1 Dicembre 2020
L’Arabia Saudita ha annunciato lunedì sera d’aver ufficialmente autorizzato le compagnie aeree israeliane a sorvolare lo spazio aereo del paese, riducendo drasticamente i tempi di volo verso est e consentendo alle compagnie aeree israeliane di offrire voli diretti per Dubai. L’annuncio di Riad significa che il volo Israir Tel Aviv-Dubai previsto per martedì potrà decollare dall’aeroporto Ben-Gurion come previsto. Lo scorso settembre l’Arabia Saudita aveva dichiarato che avrebbe consentito “a tutti i voli civili stranieri” di sorvolare il suo spazio aereo da e per gli Emirati Arabi Uniti, ma non aveva menzionato specificamente i voli israeliani e la cosa, nelle scorse settimane, aveva suscitato preoccupazione fra i funzionari dell’aviazione israeliana.
Le bandiere d’Israele ed Emirati Arabi Uniti sulla spiaggia di Dubai per celebrare lo storico accordo di normalizzazione fra i due paesi (clicca per ingrandire)
1 Dicembre 2020
Una delegazione di alti rappresentanti e imprenditori del Bahrein arriva martedì in Israele per una visita di tre giorni sotto la guida del ministro dell’industria, del commercio e del turismo Zayed Bin Rashid Al Zayani. Organizzata con il Ministero degli esteri israeliano e l’Israeli Export Institute, la delegazione arriva dopo che una delegazione israeliana ha recentemente visitato lo stato del Golfo. “Ai nostri giorni – ha detto al Jerusalem Post il presidente dell’Israeli Export Institute, Adiv Baruch – le relazioni economiche prevalgono sulla diplomazia” tant’è vero che “le esportazioni israeliane arrivano anche in paesi con i quali non abbiamo rapporti ufficiali. Alla nostra generazione è data la rara possibilità di creare la pace, e ciò che porterà la pace è l’economia. Abbiamo un’opportunità unica di cambiare la struttura economica regionale: il covid-19 non fa distinzione tra i popoli”.
1 Dicembre 2020
Un corso sull’islam tenuto presso l’Università di Tel Aviv è stato recentemente classificato come uno dei 50 migliori corsi on-line al mondo e ha attirato un vasto e variegato pubblico globale, tra cui numerosi studenti di paesi del Medio Oriente e islamici, alcuni dei quali non hanno relazioni con Israele. Il corso intitolato “Storia arabo-islamica: dalle tribù agli imperi”, tenuto dalla prof.ssa Miri Shefer-Mossensohn, per anni è stato seguito in aula da poche decine di studenti israeliani. Ma da quando è stato messo gratis on-line, un paio di anni fa, ha attirato oltre 20.000 studenti tra cui 318 dal Pakistan, 301 dalla Turchia, 205 dall’Indonesia, 109 dagli Emirati Arabi Uniti, 86 dall’Egitto, 52 dall’Arabia Saudita, 51 dalla Malesia, 39 dalla Giordania, 31 dall’Iran, 30 dal Qatar, 23 dal Kuwait, 21 dall’Iraq, 14 dall’Oman, 12 dall’Autorità Palestinese, 8 dal Libano, altri 8 dall’Afghanistan, 6 dal Bahrein, 5 dal Sudan, 4 dalla Siria e 1 studente dallo Yemen. Il corso on-line, sviluppato in collaborazione con il Consiglio israeliano per l’istruzione superiore e Digital Israel, è entrato nella lista dei migliori del mondo redatta dal sito web Class Central.
Clicca per il video di presentazione del corso (in inglese)
1 Dicembre 2020
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato lunedì che il suo partito Likud voterà contro lo scioglimento della Knesset, sottolineando il proprio impegno a favore dell’unità e del mantenimento dell’attuale governo di unità nazionale per fronteggiare il coronavirus, aiutare l’economia e realizzare altri accordi di normalizzazione con stati arabi. “Mercoledì l’opposizione tenterà di trascinare Israele verso elezioni inutili”, ha detto Netanyahu durante una riunione del gruppo parlamentare. Il partito Blu-Bianco del vice primo ministro e ministro della difesa Benny Gantz ha risposto dicendo: “Il gente non crede più alle bugie di Netanyahu. Se non ci fosse un processo, ci sarebbe già la legge di bilancio”. Il riferimento è al processo per presunta corruzione a carico di Netanyahu e al continuo ritardo nell’approvazione della legge di bilancio, che rischia di causare lo scioglimento automatico della Knesset prima della fine di dicembre.
1 Dicembre 2020
I negoziati sul confine marittimo tra Libano e Israele programmati per mercoledì sono stati posticipati a data da destinarsi. Il ministro israeliano dell’energia Yuval Steinitz ha spiegato lunedì a radio Galei Tzahal che nel frattempo i mediatori americani faranno la spola fra le due parti per preparare meglio il prossimo round. La scorsa settimana Steinitz aveva detto che, dopo quattro round di colloqui, non ci sono state svolte e che il Libano “ha finora presentato posizioni che rasentano la provocazione”. Israele accusa il Libano d’aver cambiato posizione più volte durante i colloqui. Israele e Libano hanno iniziato a negoziare sulla base di una mappa registrata presso le Nazioni Unite nel 2011 che mostra un tratto di mare conteso di 860 kmq. Ma il presidente libanese Michael Aoun ha poi affermato che il confine marittimo “deve basarsi sulla linea mediana che parte sulla terraferma dalla punta di Ras Naqoura senza tener conto delle isole costiere palestinesi occupate” (termine con cui Aoun si riferisce alla costa israeliana). Su Twitter, Aoun ha confermato che il Libano rivendica ora altri 1.430 kmq di mare più a sud, fino ad includere parte del giacimento israeliano di gas naturale Karish. Israele estrae già gas naturale da grandi giacimenti offshore, mentre il Libano non ne ha ancora trovati nelle proprie acque. Intanto la disputa sul confine marittimo scoraggia gli investimenti in esplorazioni presso la zona contesa.
1 Dicembre 2020
Vivaci polemiche sta suscitando in Israele e nella Diaspora la prospettata nomina dell’ex generale Effie Eitam a direttore di Yad Vashem, il memoriale e museo della Shoà a Gerusalemme. Quelli che criticano la nomina, ha spiegato lunedì Haviv Rettig Gur su Times of Israel , citano le problematiche dichiarazioni che ebbe a fare Eitan a favore dell’espulsione della maggior parte dei palestinesi dalla Cisgiordania e dell’esclusione degli arabi israeliani dal sistema politico del paese, oltre a reprimende che Eitan subì a causa di un suo atteggiamento permissivo verso violenze commesse contro palestinesi da soldati ai suoi ordini durante la prima intifada. I sostenitori della nomina respingono le accuse sottolineando che quelle dichiarazioni sono estrapolate dal contesto e vennero pronunciate nel mezzo delle ondate di attentati suicidi della seconda Intifada, e quelle sugli arabi israeliani si riferivano solo ai parlamentari arabi israeliani e vennero pronunciate durante un acceso alterco alla Knesset. I sostenitori ricordano piuttosto l’impressionante curriculum del generale, che ha combattuto con valore a difesa dello stato ebraico in quasi tutte le guerre del paese meritandosi decorazioni ed encomi.
1 Dicembre 2020
Il gabinetto diplomatico e di sicurezza israeliano ha approvato lunedì il trasferimento all’Autorità Palestinese di circa 2,5 miliardi di shekel (754 milioni di dollari) di entrate fiscali riscosse da Israele. Il governo ha comunque deciso di detrarre 600 milioni di shekel (181 milioni di dollari), equivalenti al totale dei vitalizi versati dall’Autorità Palestinese a terroristi detenuti e famigliari di terroristi morti compiendo attentati. Da mesi l’Autorità Palestinese si rifiutava di accettare l’intera somma, dapprima per protestare contro la detrazione degli “stipendi ai terroristi”, poi per protestare contro i progetti israeliani di allargare la sovranità a porzioni della Cisgiordania nell’ambito del piano di pace per il Medio Oriente degli Stati Uniti. Di recente l’Autorità Palestinese ha deciso di ripristinare i contatti con Gerusalemme, compreso il coordinamento della sicurezza.
1 Dicembre 2020
Secondo Amos Yadlin, già capo dell’intelligence militare israeliana, lo scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh ucciso venerdì scorso in Iran era una figura così centrale nel programma nucleare iraniano che sarebbe quasi impossibile sostituirlo, e dunque la sua eliminazione potrebbe ostacolare in modo significativo le ambizioni atomiche della Repubblica Islamica. Yadlin lo ha affermato domenica durante una conferenza virtuale ospitata da MediaCentral .
1 Dicembre 2020
Aprirà i battenti Aa gennaio il primo istituto di ebraico negli Emirati Arabi Uniti. L’apertura dell’Educational Hebrew Institute è stata resa possibile dall’opera dell’organizzazione United, responsabile dell’istruzione ebraica globale per conto del Ministero israeliano per gli affari della Diaspora, in collaborazione con organizzazioni filantropiche ebraiche. Il direttore del nuovo istituto, Josh Samet, ha dichiarato al Khaleej Times di Dubai che gli Accordi di Abramo firmati da Israele ed Emirati Arabi Uniti “hanno alimentato tra la popolazione locale la curiosità per la conoscenza e l’istruzione incentrate sulla lingua ebraica”.
30 Novembre 2020
Aprendo domenica la riunione settimanale del governo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che, se il tasso di contagi da coronavirus continuerà a salire, il governo fermerà l’allentamento del lockdown. “Dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire il deterioramento della situazione – ha detto Netanyahu – che potrebbe portarci a limitazioni persino più dure di quelle che abbiamo sopportato finora. Bisogna interiorizzare il fatto che stiamo combattendo una grave pandemia che ha già causato la morte di oltre 2.800 persone, ognuna delle quali è un mondo a sé stante e piangiamo ognuna di loro”. Netanyahu ha tuttavia osservato che altri stati d’Europa con una popolazione paragonabile a quella di Israele hanno visto perdite molto maggiori (16.000 morti in Belgio, 7.300 nella Repubblica Ceca, 4.500 in Svizzera, 9.200 nei Paesi Bassi, 6.000 in Svezia). Netanyahu ha poi spiegato che la prossima settimana il governo formulerà uno schema su come distribuire i vaccini una volta arrivati nel paese. “La politica è stata, ed è tuttora, quella di portare quanti più vaccini possibile, da quante più fonti possibili, a quanti più cittadini possibile” ha spiegato Netanyahu.
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