L’ennesima occasione persa? Perché i palestinesi dovrebbero aderire agli Accordi di Abramo, ma non lo faranno

Secondo l’ex direttore del quotidiano palestinese Al-Fajr, solo aderendo al nuovo asse in M.O. i palestinesi potranno premere su Israele perché siano avviati negoziati sullo status finale (sempre ammesso che sia questo che vogliono)

Di Bishara A. Bahbah

Bishara A. Bahbah, autore di questo articolo

Uno dei principali obiettivi dichiarati dal presidente Joe Biden per il suo viaggio in Medio Oriente è rafforzare gli Accordi di Abramo che, fatto sorprendente, vennero avviati nientemeno che dall’amministrazione Trump nel 2020. Gli Accordi di Abramo sono stati pensati per scavalcare l’ostico conflitto israelo-palestinese e creare rapporti diretti tra Israele e stati arabi. Tuttavia, anche l’ipotetico raggiungimento della pace tra Israele e ogni singolo paese arabo non porterebbe a una vera pace tangibile sul terreno a meno che non vi sia anche una pace definitiva e duratura tra Israele e palestinesi basata su una soluzione a due stati. Dalle dichiarazioni dei funzionari dell’amministrazione Biden appare chiaro che, al di fuori del suo sostegno a una soluzione a due stati e dell’aumento degli aiuti umanitari, il presidente Biden non spenderà energie o capitale politico per rianimare il binario israelo-palestinese del processo di pace.

Date queste intenzioni minimali degli Stati Uniti, e per evitare la completa esclusione dal nuovo e crescente asse di influenza, se il presidente Biden dovesse proporre all’Autorità Palestinese di aderire agli Accordi di Abramo i palestinesi dovrebbero accettare. E di corsa. Se invece il presidente Biden non farà un’offerta del genere, i palestinesi dovrebbero cercare loro stessi di aderire proattivamente agli Accordi di Abramo: risulterebbe molto difficile e controproducente, specie per Israele, rifiutare una simile richiesta palestinese.

Al momento vi sono ancora diversi paesi arabi contrari che si rifiutano di aderire agli Accordi di Abramo, vale a dire Arabia Saudita (finché è ancora vivo re Salman), Kuwait, Libano, Siria, Algeria e Tunisia. Purtroppo, i palestinesi non dispongono di nessuna delle leve necessarie per impedire a qualsiasi paese arabo di aderire agli Accordi di Abramo, a maggior ragione se tale adesione è accompagnata da pressioni o incentivi da parte americana. D’altra parte,i palestinesi stessi hanno riconosciuto Israele negli anni ’90 (con gli Accordi di Oslo ndr). Quindi l’idea che il rifiuto dei paesi arabi di riconoscere Israele possa essere utilizzato per estorcere concessioni a Israele a beneficio dei palestinesi è un’idea obsoleta e defunta.

Manifestanti palestinesi contro l’accordo di pace Emirati-Israele. Sul cartello, l’immancabile mappa della rivendicazione del nazionalismo palestinese: Israele è cancellato dalla carta geografica

La cosa intelligente da fare, per i palestinesi, sarebbe aderire agli Accordi di Abramo e sfruttare l’influenza dei paesi arabi che sono già membri degli Accordi per influenzare e persino fare pressione su Israele affinché vengano avviati negoziati sullo status finale tra Israele e Palestina entro un periodo definito. I paesi arabi al di fuori degli Accordi di Abramo hanno influenza scarsa o nulla su Israele. Così, anziché essere relegati all’esterno, i palestinesi sarebbero all’interno e potrebbero esercitare un’influenza sull’agenda e sulle azioni dei partecipanti arabi agli Accordi di Abramo. Invece di lasciare che gli Accordi di Abramo siano terreno di gioco solo per Israele, la partecipazione palestinese costituirebbe una mossa preventiva che capovolgerebbe il concetto e gli obiettivi degli Accordi stessi.

Dal punto di vista di Israele, la partecipazione dei palestinesi agli Accordi di Abramo potrebbe legittimare e facilitare la scelta di aderire agli Accordi da parte di molti altri paesi arabi e a maggioranza musulmana: un chiaro obiettivo sia di due consecutive amministrazioni statunitensi che di Israele.

Sfortunatamente i consiglieri palestinesi più vicini al presidente Abu Mazen porrebbero automaticamente il veto a questa linea di condotta. A quei consiglieri e influencer palestinesi dico: “Svegliatevi! Approfittate della tendenza politica emergente nella regione”. Far parte degli Accordi di Abramo darebbe ai palestinesi grande potere e influenza sulla normalizzazione dei legami tra Israele e paesi arabi. I palestinesi non hanno detto una parola quando il Marocco ha aderito agli Accordi di Abramo. Non sono al corrente di ciò che il re del Marocco ha detto ad Abu Mazen nella telefonata che gli ha fatto prima di annunciare che il Marocco intendeva aderire agli Accordi. Ma la reazione palestinese è stata il silenzio totale: che è di certo la definizione stessa di cosa significa essere messi da parte.

Sarà difficile per molti palestinesi pensare in modo scaltro e non convenzionale a causa di tutta la propaganda negativa che gli è stata propinata dopo il varo degli Accordi. A mio avviso, per i palestinesi sarebbe un’occasione persa non aderire agli Accordi di Abramo prima che il treno del nuovo corso corra troppo veloce e vada troppo lontano senza di loro. L’influenza palestinese sull’andamento degli Accordi di Abramo diminuirà con il passare del tempo e, con essa, ogni speranza concreta di uno stato palestinese.

(Da: Ha’artez, 11.7.22)