Lega Araba e Abu Mazen: «No al riconoscimento dello stato ebraico»

Netanyahu: «Riconoscendo lo stato ebraico voi palestinesi mettereste finalmente in chiaro che siete veramente disposti a porre fine al conflitto»

9 marzo 2014: incontro al Cairo dei ministri degli esteri della Lega Araba

9 marzo 2014: incontro al Cairo dei ministri degli esteri della Lega Araba

La Lega Araba ha formalmente approvato domenica il rifiuto del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) di riconoscere Israele come stato nazionale del popolo ebraico, una richiesta del governo israeliano che gli Stati Uniti vorrebbero che Abu Mazen accettasse nel quadro degli sforzi e delle concessioni che le due parti devono fare per arrivare a un “accordo-quadro” e prolungare oltre la scadenza di aprile i negoziati per risolvere gli annosi nodi del conflitto israelo-palestinese.

“Il Consiglio della Lega Araba – hanno affermato i ministri degli esteri dei paesi arabi in una dichiarazione diffusa dal Cairo – conferma il proprio sostegno alla dirigenza palestinese nel suo sforzo di porre fine all’occupazione israeliana sulle terre palestinesi e rimarca il suo rifiuto di riconoscere Israele come stato ebraico”.

Negli ultimi tempi i governi arabi, evidentemente assorbiti dalle convulsioni delle rivolte arabe che sconvolgono la regione dal 2011, hanno preso poche volte posizione sulle trattative di pace mediate dagli Stati Uniti.

Il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen)

Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen)

“Riconoscendo lo stato ebraico voi palestinesi mettereste finalmente in chiaro che siete veramente disposti a porre fine al conflitto – aveva detto martedì scorso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parlando negli Stati Uniti – Per cui, riconoscete lo stato ebraico senza pretesti e senza ritardi. È ora che lo facciate”.

Alla fine sella scorsa settimana il presidente palestinese Abu Mazen aveva dichiarato che “in nessun modo” avrebbe riconosciuto Israele come stato ebraico, né accettato che la capitale palestinese possa essere solo in una parte di Gerusalemme est. Le dichiarazioni di Abu Mazen, pronunciate durante un discorso a giovani attivisti di Fatah, sono state diffuse venerdì dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. Abu Mazen ha aggiunto d’aver resistito in passato a pressioni internazionali e che continuerà a resistere con fermezza, in particolare sulla richiesta che i palestinesi riconoscano Israele come stato ebraico. “Continuano a fare pressione – ha detto Abu Mazen, pur non specificando esattamente chi – e ci dicono: non c’è pace senza stato ebraico. Ma non esiste: noi non accetteremo”.

Un particolare della mappa della spartizione del mandato Britannico allegata alla Risoluzione Onu n. 181 (1947): nella legenda, come nel testo della risoluzione, la locuzione “Jewish State” (stato ebraico)

Un particolare della mappa della spartizione del mandato Britannico allegata alla Risoluzione Onu n. 181 (1947): nella legenda, come nel testo della risoluzione, la locuzione “Jewish State” (stato ebraico)

Intervistato venerdì dal Canale 10 della tv israeliana, Netanyahu ha detto: “Sono pronto a procedere, sono pronto ad arrivare alla fine del conflitto: ma deve essere davvero la fine del conflitto. Non permetteremo la creazione di uno stato palestinese fatta in modo che possa continuare il conflitto. Ecco perché devono riconoscere lo stato degli ebrei, esattamente come a noi viene chiesto di riconoscere lo stato dei palestinesi”.

Dal canto suo, il capo negoziazione palestinese Saeb Erekat ha affermato domenica a radio Galei Tzahal d’aver esortato il presidente palestinese Abu Mazen ad abbandonare i negoziati di pace con Israele. Stando a quanto riferito da Erekat, Abu Mazen ha risposto di non aver intenzione di lasciare il tavolo negoziale prima che venga completato, alla fine di questo mese, il quarto rilascio di detenuti palestinesi (che Israele ha accettato di effettuare proprio per ottenere che i palestinesi si presentassero al tavolo delle trattative). “Il divario tra le due parti è ancora molto ampio” ha spiegato Erekat nell’intervista di domenica aggiungendo che il principale ostacolo ai colloqui è la questione del riconoscimento di Israele come stato nazionale del popolo ebraico.

(Da: YnetNews, Jerusalem Post, Ha’aretz, 9.3.14)