ISIS: altri antisemiti genocidi
Agli occhi dello “Stato Islamico”, chiunque parli con un ebreo è perciò stesso un nemico dell'islam
Di Ephraim Herrera
Lo “Stato Islamico” (ISIS) pubblica quasi ogni mese una rivista in lingua inglese intitolata Dabiq, e in ogni numero il popolo ebraico viene menzionato in modo profondamente negativo.
Nell’ultimo numero, l’undicesimo, c’è un articolo dedicato a “Dajjal, il Mahdi dei Rafidha”: termini oscuri per i lettori inesperti, ma perfettamente comprensibili per la generalità dei musulmani. Secondo i salafiti, i Rafidha (“coloro che rifiutano”), più comunemente conosciuti come sciiti, sono i membri del culto di coloro che rifiutano i primi tre califfi. I musulmani sciiti credono che il Mahdi (“redentore”) sia il dodicesimo imam, che porterà sul mondo il dominio dell’islam sciita. Il Dajjal (“falso messia”) è il re degli ebrei dagli occhi asimmetrici che sarà a capo degli eserciti dei nemici dell’islam nella guerra finale. L’articolo considera gli sciiti e gli ebrei come un unico nemico, e mette Mahdi e Dajjal dalla stessa parte nell’ultima battaglia, impegnati entrambi a combattere i veri musulmani, cioè i sunniti. L’articolo è accompagnato da una foto dell’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che abbraccia un membro della setta ebraica ultra-ortodossa anti-sionista Neturei Karta.
Agli occhi dell’ISIS, chiunque parli con un ebreo è perciò stesso un nemico dell’islam. Nel decimo numero di Dabiq, il gruppo accusa di tradimento Zahran Alloush, comandante della Brigata dell’Islam in Siria. La Brigata dell’Islam è un gruppo salafita che crede nell’ideologia di Osama bin Laden ed è nemico giurato dei Rafidha, del Mahdi e degli ebrei. Ma il suo crimine, agli occhi dell’ISIS, è stato quello di parlare con l’inviato speciale del Segretario di stato americano John Kerry, Daniel Rubinstein, e con altri esponenti ebrei.
Per lo “Stato Islamico” la guerra è l’unica soluzione, soprattutto quando si tratta di ebrei. Il nono numero di Dabiq afferma esplicitamente che i musulmani che credono di poter vivere accanto a ebrei, cristiani e altri infedeli pur continuando sulla via dell’islam, sono essi stessi infedeli.
Nell’ottavo numero di Dabiq i saggi ebrei sono accusati di distorcere la Torah, che annuncerebbe l’avvento del profeta Maometto. E nel quinto numero gli ebrei sono menzionati come i traditori che hanno ucciso Maometto. In quello stesso numero, l’ISIS illustra i suoi piani per lo stato ebraico. Nel secondo numero, il gruppo assicura che “è solo questione di tempo e di pazienza prima che [lo Stato Islamico] raggiunga la Palestina per combattere i barbari ebrei “.
A quanto pare, c’è chi sta combattendo contro lo “Stato Islamico”. Nondimeno, noi dobbiamo seguire e studiare le sue attività e le sue tattiche di combattimento, caratterizzate dal più totale disprezzo per ogni elementare regola di guerra, compresa la disponibilità ad usare armi chimiche e autobombe contro la popolazione civile. Se la guerra in Medio Oriente si rivelerà una fanatica guerra di religione, potranno salvarci solo la forza, la determinazione e la preparazione a combattere.
(Da: Israel HaYom, 21.9.15)
Circa la posizione antisemita e genocida degli antagonisti dell’ISIS, si veda:
Il Mein Kampf dell’ayatollah Khamenei