Livni: “Gaza impedisce la nascita dello stato palestinese”

Il ministro degli esteri israeliano in Qatar per promuovere dialogo e democrazia

image_2073“Il grande conflitto, oggi, è tra moderati ed estremisti. Questa è la sfida che tutto il Medio Oriente deve affrontare. Gaza non è un problema di Israele, Gaza è un ostacolo alla creazione di uno stato palestinese”. Lo ha affermato lunedì il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, nel suo discorso davanti al Forum su Democrazia, Sviluppo e Libero scambio, in Qatar.
“Dobbiamo abbandonare la nozione antiquata secondo cui il conflitto israelo-palestinese sarebbe la radice dell’estremismo. Dobbiamo capire che la nostra capacità di risolvere il conflitto dipende dalla capacità degli estremisti di impedircelo”.
Il discorso della Livni, invitata in Qatar (paese che non intrattiene rapporti diplomatici con Israele) per tenere il discorso principale al Forum di Doha, è stato contestato dal deputato arabo-israeliano Ahmad Tibi, anch’egli presente alla conferenza, il quale ha provocatoriamente chiesto al ministro israeliano come potesse parlare di democrazia in riferimento a Israele, da lui definito “uno stato dell’apartheid”. La Livni gli ha risposto dal podio: “Il fatto stesso che lei è un deputato della Knesset, anzi il vice presidente della Knesset, in rappresentanza del 20% della popolazione israeliana, e che è presente a questa conferenza per dire ciò che crede, è la prova che Israele è una nazione democratica”.
Nel suo discorso la Livni ha anche denunciato con forza la perdurante prigionia di tre soldati israeliani, sequestrati nel 2006 da terroristi di Gaza e in Libano. Ha ricordando che i tre ostaggi sono trattenuti senza ragione, e che i rapitori non hanno fornito nemmeno una prova che siano in vita, né hanno permesso alla Croce Rossa di visitarli. “Intendo approfittare di questa occasione – ha detto – per chiedere il loro rilascio. Si tratta di una questione di diritti umani, non di una questione politica”.
La Livni ha affermato che le democrazie devono preservare il loro diritto all’autodifesa. “Vale per il Libano e vale per l’Autorità Palestinese, dove il processo democratico è stato intralciato. In entrambi i casi – ha detto – il risultato è l’instabilità”.
Il ministro israeliano ha poi sottolineato che la sua partecipazione al Forum di Doha come rappresentante del governo d’Israele si propone di rafforzare i legami fra Gerusalemme e il mondo arabo. “La nostra mano è tesa verso i nostri amici in questa regione. La strada delle relazioni pacifiche, come quella della democrazia, inizia con il dialogo, con il reciproco riconoscimento di ciascuno e con il libero scambio di idee”.
La Livni ha aggiunto che bisognerebbe incoraggiare elezioni democratiche in tutto il Medio Oriente, ma ha sottolineato che il prerequisito per fare questo deve essere “una scelta tra terrorismo e politica, e non per la politica del terrorismo”.
Il ministro israeliano ha infine difeso il processo di pace concordato ad Annapolis, basato sulla Road Map del Quartetto Usa, Ue, Russia, Onu. “I colloqui proseguono – ha concluso Tzipi Livni – con gli interlocutori pragmatici all’interno dell’Autorità Palestinese, con coloro che riconoscono il diritto di Israele ad esistere e cercano di realizzare i loro diritti naturali attraverso mezzi pacifici e non col terrorismo. Con questi interlocutori la soluzione due popoli-due stati può essere realizzata, e si può arrivare alla pace”.

(Da: YnetNews, 14.04.08)

Nella foto in alto: il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni durante il suo intervento, lunedì, nella seconda giornata del Forum su Democrazia, Sviluppo e Libero scambio, a Doha.