazio e vede lo spazio come una nuova arena per opportunità commerciali”.

Giorgio Saccoccia alla 15esima Conferenza Internazionale “Ilan Ramon”

Qual è le peculiarità che Israele porta alla ricerca spaziale?
Giorgio Saccoccia: “Innanzitutto, è vero quello che si dice su di voi: siete una startup nation e in tutto il mondo la vostra reputazione vi precede. Sin da giovanissimi nelle scuole, amalgamate l’istruzione tecnologica con un atteggiamento positivo verso l’imprenditorialità, specie per quanto riguarda lo spazio, e non c’è dubbio che raccoglierete i frutti di ciò che state seminando”.

Circa le opportunità commerciali che saranno disponibili nello spazio in futuro, in particolare per quanto riguarda la cooperazione tra Israele e Italia, Saccoccia dice: “Unico limite è il cielo, letteralmente. Ad oggi, l’industria spaziale mondiale vale 50 miliardi di dollari e cresce a un tasso del 7% all’anno. Il potenziale di crescita potrebbe persino toccare il mezzo trilione di dollari, dieci volte quello che è oggi. Stiamo parlando di ricerca e sviluppo reciproci: tecnologie sviluppate per lo spazio che poi vengono adattate per uso quotidiano. E più avanti negli anni, i viaggi nello spazio diventeranno più economici e le persone vorranno volare nello spazio. Naturalmente sarà un tipo di viaggio diverso e richiederà cambiamenti “.

Vorreste vedere più uomini d’affari israeliani in Italia?
“Certamente. Già adesso quando gli italiani sentono la parola Israele pensano a opportunità commerciali, e noi vogliamo che lo stesso accada anche nell’altra direzione. Oggi cooperiamo con istituzioni accademiche israeliane e aziende private italiane collaborano con Rafael e altre società israeliane. L’economia è un modo fantastico per rafforzare i legami diplomatici”.

Negli ultimi anni l’Agenzia Spaziale Italiana ha subito una sorta di rivoluzione. Il suo budget è raddoppiato e ora ammonta a 1,6 miliardi di euro (1,75 miliardi di dollari), metà dei quali destinati all’Agenzia Spaziale Europea.

“Fino ad oggi – ha spiegato a Israel HaYom il direttore dell’Agenzia Spaziale Israeliana, Avi Blasberger – tutti gli esperimenti in condizioni di microgravità sono stati condotti nella stazione spaziale internazionale e supervisionati dagli astronauti. La cooperazione israelo-italiana attualmente in corso consentirà a qualsiasi scienziato di condurre i propri esperimenti con più accesso e più indipendenza”.

(Da: Israel HaYom, 6.2.20)