L’incolmabile distanza fra due dottori

Il medico palestinese distingue fra crimini ed errori umani, quello norvegese fa solo propaganda anti-israeliana

image_2404IL MEDICO PALESTINESE
Ezzeldeen Abu al-Aish, il medico che ha perso tre figlie durante la controffensiva israeliana anti-Hamas nella striscia di Gaza, ha commentato i risultati dell’inchiesta delle Forze di Difesa israeliane, resi noti mercoledì scorso, ringraziando tutti i responsabili che si sono adoperati per indagare il tragico incidente. “Tutti noi facciamo errori – ha affermato il dott. Abu al-Aish – e cerchiamo di non ripeterli”.
Al termine dell’inchiesta, le forze armate israeliane hanno concluso che effettivamente la casa del dott. Abu al-Aish, ginecologo palestinese impiegato nell’ospedale israeliano di Shiba, venne colpita da un obice sparato da un carro armato che era finito sotto il fuoco di cecchini palestinesi appostati su una casa adiacente a quella del medico. I soldati sotto il fuoco nemico individuarono delle figure sospette ai piani alti dell’edificio del medico e ritennero che si trattasse di avvistatori che dirigevano il fuoco dei cecchini da quel punto di osservazione. Dopo diverse valutazioni, il comandante dell’unità Golani decideva di fare fuoco con un cannone di carro verso l’edificio. Quando i militari si resero conto dell’errore, sospesero immediatamente l’operazione e collaborarono ai soccorsi, aiutando il trasferimento dei feriti nel più vicino ospedale israeliano.
La vicenda di Abu al-Aish, 55enne padre di otto figli, scosse profondamente Israele anche perché la tragedia si consumò praticamente in diretta tv mentre il medico rispondeva a un’intervista in ebraico.
“Innanzitutto – ha dichiarato mercoledì Abu al-Aish al Canale Due della tv israeliana – desidero ringraziare tutti coloro che si sono adoperati e che hanno avuto il coraggio e l’onestà di fare luce sulla verità, di cui io sono sempre stato convinto. Un grazie a tutti coloro che si sono assunti il compito di rendere di pubblico dominio questa verità attraverso le indagini”. Abu al-Aish ha espresso gratitudine a anche tutti gli israeliani che l’hanno voluto incontrare per fargli coraggio: “L’amore che ho ricevuto da gente che conoscevo e da gente che non conoscevo mi ha dato molta forza”.
L’inchiesta delle forze armate ha confermato che gli abitanti del quartiere erano stati invitati a sgomberare la zona, prima dell’attacco, attraverso migliaia di volantini e che il dott. Abu al-Aish era stato personalmente invitato per telefono ad evacuare la sua famiglia dal quartiere, divenuto troppo pericoloso a causa dei combattimenti in corso. Abu al-Aish ha comunque ribadito che non c’erano miliziani armati nell’edificio della sua abitazione al momento dell’incidente.
(Da: Haaretz, 4.02.09)

IL MEDICO NORVEGESE
Il medico norvegese Mads Gilbert è entrato nella striscia di Gaza all’inizio della controffensiva israeliana anti-Hamas, inviato con il collega Erik Fosse dall’organizzazione filo-palestinese Norwac. Durante le operazioni militari, Gilbert ha concesso decine di interviste ai maggiori network televisivi come ABC, CNN, al-Jazeera e Sky News presentandosi come “un medico obiettivo”. In questa veste ha formulato martellanti condanne dell’operato delle Forze di Difesa israeliane a Gaza, divenendo una sorta di icona del coraggio umanitario sotto il fuoco nemico. Intervistato dalla BBC in camice verde, in piedi in un corridoio dell’ospedale Shifa di Gaza città, il medico norvegese ha parlato di “attacchi deliberati” delle Forze di Difesa israeliane contro donne e bambini, accusando Israele di condurre “una guerra senza quartiere contro i civili di Gaza”. Alla AFP Gilbert ha affermato: “Ho il forte sospetto che Gaza venga usata come laboratorio per testare nuovi tipo di armi”.
Ma chi è Mads Gilbert? “Gilbert è stato presentato come un semplice medico – scrive la giornalista britannica Melanie Phillips – ma Gilbert non è un medico qualsiasi: è un attivista politico del partito maoista norvegese Rodt. Visceralmente ostile a Israele, è membro attivo del movimento di solidarietà palestinese sin dagli anni ’70 ed ha persino espresso posizioni a sostegno degli attentati dell’11 settembre, difendendo il “diritto morale degli oppressi di attaccare gli Stati Uniti”. In un’intervista al quotidiano norvegese Dagbladet rilasciata all’indomani del più sanguinoso attentato terroristico della storia, Gilbert disse: “L’attacco a New York non è una sorpresa, viste le politiche seguite dall’occidente in questi ultimi decenni. Sono sconvolto per questo attacco terroristico, ma sono altrettanto sconvolto per le sofferenze causate dagli Stati Uniti: è in questo contesto che devono essere considerate quelle migliaia di morti”. Alla domanda se appoggiasse un attentato terroristico contro gli Stati Uniti, Gilbert rispose: “Il terrorismo è un’arma misera, ma la mia risposta è sì, nel contesto che ho spiegato”. Gilbert stesso ammette di non saper separare la sua professione medica dalle sue opinioni politiche. Come ha dichiarato a Dagbladet, “c’è ben poco nella medicina che non sia politica”. Gilbert ha anche criticato l’organizzazione Medici Senza Frontiere per aver offerto assistenza a entrambe le parti del conflitto anziché schierarsi risolutamente da una parte sola.
I mass-media di tutto il mondo avrebbero dovuto esercitare qualche prudenza ed effettuare qualche controllo prima di riportare come “valutazioni obiettive” le opinioni di un dichiarato propagandista estremista.

(Da: israele.net, YnetNews, Camera, Memri, 02.09)

Nella foto in alto: a sinistra il dott. Ezzeldeen Abu al-Aish, a destra il dott. Mads Gilbert